E una meta leggendaria di R. Cri.

le Jorasses le Jorasses E una meta leggendaria AOSTA. Per raggiungere la vetta delle Grandes Jorasses, 4201 metri sulla sinistra orografica del Dente del Gigante, ci vogliono due giorni. Nel primo dopo essere partiti da Planpincieux, in Val Ferret, sopra Courmayeur, gli alpinisti raggiungono il rifugio Gabriele Boccalatte-Mario Piolti, posto a 2800 metri di altitudine. Nel secondo iniziano la scalata vera e propria. Dopo la partenza dal rifugio, gli alpinisti devono superare il ghiacciaio delle Jorasses e poi si prende il Rocher Whymper da dove raggiungono la vetta. Una scalata molto frequentata: soltanto ieri, attraverso diverse vie, una cinquantina di persone hanno raggiunto le Grandes Jorasses. Dal versante italiano, le Grandes Jorasses si mostrano articolate e nervate da poderose creste e speroni che precipitano sulla Val Ferret italiana. Dal versante francese, invece, si presentano come una compatta e isolata bastionata verticale emergente dal più grandioso e «himalayano» complesso glaciale del gruppo: la Mer de Giace, che scende per oltre 14 chilometri sino a lambire le abetaie di Chamonix. Andrea Mellano nel libro «Dimensione 4000» edito da Brunner di Como, definisce le Grandes Jorasses, «la più straordinaria muraglia dell'arco alpino». Sono tra le cime più «frequentate» dagli alpinisti. Tra i primi a raggiungerle, le guide di Courmayeur. Un'impresa che risale al secolo scorso, 1865 per la precisione, lo stesso anno in cui fu «vinta» la Verte. Addirittura al 1786 risale la storica conquista del Monte Bianco. A raggiungere per la prima volta il tetto d'Europa furono Balmat e Paccard. Tutti i nomi più famosi dell'alpinismo hanno scalato le Grandes Jorasses: da Emilio Rey, il «principe» delle guide alpine nel secolo scorso ai fratelli Gugliermina, a Francesco Ravelli. «Dopo gli Anni Trenta - scrive Andrea Mellano - si danno battaglia gli esponenti dell'alpinismo tecnico atletico. Molte sono le difficoltà che allettano gli scalatori: tra queste le grandi pareti Nord delle Jorasses. Vi si cimentano, uno dopo l'altro, i grandi della stagione alpinistica moderna: Gervasutti, Cassin, Cretier, Charlet, Allain, Frendo». Nell'immediato dopoguerra e negli Anni Sessanta è la volta di Walter Bonatti, un altro numero uno del nostro alpinismo, [r. cri.]

Luoghi citati: Aosta, Como, Courmayeur, Europa