Questa partita è da rifare lo dice la tv

Sempre più numerosi gli sport che accettano i filmati come prova per cambiare le decisioni Sempre più numerosi gli sport che accettano i filmati come prova per cambiare le decisioni Questa partita è da rifare, lo dice la tv Un caso clamoroso nella pallavolo la moviola diventa giudice ANCHE la pallavolo ha aperto le sue porte al giudice tivù. E' capitato l'altra sera a San Paolo, in Brasile, durante la semifinale della World League fra Cuba e Russia. Sul 14-13 per i rivali, nel secondo set, i cubani hanno protestato per un punto in più attribuito ai russi. Nessuno, sul momento, era in grado di stabilire la verità e dunque la partita è continuata fino al terzo set e al quinto match ball per i russi. A questo punto la giuria, dopo aver visionato i filmati, ha ordinato agli arbitri di far riprendere l'incontro dal 13 pari del secondo set. La Russia ha vinto comunque la partita per 3-1, ma la decisione della giuria ha costituito un fatto storico per la pallavolo. E così è stata collocata un'altra pietra miliare nel rapporto fra sport e televisione, un rapporto sovente spinoso e ricco di incertezze e polemiche. E' inevitabile, e anche giusto, che lo sport ormai a contatto con le tecnologie più sofisticate sia destinato a profondi cambiamenti. E l'uso del mezzo televisivo non può più essere ignorato quando si tratta di giudicare episodi e situazioni che possono sfuggire all'occhio umano. Anche il calcio, per tanti versi così ostile alle innovazioni, ha deciso di dare dignità alla moviola, benché con molte cautele. Alla fine di maggio Matarrese ha ammesso come prova le riprese tv, a patto tuttavia che siano solo i giudici a poter ricorrere ai filmati e limitatamente ai casi di scambi di persona. Per fini disciplinari, insomma, e non per cambiare i risultati del campo: una rivoluzione morbida, visto che in nazioni come Inghilterra o Germania, per esempio, dove la prova tv è generalizzata, si stanno facendo passi indietro per evitare confusioni e problemi. Del resto la stessa Fifa, favorevole al rinnovamento delle regole tv, ha invitato tutti alla gradualità della riforma. La decisione di Matarrese, come tutti ricordano, è stata favorita, se non proprio imposta, dal caso De Agostini, cacciato dal campo al posto di Tramezzani durante Inter-Foggia del 23 maggio. De Agostini non fu squalificato perché il guardalinee ammise l'errore, lo scambio di persona, ma l'episodio fece parecchio rumore, anche perché era l'ultimo di una lunga serie. Van Basten, per esempio, fu espulso invece di Serena nel corso di Milan-Roma del 3 novembre '91, al contrario di Dobrowolski che non fu spedito negli spogliatoi per doppia ammonizione durante Genoa-Pescara del 25 ottobre '92. I tempi insomma erano maturi per introdurre il principio della tv come prova, specie considerando che in altri Paesi la norma esisteva da parecchi anni. In Germania addirittura dal 1979, quando Bruno Pezzey, allora difensore dell'Eintracht di Francoforte, fu squalificato per 12 giornate a causa di una testata all'avversario sfuggita all'arbitro ma non alle telecamere. In Inghilterra, nel novembre di tre anni fa, le riprese tv cambiarono persino la classifica: una maxirissa in campo fu chiarita nei minimi dettagli dai filmati e di conseguenza l'Arsenal fu penalizzato di due punti e il Manchester United di uno. Infine vale la pena di ricordare quel che è successo alcuni mesi fa al Bordeaux, costretto a ripetere la partita vinta con il Tolosa per via di una punizione battuta dal punto sbagliato. Un caso che ha fatto scalpore, anche se non era mai successo, prima di CubaRussia di pallavolo dell'altra sera, che un incontro fosse fatto riprendere dal momento della contestazione. Abbiamo detto di pallavolo e calcio, i casi più recenti o più noti, ma sono numerosi gli sport che stanno modificando le loro regole per la necessità di adeguarsi agli sviluppi e alle esigenze della moderna tecnologia. Anche il basket italiano, come il calcio, ammetterà la moviola come prova per fini esclusivamente disciplinari benché qualcuno, a ragione, sostenga che la norma dovrebbe essere allargata. Pure nel basket non mancano i casi che hanno suscitato discussioni e polemiche, come per esempio il match dei quarti di finale per lo scudetto fra Treviso e Reggio Calabria, in primavera, quando le riprese tv stabilirono la validità di un canestro della Panasonic che gli arbitri invece giudicarono fuori tempo. La Benetton vinse l'incontro per due punti. La prova tv, così preziosa in certe situazioni, e così diffusa in sport tipo atletica, nuoto, ciclismo e sci, tanto per citarne qualcuno, rischia invece di creare pericolose complicazioni in altre discipline. Il football americano, sport per tanti versi esatto e scientifico, ha tentato di affidar¬ si alla moviola sul campo, con la possibilità di cambiare all'istante le decisioni, ma l'esperimento non ha avuto troppo successo per una questione di tempi. Lo sviluppo della partita, già complicato dall'abitudine degli arbitri di spiegare al pubblico le loro scelte attraverso un microfono, diventava troppo lento e macchinoso, talora peremo noioso: in questo caso il mezzo tecnico, amico della verità, non era amico dello spettacolo. Nel tennis, invece, le cose funzionano in maniera diversa. Non è la ripresa tv a decidere se un servizio è fuori dal campo, sono ancora gli uomini. Sulla terra i problemi vengono ridotti dal segno lasciato dalla pallina, ma sul cemento e sull'erba sono guai seri. A Wimbledon, ma solo sul campo centrale, una banda elettromagnetica provoca l'emissione di un segnale sonoro quando la battuta è errata, e il sistema verrà adottato anche per i prossimi Open degli Stati Uniti. Ma gli innovatori sono al lavoro. Un gruppo di tecnici australiani sta mettendo a punto un complesso modello di campi magnetici e sensori capace di determinare senza possibilità di errore la posizione della pallina. E' come l'occhio della tivù, anzi è meglio. Cario Coscia Rivoluzione graduale nel calcio e nel basket qualche problema per il football americano nel tennis è allo studio un nuovo sistema John McEnroe è stato il più violento contestatore degli arbitri del tennis

Persone citate: Bruno Pezzey, John Mcenroe, Matarrese, Tolosa, Tramezzani, Van Basten