Cossiga, nuovi strali contro Cordova di Giovanni Bianconi

Cossigq, nuovi strali contro Cordova E il procuratore replica: non s'illuda, non mi sono mai occupato di lui Cossigq, nuovi strali contro Cordova «Adesso gli regalo un cavalluccio e un triciclo» ROMA. Francesco Cossiga non si risparmia nella guerra personale contro il procuratore di Palmi Agostino Cordova, e a fine mattinata abbandona il Senato e si reca in un negozio di giocattoli lì vicino. Acquista un cavalluccio di legno, un triciclo e un gioco di società, «Supercluedo». Li invierà a Cordova, l'aveva annunciato: «La sua nomina a procuratore di Napoli mi aveva fatto credere che non avendo ottenuto il cavalluccio, si contentasse del triciclo». Scherza, Cossiga, ma a tratti si fa anche serio: «La guerriglia condotta contro di me dal dottor Cordova non mi fa paura, ma ha anche cessato di farmi ridere». Una frase che ha finito per provocare la replica di Cordova, di solito silenzioso. «Cossiga dice il giudice continua ad illudersi di essere oggetto delle mie attenzione, quasi compiacendosene. Devo deluderlo, non mi sono mai occupato di lui, sotto nessun aspetto e in nessun momento. Se come inquirente mi capiterà di do¬ vermene occupare, lo farò senza remore né astio, con il rigore che ha sempre caratterizzato il mio comportamento e che solo lui e pochi altri hanno mostrato di non apprezzare». Il nuovo scontro nasce all'indomani della perquisizione nello studio sardo dell'ex Gran Maestro della massoneria Armando Corona, amico di vecchia data di Cossiga. Tra le carte sequestrate, c'è anche uno scambio di corrispondenza tra Corona e l'ex presidente della Repubblica. Su questo Corona non sembra disposto a scherzare: «E' una vicenda allucinante», dice e spiega che cosa hanno portato via gli agenti delia Digos: «Due bigliettini di ringraziamento per il regalo di volumi e la fotocopia di una lettera scritta da Cossiga ad un avvocato sassarese in occasione di un convegno». Corona si dichiara estraneo a qualsiasi coinvolgimento in vicende oscure o deviazioni della massoneria: «Ho lavorato 8 anni per combattere la P2 e il piduismo, ora mi vedo infamato dall'accusa di aver tentato di creare qualche loggia segreta». Come lui, il Maestro Venerabile Augusto De Megni rifiuta le accuse. L'inchiesta della procura di Palmi va avanti senza soste. Il giudice Cordova ha rinunciato alle ferie per continuare a lavorare, in attesa dei rinforzi chiesti dal governo per il suo ufficio. Quando Cordova si trasferirà a Napoli il Csm dovrà scegliere il sostituto, e un altro magistrato nel mirino di Cossiga ai tempi dell'inchiesta su Gladio, Felice Casson, sta valutando l'ipotesi di chiedere l'applicazione a Palmi: «Ma bisogna vedere se si realizzeranno le condizioni per poter lavorare seriamente, è un discorso tutto da fare». Un impulso notevole all'inchiesta l'avrebbe dato l'ex Gran Maestro Giuliano Di Bernardo, che quattro mesi fa ha abbandonato il Grande Oriente per fondare una nuova «comunione». Sarebbe stato lui a «confessare» a Cordova Tesi- stenza di logge segrete fondate «all'orecchio» (cioè senza che ce ne siano tracce) di Corona. Lo afferma lo stesso Corona, che aggiunge: «E' falso ed è stupido, ho già querelato Di Bernardo». Replica Di Bernardo: «Se Cordova ha deciso un provvedimento, certamente non l'ha fatto solo sulla base delle mie dichiarazioni». Frasi che lasciano intravedere una guerra tra massoni dietro l'inchiesta. Giovanni Bianconi Agostino Cordova

Luoghi citati: Napoli, Palmi, Roma