le femministe ripudiano Raitre

le femministe ripudiano Raitre «Noidonne» attacca, Guglielmi replica: nessuno vi dà spazio come noi le femministe ripudiano Raitre «La tv verità è al servizio dell'uomo condottiero» ROMA. Serena Dandini al timone di Avanzi. Catherine Spaak anfitriona ad Harem. Donatella Raffai madre-padrona di Chi l'ha visto? Persino Tina Anselmi: impacciatissima conduttrice di La donna che lavora, replica aggiornata di una vecchia inchiesta del '58, quando lo schermo era bianco e nero e la questione femminile non doveva scontrarsi con l'Auditel. Donne dappertutto, direbbero i profani. Eppure, alle femministe storiche di Noi donne Raitre non piace per niente: la rete di Guglielmi è maschilista e misogina, scrive il mensile. «Provoca sconforto - insiste - il filo tenace di sufficienza maschile che attarversa i corpi, i discorsi, le immagini...». La bibbia del femminismo italiano prende il palinsesto di Raitre e lo passa in rassegna pezzo per pezzo. E l'esame, alla fine, lo passano in pochi. Tra i bocciati la «piazza», entità simbolo della rete. La «gente» (altro simbolo) parla, dice la sua, rumoreggia, a volte urla. Ma che cos'ha di maschilista la piazza? «La piazza è mista - scrive il giornale -, ma saldamente incardinata sul maschile condottiero». Al centro, insomma, c'è sempre il conduttore: duro, antipatico, soprattutto uomo. Si salva solo Gianni Riotta, «che nella nuova serie di Milano, Italia nomina uomini e donne». Non è molto, commentano ironiche le femministe, ma è pur sempre un «segno del nuovo che avanza». E se il microfono lo tiene una donna? Serena Dandini è «autorevole e simpatica, seduttiva e credibile». Lisa D'Antoni, volto nuovo della rete, in Magazine tre «non solo si mostra abile intervistatrice e critica spregiudicata, ma mette in campo qualcosa di sé». Ad esempio? «Il racconto di un sogno di sangue, sangue mestruale. Ammirevole». Tutto bene allora? No, perché siamo sempre nel campo dello show - obietta Noi Donne -, musica, risate e ca¬ baret. «Ma perché è solo nello spettacolo che si trova la figura della conduttrice autorevole?». E Donatella Raffai? E Catherine Spaak? «Nella tv verità i protagonisti sono giudici e imputati - dice il mensile -. L'accento, più che sulla trama, è sul giudizio. E il giudizio, una delle ossessioni di Raitre, è indubbiamente maschile. Anche quando chi inquisisce è una donna, come la Raffai: severa e con la la frusta: fantasia maschile di donna padrona». Anche Harem, guidato da una Spaak più dolce che mai, «si inserisce a pieno titolo nel grande set dei processi, per quell'uomo che da dietro la grata osserva e giudica, e poi viene a dire la sua. Insopportabile». Angelo Guglielmi, direttore di Raitre, è perplesso. «Credo proprio che noi siamo la rete che dà più spazio alle donne - dice -. Non ho dati quantitativi, ma sicuramente abbiamo inventato un gran numero di personaggi femminili. Anche per Milano Italia avere una donna avrebbe fatto notizia. Ma non è facile: ci stiamo sforzando...», [g. tib.] Donatella Raffai conduttrice di «Chi l'ha visto?» In basso Serena Dandini di Avanzi

Luoghi citati: Avanzi, Harem, Italia, Milano, Milano Italia, Roma