La Sme fa gola anche ai suoi manager

Pronta un'offerta dei dirigenti: useremo le pensioni per comprare Cirio-Bertolli-De Rica Pronta un'offerta dei dirigenti: useremo le pensioni per comprare Cirio-Bertolli-De Rica La Sme fa gola anche ai suoi manager Alla presidenza della società arriva Vanoli Sarà lui a pilotare la cessione diltalgel a Nestlè ROMA. Pronti a far da sé. Vogliono comprarsi da soli i dirigenti della Cirio-Bertolli-De Rica, una delle tre parti in cui è stata suddivisa la Sme per essere privatizzata. «Molti in Cirio credono nell'azienda e sono disposti ad impegnare anche i loro accantonamenti pensionistici» assicura Violenzio Ziantoni, fino a ieri presidente della società. Dopo la battuta d'arresto dovuta alla mancanza di offerte adeguate, le procedure per la cessione vanno avanti. Nella fase di passaggio dalle partecipazioni statali alla nuova proprietà, la presidenza della CirioBertolli-De Rica (che produce conserve, olio e latte) è stata assunta da Antonio Vanoli. Finora direttore generale della Sme, Vanoli è stato nominato ieri anche presidente dell'Italgel, la società della ormai ex Sme già aggiudicata. Sempre ieri il presidente dell'Iri Romano Prodi ha firmato il contratto di vendita dell'Italgel alla Nestlè che paga 437 miliardi per il 62,12% e si è impegnata a promuovere un'offerta pubblica di acquisto per rilevare il resto delle azioni. Il 6 luglio scorso il consiglio di borsa aveva invece valutato la Cirio-Bertolli-De Rica 620 miliardi. Ed è a questa cifra che Ziantoni si riferisce annunciando l'eventualità del management buy out, cioè un'iniziativa dei dipendenti per comprare la società. «Se non si trovassero acquirenti disposti a pagare il giusto prezzo e si decidesse di cedere l'azienda a meno dei 620 miliardi indicati dal consiglio di borsa potrebbero esserci ipotesi di acquisto da parte dei dirigenti» afferma Ziantoni. Ma il suo progetto appare piuttosto utopistico. La CBD ha attualmente 1431 dipendenti. Ammesso che tutti siano interessati all'operazione, ognuno di loro dovrèbbe sborsare 433 milioni in caso di cessione a 620 miliardi. Se la società venisse aggiudicata per un importo dimezzato, ogni dipendente pagherebbe comunque oltre duecento milioni. E' insomma difficile immaginare che il personale della Cirio-Bertolli-De Rica disponga di tanta liquidità. Fra l'altro lo stesso Ziantoni cita «una autonoma valutazione del Credito italiano» secondo cui la CBD vale «950-1150 miliardi in base al fatturato» e «900-1100 miliardi in relazione al risultato operativo». Con l'eventuale acquisizione da parte dei dirigenti, secondo Ziantoni, «si impedirebbe una svendita» e si salvaguarderebbe l'occupazione, condizione contenuta nello stesso bando di gara». L'Iri ha intanto promosso una nuova fase di trattative con tutti coloro che hanno manifestato il proprio interesse alla Cirio-Bertolli-De Rica, anche se si sono ritirati nella fase finale della gara. Almeno sulla carta, sono valide quindi molte candidature, da quella della multinazionale Unilever a quelle della Parmalat di Calisto Tanzi e del finanziere Sergio Cragnotti. L'Iri non sembra intenzionata ad accettare l'ipotesi di un'ulteriore suddivisione della CDB (per esempio scorporando il latte). Per l'Italgel la nota diffusa ieri dall'Ili ricorda che «il prezzo concordato» dovrà essere «oggetto di conguaglio una volta completata la valutazione della situazione patrimoniale della finanziaria Italgel alla data del trasferimento (la Nestlè SA ha infatti effettuato la sua valutazione sulla base della situazione patrimoniale al 31/12/'92)». Il contratto per il passaggio di proprietà dell'Italgel è stato sottoscritto per la Nestlè SA da Reto Fiorenzo Domeniconi. La firma è avvenuta alla presenza del direttore generale dell'Ili Enrico Micheli e dell'amministratore delegato della Nestlè Italiana Gian Carlo Salina. Sono infine in corso le procedure per vendere il terzo troncone della Sme formato da Gs e Autogrill. [r. ipp.] Il direttore generale del Tesoro Draghi tra i «saggi» delle privatizzazioni J

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