Modugno in Puglia «Stasera canto io»

Modugno in Puglia «Stasera canto io» Mimmo fa la pace con il paese natale Modugno in Puglia «Stasera canto io» BARI. Una serenata, mille lire. Modugno, cioè Mimi, suonava la fisarmonica e cantava «Besame mucho». Era un professionista della serenata, «ma le donne anziché innamorarsi di chi me la commissionava racconta - si innamoravano di me. I musicisti facevano colpo». Dopo quarant'anni, mister Volare tornerà a cantare nella sua patria, sotto i balconi di Polignano a Mare, 30 chilometri da Bari, case a strapiombo sull'Adriatico. Data: 28 agosto. Per Polignano, sarà storia. Modugno canterà invitato dalla sua gente che dopo quarant'anni di rapporti assai difficili ha deciso di riabbracciarlo in musica. Non gli avevano mai perdonato, i conterranei, il suo vezzo di fingersi siciliano. Domenico Modugno, dalla sua casa di Lampedusa, con gli occhi fissi sul mare, spiega: «Non mi hanno mai capito. Negli Anni Cinquanta alla radio mi dissero: o canti in siciliano o non lavori. Ovviamente, cantai. Dovevo mangiare. Al mio paese la presero male. Ma io Polignano ce l'ho nel cuore, sono pronto per il 28, sempreché non mi facciano scherzi. Perché ricordo che una quarantina d'anni fa mi invitarono a cantare, lo feci, ma poi mi ritrovai con un signore che vendeva i biglietti. No, niente scherzi, dissi, io canto gratis. Mi chiami il sindaco per dirmi che non mi giocano tiri mancini». E' stata proprio l'amministrazione comunale, in collaborazione con i commercianti, a organizzare la celebrazione che si aprirà con la banda e il motivetto «Volare». Poi Mo dugno salirà su una vecchia Fiat Topolino per un giro in paese e un corteo di barche lo porterà lungo la costa. Sarà un nuovo debutto alla vigilia del suo ritorno alle incisioni con il disco del figlio Massimo (uscirà a settembre) in cui Mo dugno canta nel brano «Delfi ni». «Mi sento in gran forma dice - pronto per una tournée e pronto a girare il mondo, co me un tempo. Chissà che non lo faccia davvero, con Massimo». Confessa: «Faccio le vacanze a Lampedusa perché questo mare mi ricorda quello di Polignano di cinquant'anni fa, vicino alla mia casa di piazza Minerva che sono disposto a ricomprare subito, se me lo permettono». In quella casa di piazza Minerva, che ora si chiama piazza Caduti di via Fani, Modugno nacque il 9 gennaio del 1928 e visse fino all'età di quattro anni. Poi, quando il papà vinse il concorso per il comando dei vigili urbani, emigrò a San Pietro Vernotico, in provincia di Brindisi. Ma tornò sempre a Polignano, quanto basta per far nascere su di lui una antologia di aneddoti che adesso, in occasione della celebrazione, Alberto Selvaggi, redattore della «Gazzetta del Mezzogiorno» e collaboratore di «Panorama» ed «Epoca», ha raccolto in un sottile libretto zeppo di indiscrezioni che il Comune ha edito in copie limitate. Titolo: «Modugno, la vita segreta». C'è il Modugno scapestrato e donnaiolo che strimpellava la chitarra per raccattare qualche lira: «Mille lire a colpo non era tantissimo, si andava al ristorante con la ragazza o due-tre volte al cinema». Come un gagà, uno spaccone lo dipingono i suoi amici, ma Modugno smentisce: «Gagà? No, il gagà è lo "scicchettone" presuntuoso che racconta le sue avventure amorose e poi esce con una racchietta con la barba», scherza. «I miei compaesani dicono qualche bugia di troppo». Smentito anche l'aneddoto datato '58, quando, tornato a Polignano a cantare in riva al mare, Modugno fu preso in braccio dai suoi amici, in testa il gelataio del paese («Si spacciava per mio cugino») e minacciato: «Ahò, questo qua mica ha detto ai giornali che è di Polignano a Mare, ha detto che è siciliano per fare carrie¬ ra. E allora noi lo buttiamo giù». E sporgendolo giù dalla balconata, lo tennero in sospeso nel vuoto. E poi il palco che andò giù, uno scherzo terribile. Mister Volare non riconoscerebbe neppure una virgola di questo raccontino che sta dice lui - fra storia, leggenda e la sacra menzogna paesana che fa molto colore. «Ma chi le racconta queste palle?». E sono «palle» anche quelle raccontate dall'ex barbiere Pasquale Coda la cui bottega era crocevia di musicisti, ornata di violini, chitarre e una fisarmonica che «un giorno Mimi volle comprare dicendomi: "Passerà papà a pagare"». Racconta il barbiere: «Ma il papà non ne sapeva nulla e neppure quel galantuomo dello zio. Beh, io Modugno lo rividi in televisione. La fisarmonica mai più». Replica Modugno: «La prima fisarmonica me la regalò mio padre ed eravamo a San Pietro Vernotico». Potrebbero passare altri quarant'anni e Modugno e i suoi amici resterebbero a litigare a distanza, a insultarsi elegantemente o in modo un po' volgarotto come quando, entrato nel mondo delle star dopo es sere stato respinto anche da Vittorio De Sica, mister Volare ricevette una telefonata dai suoi amici sempre pungenti «Ma dove l'hai presa quella voce, prima facevi schifo». E lui, di rimando: «L'ho sempre avuta, fregatevi». «Quella voce ce l'ho ancora, vedrete», dice ora Modugno che non s'è mai arreso alla pi grizia anche dopo la malattia che lo colpì anni fa. «Il 28 ci vediamo a Polignano - promette -. Preparo gli orchestrali, ma non fatemi scherzetti» Lo aspetta Anselmo Galluzzi, pensionato, ex commerciante in Brasile, amico del cuore spalla nei concerti (suonava la fisarmonica) e in amore, che ricorda: «Prendevo le donne che Mimi mi passava». Sandro Tarantino Non gli perdonavano di fare il siciliano Concerto il 28 agosto e un libro di aneddoti Domenico Modugno (foto grande) A destra il figlio Massimo

Luoghi citati: Bari, Brasile, Brindisi, Lampedusa, Polignano A Mare, Puglia, San Pietro Vernotico