LA MONTAGNA PIÙ FORTE

LA STAMPA LA MONTAGNA PIÙ' FORTE Grandes Jorasses. Colpa forse dell'elevata temperatura che ha reso la neve instabile (la notte era stata insolitamente calda per quelle quote), forse dei primi movimenti del ghiacciaio che in condizioni di tempo particolari può cominciare a «camminare» anche all'alba, forse del clima che ha caratterizzato i mesi estivi, con pioggia nel fondovalle e nevicate abbondanti e recenti oltre i 2500 metri, neve «debole» che si amalgama con difficoltà con lo strato pre-esistente, neve che non fa presa e che rischia facilmente di precipitare sotto il suo stesso peso. Sono salito più volte lungo la normale da Sud alle Grandes Jorasses. E' una via classica del massiccio del Bianco, abbastanza impegnativa e pericolosa. I rischi maggiori sono costituiti dalla presenza di grandi colatoi che, nel caso di distacco di blocchi di neve e ghiaccio, diventano canali di morte, autentici trampolini di lancio per le slavine. La trage dia è avvenuta in uno dei punti più pericolosi, dove di solito si prosegue molto lentamente, passando ad uno ad uno. Per affrontare una montagna insidiosa come il Bianco, ci vogliono preparazione tecnica e molta «testa». Credo che né l'una né l'altra mancas sero agli otto alpinisti (tra cui una esperta guida) che hanno perso la vita sotto la valanga e non credo nemmeno avessero ricevuto informazioni sbagliate su condizioni climatiche e stato delia neve in quota. La verità drammatica, ma che ha sempre segnato la storia del l'alpinismo, è che ieri alle 4,20 del mattino nella sfida con l'uomo ha vinto la montagna. Nel modo più crudele. Achille Compagnoni

Persone citate: Achille Compagnoni, Bianco