Un «paracadute» per i mutui di chi ha puntato tutto sull'Ecu di Mario Salvatorelli

Un «paracadute» per i mutui di chi ha puntato tutto sull'Eoi Un «paracadute» per i mutui di chi ha puntato tutto sull'Eoi SOPRAVVIVERE NEL«DOPO-SME» ROMA ELLE variazioni - quasi tutte al ribasso ma peraltro limitate a frazioni di punto - dei cambi con le altre valute (dollaro e franco svizzero compresi) registrate ieri dalla nostra lira, le attenzioni di molti risparmiatori erano puntate sull'eoi. Il motivo era ed è semplice: la sorte della «moneta europea» nella quale una moltitudine di cittadini ha contratto mutui per l'acquisto della casa, in generale prima, in molti casi anche seconda abitazione, ma in entrambi i caso per diffidenza nei confronti della lira. Per la speranza di risparmiare qualcosa puntando sull'ecu, o di spendere di meno nel corso del tempo, giocando tra la prevedibile svalutazione della lira e il più basso interesse stabilito generalmente per questi mutui. Il «gioco», come sappiamo, non ha finora premiato i giocatori, eccettuati, forse, quelli che hanno contratto mutui parecchio tempo fa, a un cambio lira-ecu inferiore alle 1500 lire e all'interesse del 9-10%, mentre ha punito e severamente soprattutto quelli che hanno contratto mutui dopo la crisi della lira con il conseguente rialzo dell'ecu fino alle 1800 lire ed oltre. E' accaduto, così, che la differenza tra una svalutazione di oltre il 20% nei confronti dell'ecu ha più che annullato il beneficio di pagare per il mutuo un interesse anche di 3-4 punti percentuali inferiore a quello praticato generalmente per i mutui in lire. Di questo «pessimo affare» fatto dai risparmiatori attratti dall'ecu anche per i mutui (oltre che dalle obbligazioni e dai titoli di Stato «denominati» nella moneta eurupea, ma questo è un altro discorsoi, si è reso conto, nella mattinata di ieri, l'europarlamentare Enzo Mattina il quale prima di conoscere il comportamento della lira (ottimo) all'apertura dei cambi della nuova settimana (la prima dopo la decisione di ampliare la banda di oscillazione dei cambi tra le valute dello Sme, allo scopo di tagliare, almeno fino a un certo punto, le unghie alla speculazione), ha presentato alla commissione del Consiglio della Comunità Europea un'interrogazione in difesa dei risparmiatori, ma all'apparenza, almeno, senza speranza di essere accolta. Si tratterebbe, infatti, secondo il socialista Mattina, di «individuare, di concerto con le banche centrali, da parte della Cee, misure che eliminino o quanto meno attenuino le conseguenze negative derivanti dalla crisi dello Sme per gli operatori economici e i cittadini che hanno contratto mutui in ecu». Questo, continua l'eurodeputato, perché «i governanti europei avevano assunto impegni solenni per realizzare una moneta unica... stabile e particolarmente consigliabile per chi avesse l'esigenza di effettuare investimenti». Poi, la crisi dello Sme e il venir meno della volontà politica «da parte di taluni governi europei di tener fede agl'impegni assunti» ha determinato una situazione della quale «è assolutamente iniquo che proprio quei cittadini che hanno creduto nell'Europa debbano sobbarcarsi le disastrose conseguenze». Abbiamo detto che l'interrogazione di Mattina, almeno all'apparenza, ha poche speranze di essere accolta. Ma ci sarebbe un precedente che potrebbe giocare a favore del suo accoglimento. Si tratta di una legge, approvata negli Anni 80 dal Fondo di ristabilimento del Consiglio d'Europa, oltre che, naturalmente, dal nostro Parlamento, che copriva le oscillazioni di cambio lira-ecu superiori al 3%, per i mutui erogati dal Fondo suddetto alle cooperative edilizie e altri enti sociali, legge che, se non andiamo errati, è ancora in vigore, a favore della piccola proprietà abitativa. Ammesso che questa legge denominata, sempre salvo errore, «legge Stammati», dal ministro del Tesoro dell'epoca, sia ancora in vigore, di valido sostegno e copertura contro il «rischio-cambio» tra lira ed ecu, non c'è, quanto meno parzialmente, che l'attività delle banche, la quale, però, essendo istituzionalmente a breve termine, non può coprire questo rischio oltre i 24 mesi. Certe banche, cioè, e a certe condizioni, s'impegnano a fornire ai richiedenti (le cui richieste, ovvia¬ mente, siano state accolte) le necessarie somme in valuta, nel nostro caso in ecu, a certi prezzi e alle scadenze prestabilite. Altre «coperture» contro i rischi di cambio, al di fuori della compra-vendita dei titoli «a termine» (o «in futuro») non credo che esistano, in ogni caso nulla che possa interessare i piccoli risparmiatori, esposti, come sempre, a tutti i rischi, quelli di cambio compresi, senz'altra difesa del loro buon senso e della loro innata prudenza. Questo non significa però - anzi dovrebbe essere un buon motivo a favore - che non si possa prendere in esame la proposta di Enzo Mattina, se non altro per vedere sino a quando la speculazione internazionale, avrà «licenza di uccidere», senza alcuna conseguenza negativa. E, tutto ciò, non va dimenticato, vale anche per il marco, ormai ufficialmente riconosciuto come unica moneta abilitata a fare tutto ciò che riterrà opportuno, a beneficio della «Grande Germania Unita» e a danno dell'Europa, ormai altrettanto ufficialmente, disunita. Mario Salvatorelli

Persone citate: Enzo Mattina, Stammati

Luoghi citati: Europa, Germania, Roma