Sordi sarò un anti Don Camillo

Parla l'attore che il 6 riceverà un omaggio da Macerata con Piero Piccioni Parla l'attore che il 6 riceverà un omaggio da Macerata con Piero Piccioni Sordi: sarò un anti Don Camillo Prepara ilfilm mi disastri di Roma In tv porterà un prete fra i corrotti ROMA. Un altro omaggio ad Alberto Sordi, l'attore che sullo schermo è riuscito più di chiunque altro a raccontare la nostra storia quotidiana nelle sue miserie, ma anche nei suoi scatti d'orgoglio, nel suo modesto andare quotidiano ma anche, più raramente, nelle grandi tragedie collettive. E' la serata che la città di Macerata dedica il 6 agosto nello spazio dello Sferisterio alla coppia Alberto Sordi-Piero Piccioni. «Veramente - confessa ridendo Sordi - io sono solo un ospite: l'omaggio è alle musiche di Piccioni, il musicista che ha scritto le migliori colonne sonore di cento film italiani tra cui anche i miei». E allora perché il suo nome troneggia nella locandina? «Per acchiappare il pubblico. E' una trappola». Ma questa di Sordi non è la verità. Lo spettacolo nasce infatti con il titolo di «La storia di un italiano», che è poi quello della famosissima lunga serie televisiva con cui Alberto Sordi ha liberamente riassunto la sua lunga carriera cinematografica. Si tratta di uno spettacolo misto. Nel primo tempo, su un grande schermo, sfileranno alcune sequenze dei più famosi dei film di Sordi musicati da Piero Piccioni, da «Fumo di Londra» a «Un italiano in America», da «Amore mio aiutami» a «Polvere di stelle», da «Io e Caterina» a «Tutti dentro». Nel secondo tempo un gruppo di giovani ballerini, coordinati da Salvatore Capozzi dell'Opera di Roma autore anche delle coregrafie, eseguiranno il balletto ispirato proprio a questi film. Ideatore della serata è Paolo Alberti che sul palco, in veste di coordinatore, farà rapide interviste a Sordi e agli amici che lo accompagnano. Legatissimo a Piccioni, con cui ha da anni una frequentazione professionale e amichevole, Sordi sostiene di aver avuto da lui e dalle sue note l'i¬ spirazione per più di ima sua sequenza cinematografica. «Io lo dico sempre: Piccioni è come Puccini, conosce l'arte della melodia. Piccioni sembra un burbero, un anticonformista, uno che non guarda al sentimento, ma invece le sue composizioni hanno gusto e raffinatezza, e poi arrivano al cuore». E' per questo che avete lavorato tanto insieme? «Certamente. Io credo che la musica debba far sentire più buoni. Un'opera melodica e sentimentale addolcisce la durezza del vivere. La musica contem¬ poranea, spezzata, dura, metallica non la capisco affatto». Il rock però rispecchia il nostro tempo: le tensioni si esprimono meglio con suoni tesi. «Non discuto. Questa è la vita moderna. I tempi veloci, l'ansia del fare, i contrasti sociali, lo scontro di interessi hanno generato una musica diversa da quella melodica. E' così. La società contemporanea impone questi ritmi. E' vero. La nostra vita è questa. Ma è una brutta vita. Si vive male. E io voglio ricordarlo a tutti». A che scopo, Sordi? «Magari qualcuno ci ripensa e ricominciamo a vivere in maniera più umana». E proprio su questo tema, la vita com'era, la vita com'è, il tempo, la fretta, il pensiero, la mancanza di tempo e di pensieri, Sordi sta lavorando in questo momento. Con Sonego ha scritto la storia di un vetturino romano, Nestore, uno di quelli che portavano in giro i turisti in carrozzella. E a fine agosto questo soggetto diventerà un film. Un film per raccontare Roma, la sua bellezza, i suoi monumenti che il traffico, la «monnezza» e adesso anche le bombe, stanno rendendo invisibili. Ma anche per raccontare gli animali, i vecchi, i poveri ai quali pochi riescono ormai a regalare umana pietà. C'è anche un altro progetto, la vicenda di un prete di paese, non certo Don Camillo, però, perché è un prete contemporaneo, che Sordi vorrebbe portare in televisione attraverso un lungo sceneggiato a puntate. Grazie a questo prete che si batte contro l'autorità costituita, gli piacerebbe tracciare l'affresco di un paese del Centro Italia, attivo e prospero, afflitto da ricatti e corruzioni, ma anche capace di una riscossa morale. Un paese normale, insomma, dove per far passare la bufera, ci si stringe intorno alla chiesa, l'unica istituzione sopravvissuta al crollo. Da romano e da papalino, Alberto Sordi ne è convinto. [si. ro.] Con la religione ci offrirà un simbolo per la rinascita Il musicista Piero Piccioni collaboratore di Sordi. A Macerata si celebra una coppia cinematografica molto affiatata e di successo «Piccioni è come Puccini» Alberto Sordi inizia a fine agosto il film su Roma: «Vorrei far capire che possiamo recuperare la vita»

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