Agnelli un blitz da scudetto di Fabio Vergnano

Entusiasmo per il ritorno a casa della Juve, salutata anche dal primo tifoso Entusiasmo per il ritorno a casa della Juve, salutata anche dal primo tifoso Agnelli, un blitz da scudetto «Campionato particolare, potremmo farcela» TORINO. L'effetto-Neuchàtel si fa sentire. Mille persone in delirio ieri al Comunale per il ritorno della Juventus, tre auto della polizia a vigilare con discrezione, traffico bloccato in via Filadelfia. Non accadeva da tempo. Trapattoni, colto di sorpresa, ha cercato di evitare ai giocatori il passaggio sotto le «forche caudine» del tifo, spostando l'allenamento sul campo del Comunale, ma ha ricevuto un netto rifiuto perché i giardinieri del Comune stanno restaurando il manto erboso sempre più disastrato. Entusiasmo alle stelle quindi, giocatori costretti a subire autentiche «aggressioni», i nuovi arrivati spaventati di fronte a tanta passione. Ma si sono toccate punte di autentica follia quando alle undici in punto la Croma dell'avvocato Agnelli ha bucato il muro di folla, seguita dall'auto di Boniperti. «Avvocato ale, ale», gridavano i tifosi, con ovazioni che soltanto Roberto Baggio e Vialli finora avevano ricevuto. Quello del presidente della Fiat è stato il blitz dei blitz. Tre minuti esatti nello spogliatoio, e alle 11,03 era già in auto, questa volta con Boniperti seduto al suo fianco, per raccontargli tutto della nuova Juventus. Ma qualcosa l'Avvocato aveva già visto, la sua curiosità era soddisfatta. Poche immagini della partita con il Neuchàtel bastano per strappargli una battuta sdrammatizzante: «E' diffìcile esprimere giudizi in questo momento. Diciamo che per ora farebbero una buona figura nel campionato svizzero». Squilli di tromba per Fortunato. Avvocato, prego, è davvero l'erede di Cabrini? Agnelli si fa prudente: «Mi dicono tutti che è molto bravo. Non so, ve dremo col tempo». Altrettanto sbrigativo l'incontro con i giocatori. Un'attenzione particolare per i giovani, Baldini, Del Piero, Francesconi, poi ecco la frase magica: «Coraggio, ragazzi, sarà un anno particolare, ma possiamo vincere lo scudetto». Parole che dovevano rimanere nel segreto dello spogliatoio e che, se riferite in maniera esat¬ ta, tradiscono la grande attesa di Agnelli. In pochi giorni tutto è cambiato. Il 19 luglio, prima del raduno al Delle Alpi, l'Avvocato disse: «Mi auguro che la prossima stagione sia migliore di quella passata». Ora anche lui forse avverte i segnali della riscossa, proprio nella stagione in cui i movimenti di mercato della società sono stati condizionati dall'austerity. Già stasera avremo una verifica importante di programmi e ambizioni. La Juve debutta a St-Vincent nel Torneo Baretti contro gli inglesi del Southampton. Un avversario misterioso, secondo Trapattoni, «perché questi inglesi cambiano squadra spesso e diventa diffìcile seguirli». Ma in ogni caso ci vuole poco per capire che sarà un test più attendibile. La formazione non cambia. In attesa di Francesconi, avanti con il modulo a quattro punte. Parla il Trap: «Questa squadra merita di essere valutata con attenzione. Aspetto una conferma delle buone cose che abbiamo fatto domenica». Come a Neuchàtel, Moeller sarà determinante per gli equilibri della squadra. Ancora una volta dovrà coprire la fascia destra in appoggio a Vialli e Casiraghi, ma dovrà pure adattarsi a ripiegare per dar man forte alla difesa. E pure il Codino dovrà cercare di limitare le proprie incursioni, assestandosi sulle linea dei centrocampisti Dino Baggio e Conte. Ma l'assetto tattico che prevede Casiraghi potrebbe avere le ore contate. Se infatti il cen- travanti dovesse essere ceduto alla Lazio, Trapattoni avrebbe una grana in meno da risolvere, visto che idealizza una Juve con cinque difensori e un attaccante in meno. Molto potrà dipendere dagli sviluppi del caso Lazio-Boksic, giunto ormai alla stretta finale. Ieri il Grande Deluso aveva l'aria imbarazzata di chi sa, ma non può dire. Nel cuore, la speranza di poter ritornare a giocare da titolare e di non perdere un posto ai Mondiali. Evasivo anche Trapattoni: «Sono cose che non decido io. Preferisco non parlarne, perché ogni mia parola potrebbe essere fraintesa e strumentalizzata. Invece in questo momento abbiamo bisogno di tranquillità». Fabio Vergnano

Luoghi citati: Lazio, Torino