L'estate d'oro dei Btp di Ugo Bertone

22 Sui mercati europei calano i tassi e il franco si rafforza L'estate d'oro dei Btp Prezzi alle stelle per i «futures» MILANO. Quanti brividi si possono provare davanti a un terminale. Questo devono aver pensato ieri i cambisti di tutta Europa (e non solo d'Europa) sotto la pressione di sorprese, brividi, colpi di scena a catena. Per milioni di dollari, naturalmente. Il tutto mentre le cose, almeno per ora, vanno come vogliono i governatori: franco più forte, dollaro sotto controllo, marco (di poco) più debole. E la lira, i Bot, i Btp soprattutto al centro di una straordinaria attenzione dall'interno e dall'estero. Ma vediamo la commedia a lieto fine dall'inizio, tra i grattacieli tedeschi. Primo atto: Francoforte, ore dieci e trenta. La Bundesbank, la banca di Germania, annuncia i risultati dell'asta settimanale pronti contro termine. Roba da non credere. La quota a tasso variabile, per 13,9 miliardi di marchi, è stata assegnata al 6,70%, al di sotto del tasso di sconto che proprio la Bundesbank si era rifiutata di far scendere sotto il 6,75%. Altri 22,9 miliardi di marchi, a tasso fisso, sono stati invece assegnati al 6,80%. La notizia fa il giro d'Europa in pochi minuti/ La sorpresa è grande perché la Bundesbank ha accettato che i tassi veri, di mercato, scendessero sotto il tasso ufficiale. E' la prova che anche la Germania è pronta a dare ossigeno all'economia, senza agitare lo spauracchio dell'inflazione. I tedeschi cambiano politica? Fino a un certo punto. In realtà è la volontà del mercato, con i suoi fiumi di denaro pronti a riversarsi sul marco se non si allenta la stretta monetaria, ad imporsi su quella della Bundesbank. Secondo atto: piazza Affari, Milano, ore dieci e cinquanta. Passano venti minuti e Banca d'Italia annuncia i risultati del pronti contro termine lanciato in mattinata. Il tasso medio scende dal 9,78 al 9,60. Venti centesimi in meno. Non c'è male anche perché Bankitalia vigila per evitare discese più brusche verso il 9%, livello del tasso di sconto. Terzo atto: il computer, tra le undici e le tredici. Basta fermarsi un paio d'ore davanti ai monitore delle filiali bancarie e delle borse di tutta Europa per accorgersi che è in atto una piccola rivoluzione annunciata. Dopo Germania e Italia, è la volta della Finlandia. Anche qui pronti contro termine in calo, tassi in decisa flessione. E dopo la Finlandia tocca al Portogallo, all'Olanda, all'Austria e alla Spagna. La Francia? Per ora il franco respira, presto seguirà l'onda. Sme o non Sme, è impressionante verificare quanto sono stretti i collegamenti dell'Europa della finanza. Il denaro è ormai una materia prima come un'altra, regolata da contratti a termine, da opzioni, da altri meccanismi presi in prestito dai mercati delle merci e dei titoli azionari. Il risultato è che, nel mondo, ogni giorno, passano di mano tra i 900 e i mille miliardi di dollari (un milione e mezzo di miliardi di lire) di cui solo una piccola parte, un ventesimo circa, a fronte di scambi effettivi di merci. Sono numeri incredibili, importanti però anche per i comuni risparmiatori. Quarto atto: Londra, tra le undici e le sedici. Già, sull'onda del calo dei tassi, della buona salute della lira, della corrente dei denari che attraversa l'Europa anche i vecchi, tradizionali Bot vivono una giornata piena di emozioni. La prospettiva di un calo dei tassi, infatti, fa sì che i titoli già emessi che rendono di più finiscono con il valere di più. I Btp futures, ovvero i contratti a termine che consentono di acquistare i titoli ad un prezzo determinato in anticipo, schizzano ai massimi: 108 lire, 109, il nuovo primato milanese è di 109,58. A Londra, seppur di poco, va ancora meglio: 109,60. Poi i prezzi scendono di una lira, fino a 108,65. E non c'è da stupirsi se qualcuno vende dopo aver fatto affari d'oro. Sui futures dei Btp o delle valute è possibile moltiplicare i propri interventi di dieci volte o anche più. Investire cento milioni, ad esempio, per acquistare a termine un miliardo in titoli a reddito fisso o in marchi. E fare, in settimane come queste, guadagni eccellenti. Solo una settimana fa i prezzi oscillavano sulle 105-106 lire. Undici mesi fa, nel momento della crisi più nera della lira, i prezzi erano sulle 90 lire. Basta fare qualche conto per capire come gli operatori più attenti, dopo aver fatto guadagni eccezionali sulle valute, hanno moltiplicato i profitti scommettendo sui Btp. Cifre da capogiro, ma che c'entrano i risparmiatori? Che possono fare? Probabilmente accontentarsi dei nuovi Bot, a tasso più basso. Oppure puntare sui Cct, magari vendendo, con buoni profitti, i titoli che già si possiedono. O ancora dando uno sguardo a Piazza Affari. Senza trascurare l'oro. Op pure, limitarsi a guardare, con un misto di invidia e di ammi razione, le evoluzioni dei nuovi re Mida. E ricordarsi che non sempre hanno vinto. Ugo Bertone Il ministro del Tesoro Piero Barocci

Persone citate: Mida, Piero Barocci