Suicidio di massa contro la diga

Suicidio di massa contro la diga INDIA Contestano un ciclopico progetto idrico nel Gujarat: spazzerà via i villaggi Suicidio di massa contro la diga Ecologisti minacciano di uccidersi per protesta NEW DELHI. Con un comunicato di poche righe il Movimento per la salvezza del Narmada ha confermato per domani il «suicidio in massa» dei propri attivisti, una forma estrema di protesta per fermare la costruzione di un gigantesco sistema di dighe nell'India Centrale. Il comunicato firmato da Medila Patkar, l'assistente sociale di 38 anni che guida la protesta, è di poche righe: «Il suicidio di massa - dice - non è né una minaccia né un gesto di propaganda ma un piccolo passo che rafforzerà la volontà degli intoccabili, dei tribali, degli sfruttati... sfideremo il falso sviluppo usando la nostra vita come un'arma». Le dighe sul fiume Narmada, destinate a rifornire di acqua le regioni aride dello Stato del Gujarat, sono da otto anni al centro di una battaglia tra governo ed ecologisti. I villaggi dove vivono trecentomila persone, sorgono antichi templi e 39 mila ettari di foresta saranno sommersi dalle acque. Secondo il Movimento si tratta di un prezzo troppo alto. «E' una cultura che sparirà», ha dichiarato Medha Paktar. Dopo il fallimento delle trattative col governo ai primi di luglio, Medha Paktar e l'altro leader del movimento, l'ottantenne gandhiano Babà Amte, hanno annunciato che se entro il 6 agosto il governo non avesse inziato una revisione del progetto, sarebbero passati all'estrema forma di lotta. Alla vigilia della scadenza, la minaccia degli attivisti del Movimento appare estremamente realistica. Tutti i principali leader non sono a Delhi e, probabilmente, hanno raggiunto alla spicciolata nei giorni scorsi la, o le, località segrete scelte per la protesta. In Parlamento il deputato dell'opposizione George Fernandes ha chiesto ieri al governo di «trovare una soluzio¬ ne» entro oggi, mostrando di prendere molto sul serio la minaccia di Babà Amte e di Medha Paktar di ricorrere al «jal samadhi» (suicidio attuato lasciandosi sommergere dalla acque). Il governo ha annunciato la scorsa notte la costituzione di una «commissione di saggi» che dovrà studiare i vari aspetti del problema. La disputa sulle dighe del Narmada, prima di giungere a questa drammatica svolta, aveva avuto forte risonanza internazionale, tramutandosi in un'accesa polemica sui problemi dello sviluppo. La Banca mondiale, principale finanziatore del progetto fino alla scorsa primavera, era sul punto di ritirarsi dal progetto quando, precedendola, il governo indiano aveva annunciato la rinuncia ai suoi contributi. Il costo del progetto - la cui realizzazione è in stadio avanzato - è valutato tra i due e i quattro miliardi di dollari. [Ansa]

Persone citate: George Fernandes, Medha Paktar

Luoghi citati: India