Ultimo lungo dello Stato-padrone

Al governo il documento dei cinque «saggi». Entro l'anno l'Imi ai privati, poi Comit e Credit Al governo il documento dei cinque «saggi». Entro l'anno l'Imi ai privati, poi Comit e Credit Ultimo lungo dello Stato-padrone Arriva il calendario delle privatizzazioni ROMA. Sotto a chi tocca. Si comincia dalle banche. In testa alla lista c'è l'Imi, in vendita entro l'anno. Poi sarà la volta della Banca Commerciale che dovrebbe sorpassare il Credito Italiano (entrambi cedibili nel 1993). E quindi nell'ordine sarà il turno dell'Ina nel gennaio 1994 e (fra il '94 e il '95) di Stet, Enel e Agip. Il calendario delle privatizzazioni reso noto ieri comincia quindi dal credito, uno dei settori in cui la proprietà dello Stato è più estesa. E' questa la svolta strategica del governo guidato da Carlo Azeglio Ciampi. Il processo di privatizzazione delle grandi società pubbliche viene ormai definito «irreversibile» non solo perché finalmente è stato messo a punto lo scadenzario delle vendite. Ma soprattutto perché sono stati scelti i consulenti che assisteranno le cessioni. Piero Barucci, Luigi Spaventa e Paolo Savona, rispettivamente ministri del Tesoro, del¬ l'Industria e del Bilancio, hanno tenuto ieri mattina un vertice per perfezionare le mosse all'insegna dello slogan «indietro non si torna». Barucci, Spaventa e Savona hanno ricevuto dal comitato di consulenza sulle privatizzazioni, presieduto dal direttore generale del Tesoro Mario Draghi, il rapporto sui primi trenta giorni di lavoro. Sin da lunedì Ciampi è informato degli orientamenti emersi. I tre ministri hanno accolto le indicazioni del comitato in particolare per la scelta delle banche d'affari che guideranno le procedure per le privatizzazioni. Si è così concretizzato il calendario delle privatizzazioni. Quelle prese in considerazione sono le operazioni maggiori, dopo la vendita di una parte della Sme (l'Italgel) e la ricerca di acquirenti per decine di società, come Pignone, Italstrade e Sidermar, oltre ai tronconi Sme rimanenti (Cirio-Bertolli-De Rica e Gs-Autogrill). IL SORPASSO - Il 30 dicembre scorso Giuliano Amato, predecessore di Ciampi, aveva dato un ordine categorico: la Comit non si privatizza finché non si vende il Credit. Amato non voleva intralciare la cessione del Credit decisa dal governo più di tre mesi prima. Nonostante questo, le manovre intorno alla Comit sono continuate. E soprattutto non sono spuntati acquirenti per il Credit. Così nel calendario di Ciampi è scomparsa la priorità per il Credit. Cancellato il diritto di precedenza, la Comit può facilmente passare avanti. Del resto da tempo la Mediobanca starebbe preparando vari progetti per favorire la privatizzazione. LA SORPRESA - Barucci, Spaventa e Savona hanno voluto insistere sulle banche. E pensare che questo settore ha finora dato molti grattacapi ai sostenitori delle privatizzazioni: non c'è solo il problema del Credit, ancora controllato dall'Ili. Da due anni il Tesoro avrebbe voluto vendere il 50% dell'Imi nelle sue mani. 14 mila miliardi attesi dalla cessione erano perfino iscritti fra le entrate del bilancio di previsione dello Stato. Ma non si è riusciti a trovare l'accordo con la Cariplo e le altre casse di risparmio che in fondo sono anche loro entità pubbliche. I tre ministri scommettono ancora sulle banche cambiando i meccanismi di vendita dell'Imi e l'ordine di cessione di Comit e Credit. MENO ASTE - Il comitato Draghi (composto anche dall'ex amministratore delegato del Credit Lucio Rondelli, dal consulente della Mediobanca Ariberto Mignoli, dal giurista Pier Gaetano Marchetti e dall'ex direttore generale del Banco di Sicilia Ottavio Salamone) ha delineato le procedure privilegiando le offerte pubbliche di vendita, meccanismo adottato sicuramente per Imi e Ina. Si è attenuto cioè alle indicazioni della direttiva impartita da Ciampi un mese fa. Con le offerte pubbliche di vendita vengono messe sul mercato le azioni delle società che in questo modo approdano in Borsa (solo la Stet è già quotata). Il Tesoro, Viri o l'Eni incassano il corrispettivo dei pacchetti ceduti. Con le opv il capitale viene frazionato al massimo fra risparmiatori e investitori. Se lo Stato perde la maggioranza, si creano le public company, società con una miriade di soci. E' questa una strada alternativa alla gara prevista per altre cessioni. Nel caso dell'Italgel, per esempio, sono state messe a confronto alcune proposte; ha vinto la Nestlé che ha offerto il prezzo maggiore. Con l'opv, si rimedia alla mancanza in Italia di grandi gruppi industriali in grado di rilevare il controllo delle maggiori società pubbliche. E le multinazionali hanno meno opportunità per lo «shopping». I TEMPI - In pratica il comitato Draghi e quindi i tre ministri hanno impiegato un mese per individuare i consulenti delle cessioni. In base alle loro indicazioni ora si procederà a tutta velocità. Resta però da verificare se il mercato finanziario è in grado di accogliere da oggi al prossimo gennaio la valanga di azioni di Imi, Comit, Credit e Ina messe in vendita. Ci sono rispar¬ miatori pronti a spendere complessivamente migliaia di miliardi per Imi e Ina? LO SPRINT DELL'IMI - Entro il 30 agosto sarà completata la procedura per la valutazione (del resto già nota). Entro l'anno deve scattare l'offerta pubblica di vendita. Il ruolo di coordinatori globali del collocamento è stato assegnato sia alla stessa Imi spa che alla Warburg, la banca che ha effettuato la perizia ai tempi della tentata vendita alla Cariplo. LO SCATTO DELLA COMIT Per il 15 settembre Uri deve scegliere i consulenti per la vendita. Ecco perché la privatizzazione può scattare entro l'anno. LA RINCORSA DEL CREDIT - Il lungo cammino verso i privati può terminare nel '93, ovviamente se spuntano gli acquirenti. Del resto il Credit figura con Comit, Agip e Stet fra le società per le quali Uri e l'Eni devono scegliere i valutatoli e i coordinatori dei collocamenti entro il 15 settembre. L'ATTESA DELL'INA - Lo stesso presidente Lorenzo Pallesi ha spiegato che l'offerta pubblica di vendita può partire a gennaio dopo la stima del valore della compagnia. Il consulente scelto da Draghi è la Schroeders, una banca d'affari specializzata nel settore assicurativo. Già indicati anche i coordinatori del collocamento: Comit, Credit, San Paolo, Imi e Goldman Sachs. I PREPARATIVI DELLA STET - La finanziaria per le telecomunicazioni dell'Ili (che detiene solo il 52,15%) si presenterà ancora sul mercato dopo il riassetto del settore. Alla società farà capo la Telecom Italia, il gestore unico nato dalla fusione di Sip, Italcable, Telespazio e Intel. Oggi in Parlamento è atteso l'ultimo sì al riassetto. L'ENEL IN PANCHINA - Prima di privatizzare, il governo deve rivedere il sistema tariffario e definire la concessione statale per il servizio elettrico (indicando compiti e doveri dell'Enel). Il comitato Draghi ha comunque già individuato nella Kleinwort Benson la banca d'affari che assisterà la vendita delle azioni. E' lo stesso istituto che ha curato la privatizzazione dell'ente elettrico inglese. L'AGD? IN MOVIMENTO - La caposettore per il petrolio dell'Eni chiude il calendario delle privatizzazioni perché ha bisogno di tempo per completare la riorganizzazione. L'Agip deve infatti liberarsi della partecipazione nell'Enichem che appesantisce i suoi conti. Poi potrà approdare in Borsa. Roberto Ippolito M'inizio del '94 si cederà anche l'Ina 1 SALDI Dl CIAMPI SOCIETA' COHSULENTI TERMINI PER LA VENDITA IMI WARBURG EIMI DICEMBRE COMIT * DICEMBRE - GENNAIO CREDIT * DICEMBRE - GENNAIO INA SCHROEDERS CON rcMNAin COMIT, CREDIT, S. PAOLO E IMI ucniwiu STET * FINE '94/INIZI '95 ENEL KLEINWORT FINE '94 / INIZI '95 AGIP * FINE '94 / INIZI '95 [*] II governo affida agli amministratori delegati delle stesse societa I'incarico di individuare i consulenti per il collocamento.

Luoghi citati: Italia, Roma, San Paolo, Savona