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Don Bisaglia, per il giudice «suicidio improbabile» Il sacerdote fu trovato morto in un lago del Cadore Don Bisaglia, per il giudice «suicidio improbabile» BELLUNO. Appare sempre meno probabile, secondo il sostituto procuratore della Repubblica Fabio Saracini di Belluno, che conduce l'inchiesta sulla morte di don Mario Bisaglia, l'ipotesi che il sacerdote abbia voluto togliersi la vita. Don Mario, il cui corpo fu trovato nelle acque del lago Centro Cadore nell'agosto del '92, non aveva infatti, secondo il magistrato, alcun motivo per suicidarsi: «Aveva programmato - ha detto Saracini - degli impegni per i giorni successivi. Aveva disdetto la visita quotidiana agli anziani della casa di riposo, aveva fissato un appuntamento per l'indomani». Sempre a parere del magistrato, rimangono ancora valide le ipotesi della disgrazia e dell'omicidio. A quasi un anno dalla scomparsa del sacerdote, «di certo - ha spiegato il magistrato - c'è che don Mario si era dato da fare per saperne di più sulla moite del fratello e in ogni caso le due mor¬ ti non vanno disgiunte». ((Abbiamo allargato l'inchiesta anche ad altre persone e in altre città d'Italia», ha aggiunto Saracini, che ha recentemente visionato anche gli atti della procura di Chiavari relativi alla morte del leader democristiano Antonio Bisaglia. Per quanto riguarda i colloqui avuti con familiari e amici dei fratelli Bisaglia, il magistrato ha osservato; «Non abbiamo trovato molta collaborazione». Don Mario Bisaglia era stato trovato morto dentro il lago Cadorino il 17 agosto 1992, tre giorni dopo la sua scomparsa da Rovigo, dove viveva. L'autopsia aveva accertato che il sacerdote era morto per asfissia da annegamento. Il religioso aveva sempre manifestato pubblicamente i propri dubbi sulla morte del fratello Toni, deceduto per annegamento il 24 giugno 1984, a Portofino, dopo essere caduto accidentalmente in mare dallo yacht della moglie. [Ansa]