Ho scoperto sei Von Goght fallito

Ho scoperto sei Von Goght fallito I disegni comprati per 100 mila lire dovevano essere esposti a Courmayeur Ho scoperto sei Von Goght fallito In cella ad Aosta per un debito di 218 milioni AOSTA. Tre anni fa ad Arles, in Provenza, aveva dato un calcio al passato di affari sballati: per 100 mila lire aveva acquistato sei disegni di Vincent Van Gogh. Il museo Van Gogh di Amsterdam li aveva bollati come falsi, ma una perizia di 170 pagine della polizia scientifica di Parigi li ha poi definiti autentici. Ma il passato è riaffiorato e ora il neomiliardario è in carcere per un debito non pagato di 218 milioni. La storia di Francesco Plateroti, 46 anni, aostano, ma residente a Parigi, comincia all'inizio degli Anni 80 quando il ristorante che gestisce a Pila, conca sciistica alle spalle di Aosta, sprofonda nei debiti. E finisce a Courmayeur quando due settimane fa doveva inaugurare la «prima mondiale» sui sei disegni di Van Gogh, l'«album japonais» dedicato a Paul Gauguin. I disegni non arrivano perché rischiano il sequestro. Sono beni coinvolti nel fallimento del loro scopritore. Dopo il «crack» di Pila, Plateroti era andato a cercar fortuna in Spagna, poi in Francia. Durante la sua assenza dalla Valle d'Aosta i suoi creditori lo cercano. Lui viene condannato a 2 anni e 5 mesi per bancarotta fraudolenta. Due sono condonati, ma i 5 mesi restano. Plateroti trova i Van Gogh e un finanziatore che gli permette di pagare il laboratorio scientifico della polizia francese. La perizia dura tre anni, per gli specialisti francesi i sei disegni sono del grande pittore olandese. E il neomiliardario annuncia mostre in tutto il mondo. Per la prima esposizione sceglie Courmayeur. Ma una volta in Italia scatta la condanna per bancarotta che gli impone «l'affidamento in prova al servizio sociale», una sorta di libertà vigilata. Plateroti e il suo avvocato cercano contatti con il curatore fallimentare del crack di Pila: offrono 90 milioni in contanti, i proventi della mostra, 3000 dépliants, al¬ trettanti libri. Poi un settimo Van Gogh, fino a quel momento rimasto segreto, il disegno del dipinto «Les toits de Paris». Ma il curato re vuole i soldi, non dei «pagherò». L'«album japonais» continua a rimanere a Parigi, la mo stra slitta, poi viene annullata. Plateroti insiste: «Da Courmayeur non porto via niente. Ce la farò a trovare il denaro». La settimana scorsa il sostituto procura tore di Aosta Cannine Esposito firma un avviso di garanzia nei suoi confronti. Ipotizza l'accusa di sottrazione di beni coinvolti nel fallimento. L'ultimo atto è di martedì: in 24 ore lo stesso magistrato chiede gli arresti domiciliari e il giudice di sorveglianza, proprio in base a questa richiesta, revoca l'affidamento. Per Plateroti si aprono le porte del carcere e si chiudono, senza appello, quelle della mostra di Courmayeur. Enrico Marti net

Persone citate: Enrico Marti, Esposito, Paul Gauguin, Van Gogh, Vincent Van Gogh