ISRAELE LO STERMINIO E IL DIRITTO di Fiamma Nirenstein

ISRAELE LO STERMINIO E IL DIRITTO IL CASO DEMJANJUK ISRAELE LO STERMINIO E IL DIRITTO G LI israeliani sono affaticati e divisi dopo il doppio shock che ha nome John Demjanjuk: prima, meno di una settimana fa, l'eroismo giuridico di prosciogliere l'ucraino estradato dagli Stati Uniti nel 1986 dall'accusa di essere Ivan il Terribile, il boia di Treblinka. Poi, domenica scorsa, quando già l'aereo che doveva portare Demjanjuk a Kiev rollava sulla pista, e il vecchio ucraino si apprestava a recuperare la libertà, la visita delle guardie carcerarie dove il detenuto attendeva con la valigia in mano: l'Alta Corte aveva accettato il ricorso che chiede di verificare gli estremi per processare l'imputato, accusato di essere stato un feroce nazista e non più a Treblinka, ma a Sobibor. Demjanjuk ha urlato, si è sentito male, ha preso una grossa dose di sedativi. Il mondo intero si è interrogato: se Israele aveva osato in nome della legge superare l'emotività che si scatena quando il tema della Shoah diventa cocente, perché non ha voluto tenere questa posizione fino alla fine? Perché ha rinunciato a una scelta che aveva fatto esclamare tutto il mondo al rigore e alla pulizia della giustizia israeliana? Il destino fattuale di Demjanjuk è nelle carte: la sua estradizione era legata all'accusa di essere Ivan il Terribile, ma i sospetti che restano, e per i quali bisogna vedere se è ancora processabile, sono quelli di essere comunque un feroce sterminatore di ebrei. Molti, in Israele, semplicemente non apprezzano che una figura siffatta vada libera dalle prigioni dello Stato che ha più titolo per tenere viva la memoria della Shoah. Ma, al di là di questo, qualcosa pesca ben più a fondo nella coscienza, e riguarda il rapporto fondante che esiste fra lo Fiamma Nirenstein CONTINUA A PAG. 2 QUARTA COLONNA

Persone citate: Demjanjuk, John Demjanjuk

Luoghi citati: Israele, Kiev, Stati Uniti