Solo gli Usa ci battono

In Italia si registrano 473 autoveicoli ogni mille persone In Italia si registrano 473 autoveicoli ogni mille persone Solo gli Usa ci bollono Ma l'età media è troppo elevata TORINO. Quarant'anni fa circolavano in Italia 613.000 autovetture, e il nostro Paese era in coda, per parco circolante, a tutti i Paesi industrializzati del mondo, ad eccezione del Giappone. Il Sol Levante ancora stentava a riprendersi dopo le immani rovine della guerra. Nel 1953 sulle strade degli Stati Uniti c'erano più di 46 milioni di auto, più del doppio rispetto a vent'anni prima, durante la grande crisi; nello stesso anno le statistiche parlavano di 2.825.000 vetture in Gran Bretagna, 2.527.000 in Canada, 1.832.000 in Francia, 1.314.000 in Germania. La nostra industria stava appena decollando, e la produzione era faticosamente salita a 144.000 macchine; ma nel complesso, considerando anche gli oltre 300.000 automezzi industriali, si aveva una densità di circa 50 veicoli ogni 1000 persone. Poi c'era stato il boom economico (oggi ci sembra lontano anni-luce), la produzione industriale raggiungeva sempre nuovi primati, ed era arrivato il Mercato Comune Europeo. Gli italiani di ogni ceto andavano rapidamente «scoprendo» l'automobile, bruciando le tappe verso la totale motorizzazione su quattro ruote. Secondo una recentissima rilevazione sul parco automobilistico mondiale, effettuata dalla V.dJV. (l'Associazione dell'in- dustria automobilistica tedesca), nel 1992 si è sfiorato il numero di 450 milioni di automobili circolanti, 7 milioni in più dell'anno precedente. Dalla stessa statistica risulta che sulle strade italiane circolano poco meno di 473 veicoli ogni 1000 persone: una densità che non ha rivali in Europa, e che è seconda al mondo soltanto a quella degli Stati Uniti, dove la stessa è di 583 macchine ogni 1000 persone. E' l'ennesima conferma che l'amore degli italiani per l'automobile è una specie di connotazione di carattere generale. Così, nonostante il difficile momento che stiamo attraversan¬ do, e che come sappiamo ha pesanti riflessi anche e forse soprattutto nel settore dei mezzi individuali di trasporto, il mito dell'automobile non pare destinato a tramontare. La concentrazione del parco circolante in Italia è cresciuta dal 1970 in poi a ritmi vertiginosi: si è passati dalle 167 vetture ogni 1000 abitanti di quell'anno alle 309 dieci anni più tardi e alle 422 del 1990, superando di slancio gli altri Paesi occidentali. Soltanto la Repubblica Federale Tedesca e la Svizzera sembrano in grado di mantenersi su livelli vicini agli incrementi percentuali raggiunti dall'Italia. Tutto questo è da considerare come una tendenza che, superato il periodo di bassa congiuntura, permetterà al mercato nazionale, oggi in grave difficoltà (anche se non è affatto il solo nel panorama europeo), di riprendere quota secondo i ritmi del recente passato? Su questo punto, come nella valutazione delle cifre sopra riferite, è opportuno andare cauti. Perché è vero che ia circolazione sulle nostre strade è quella indicata dalle statistiche, ma è altrettanto vero che le automobili possedute dagli italiani hanno un'età media sensibilmente più elevata che altrove, e così la loro durata. Nel nostro Paese, infatti, il 9,1% delle vetture ha un'anzia¬ nità superióre ai 15 anni, e il 33,8% un'età compresa fra i 6 e ilO anni. Nelle altre nazioni industrializzate soltanto dall'1,6 al 2,8% delle automobili ha più di 15 anni. La propensione, o forse sarebbe meglio dire la capacità economica, dei cittadini di altri Paesi a cambiare più spesso automobile risulta chiara anche dall'analisi dell'incidenza delle macchine nuove di fabbrica in rapporto al parco circolante. I veicoli con meno di 5 anni di vita rappresentano in Francia il 43,2% del totale, il 47% in Gran Bretagna, il 45,5% in Germania, mentre in Italia essi costituiscono sono solamente il 39,5% del totale. Altra interessante statistica. La vita media, cioè la durata delle auto, è in Italia di 14 anni, contro i 12 della Gran Bretagna, gli 11,9 della Germania e gli 11,8 della Francia. Ciò significa che gli italiani tendono a conservare più a lungo la propria vettura. Se questa «prudenza» (che in realtà è un evidente segno di una minore possibilità economica) dovesse sbloccarsi, vi immaginate come il mercato si impennerebbe, una volta usciti dal periodo di bassa congiuntura? Anche per questo tutti i costruttori continuare a puntare sul nostro Paese. Ferruccio Bernabò NUMER0 DI AUTO OGN11000 ABITANTI ITALIA 473 GERMANIA 468 SVIZZERA 464 SVEZIA 429 FRANCIA 421 AUSTRIA 409 REGNO UNIT0 406 BELGI0 404 FINLANDIA 384 N0RVEGIA 383 0LANDA 372 DAN I MARC A 310 IRLANDA 224 P0RT0GALL0 175

Persone citate: Ferruccio Bernabò