Far West in paese dopo la rapina

Il conflitto a fuoco nelle strade di un centro della Brianza: ferito un bimbo di 4 anni Il conflitto a fuoco nelle strade di un centro della Brianza: ferito un bimbo di 4 anni Far West in paese dopo la rapina Sparatoria coi carabinieri, morto un bandito MILANO. Sono stati minuti di terrore quelli vissuti ieri mattina dagli abitanti di Lentate sul Seveso, una cittadina della Brianza. Tre rapinatori, che avevano assaltato l'ufficio postale, si sono scontrati con una pattuglia dei carabinieri in normale giro di perlustrazione. Ne è nato un furioso conflitto a fuoco lungo le strade della cittadina, che si è concluso con la morte di uno dei banditi, mentre un complice è rimasto ferito. Ma i proiettili esplosi dai rapinatori durante la sparatoria hanno colpito una donna e un bambino di quattro anni, che fortunatamente hanno riportato ferite leggere. Una scena da Far West cominciata poco dopo le 10,30. E' stato infatti a quell'ora che nell'ufficio postale di via Papa Giovanni XXIII si sono presentati due banditi a viso scoperto e armati di pistole. Un terzo malvivente è rimasto fuori, alla guida di una Lancia Thema risultata rubata. Dopo la rituale frase: «Questa è una rapina, consegnate i soldi e non succederà niente», pronunciata all'indirizzo degli impiegati e delle due persone agli sportelli, i banditi hanno preso 30 milioni e sono usciti correndo. Nel frattempo, però, all'esterno dell'edificio una donna spaventata aveva cominciato a urlare, richiamando l'attenzione di due carabinieri che, a bordo di una «pantera», stavano svolgendo un giro di perlustrazione. E' stato a quel punto che si è scatenato l'inferno: i rapinatori hanno cominciato a sparare verso l'auto dei carabinieri, colpendo però Norma Brenna, 23 anni, di Misinto, raggiunta di striscio al braccio e al seno, e il piccolo Stefano Orsenigo, 4 anni, di Lentate, il quale era a passeggio in compagnia del nonno Carlo di 73 anni. Il piccolo è stato raggiunto da un proiettile calibro 7,65 che gli ha trapassato la coscia sinistra. I due feriti sono stati trasportati all'ospedale di Desio, dove sono stati medicati e giudicati guaribili in pochi giorni. Dopo aver esploso i primi colpi, i malviventi sono riusciti a salire sulla Lancia Thema: l'auto, inseguita dalla «pantera» dei carabinieri, ha cominciato a percorrere a grande velocità le strade del centro cittadino e diverse persone hanno rischiato di essere investite. Il tentativo di fuga non ha però avuto fortuna: i tre banditi non sono riusciti a distanziare gli inseguitori e l'uomo che era al volante si è diretto nel cantiere dov'è in costruzione il sottopassaggio della Milano-Meda. Forse sperava di arrivare sulla veloce superstrada e poter così distanziare l'auto dei militari. A questo punto il rapinatore che si trovava sul sedile posteriore si è sporto dal finestrino e ha cominciato a sparare verso i carabinieri per costringerli a rallentare. I militari hanno invece risposto al fuoco con la mitragliet- ta, centrando la Lancia Thema che ha sbandato ed è finita contro un terrapieno del cantiere. L'unico ad uscire subito dalla vettura con le braccia alzate è stato Massimo Quaranta, 23 anni, incensurato e disoccupato, che abita a Venegono. Subito ammanettato, il rapinatore è stato portato in carcere. Non si sono invece mossi gli altri due. Il capo Giuseppe Bertolino, 30 anni, originario di Castelvetrano, ma abitante a Malnate (Varese), pluripregiudicato per rapina, detenzione di armi, furto, estorsioni e lesioni - e da diverso tempo tenuto d'occhio dai carabinieri di Varese -, era rimasto ucciso sul colpo. Sul sedile anteriore, di fianco al posto del guidatore, c'era Luciano Biemmi, 36 anni, abitante in Valmorea, uscito dal carcere cinque mesi fa dopo aver scontato una pena per traffico di droga. L'uomo era stato raggiunto dai proiettili alla schiena. Soccorso con l'eliambulanza, è stato trasportato nel reparto di chirurgia dell'ospedale di Niguarda, dove è stato sottoposto ad un lungo e delicato in¬ tervento all'intestino. La prognosi è riservata, ma sembra non corra pericoli di vita. A bordo della Thema sono stati trovati il sacchetto di plastica con i trenta milioni, due pistole semiautomatiche calibro 7,65, un revolver calibro 38. Giuseppe Bertolino, che nell'89 era stato rilasciato e sottoposto alla sorveglianza speciale, era nel mirino dei carabinieri di Varese, che lo sospettavano di essere il responsabile di altri «colpi» messi a segno nella zona. L'unico incensurato è Massimo Quaranta, un disoccupato che si era fatto la fama di ottimo pilota di auto di grossa cilindrata al punto da venire arruolato dal boss proprio come autista della Lancia Thema. I carabinieri non escludono che la banda abbia scelto la Brianza per mettere a segno dei colpi negli uffici postali proprio perché si sentiva messa alle strette nel Varesotto. Tra l'altro, l'ufficio postale di Lentate sul Seveso era stato rapinato già due settimane fa. Silvia Masieri I malviventi avevano assaltato l'ufficio postale Era stato preso di mira già due settimane fa A sinistra, gli investigatori vicino all'auto dei rapinatori, sul luogo dove si è concluso l'inseguimento. Sopra Luciano Biemmi, ferito dai carabinieri e, a fianco, Giuseppe Bertolino, morto nella sparatoria

Persone citate: Giovanni Xxiii, Giuseppe Bertolino, Luciano Biemmi, Silvia Masieri I, Stefano Orsenigo