Mena Europa corteggia Bonn

La moneta tedesca guadagna ancora terreno sui mercati mentre non si arresta la caduta dell'oro La moneta tedesca guadagna ancora terreno sui mercati mentre non si arresta la caduta dell'oro Mena Europa corteggia Bonn Danimarca e Belgio vogliono legarsi al marco MILANO. Addio, vecchio franco. Nel Sistema monetario europeo qualcosa si muove e, dietro l'unanimità di facciata raggiunta sabato scorso, alcuni Paesi centro e nord-europei sembrano ormai decisi a legare a filo doppio le loro valute al destino del marco, creando di fatto il primo nucleo di quell'unione monetaria a due velocità a cui la Francia (contrariamente ai progetti originari) non parteciperebbe più. Sarebbe questo, in particolare - secondo alcune indiscrezioni - il progetto di Danimarca, Belgio e Lussemburgo. Le loro monete dovrebbero costituire un «nocciolo duro» attorno alla valuta tedesca, alla quale sono comunque già tradizionalmente legate. In questo modo si troverebbero nella stessa posizione in cui è oggi il fiorino olandese, l'unica moneta dello Sme la cui banda di oscillazione rispetto al marco è rimasta invariata al 2,25% invece di passare al 15%. Il governatore della Banca centrale danese, Erik Hoffmeyer, ha scritto ieri il quotidiano finanziario Borsen, ha intenzione di arrivare a un accordo con Germania e Olanda per stabilire bande di oscillazione tra le rispettive valute più «strette» di quelle attualmente previste dallo Sme e per prevedere interventi obbligatori in caso di crisi. Anche il Belgio e il Lussemburgo, che sono già legati tra di loro da un accordo valutario, avrebbero progetti simili. In particolare, dalla scorsa settimana il Belgio è comunque riuscito a mantenere la propria moneta nella banda del 2,25% rispetto al marco. Ieri anche la Commissione Cee, in una riunione straordinaria presieduta da Jacques Delors, si è mossa per studiare le possibilità di sopravvivenza dello Sme e le modifiche che dovranno eventualmente essere apportate al sistema. Ma la soluzione appare difficile, come ha detto anche Pier Antonio Ciampicali, direttore dell'Ufficio italiano cambi. Secondo Ciampicali, il fatto stesso che le quotazioni delle valute europee si stiano dimostrando in questi giorni più stabili che non quando erano in vigore le bande di oscillazione «strette» «rende molto difficile sapere quale potrà essere la migliore soluzione da adottare». Sul mercato dei cambi, comunque, quella di ieri non è stata una giornata del tutto tranquilla. Anche se sembrano ormai lontane le tempeste della scorsa settimana, il marco si è distinto per un netto rialzo nei confronti di franco, lira e sterlina. In particolare, la valuta tedesca è stata rilevata in Italia a 942,41 lire contro le 936,97 di giovedì. Secondo gli analisti la causa del rialzo del marco è l'attesa dei mercati per un calo dei tassi negli altri Paesi aderenti allo Sme adesso che i legami di cambio sono diventati meno stringenti. Il calo dei tassi appare infatti obbligatorio per ridare fiato all'economia ma appena si verificherà questi Paesi pagheranno la loro scelta con un deprezzamento delle loro valute rispetto al marco. E' proprio su questo scommette la speculazione. A far risalire le quotazioni del marco sembrano poi contribuire gli acquisti delle banche centrali europee che devono ricostituire le loro riserve in valute estere. Sui mercati continuano intanto a calare le quotazioni dell'oro: in meno di una settimana il metallo prezioso è passata da un prezzo di oltre 400 dollari l'oncia a meno di 380 dollari. Ieri a Londra ha chiuso a 379,40 dollari. A innescare il mini-crollo dell'oro sono state venerdì alcune voci sulla vendita di 6 tonnellate di metallo da parte della Banca di Cina che hanno portato un'ondata di vendite sul mercato americano. A spingere verso il basso le quotazioni, dopo la corsa delle ultime settimane, può essere la convizione di molti fondi di investimento americani che il momento peggiore per lo Sme sia passato e che sia quindi inutile continuare a investire denaro in lingotti, sicuri quanto si vuole ma decisamente poco redditizi. [f. man.] IL LINGOTTO IN ALTALENA PREZZO ORO S/ONCIA GIUGNO 1993 AGOSTO Al centro un momento delle contrattazioni sulle valute in Piazza degli Affari Nel grafico, la caduta verticale delle quotazioni dell'oro

Persone citate: Ciampicali, Erik Hoffmeyer, Jacques Delors, Pier Antonio Ciampicali