Ira a Catania assalto alla stazione di F. A.

Irci a Catania, assalto alla stazione Irci a Catania, assalto alla stazione E a Messina i tifosi assediano la Fiera campionaria Rabbia e felicità si sono inseguite per la Sicilia alla notizia della cancellazione di Catania e Messina dalla CI, del ripescaggio del Siracusa dalla C2 alla CI e del salvataggio dell'Akragas. A Catania la furia dei tifosi si è sfogata contro le vetrate della stazione ferroviaria, presa d'assalto nell'intento di bloccare il traffico dei treni. La polizia è riuscita a farli desistere ma alcuni gruppi hanno tentato di sfogarsi contro giornalisti e cameramen, alla ricerca di commenti e dichiarazioni. La società, nuovamente gestita dallo scorso anno da Angelo Massimino, in mattinata aveva dato assicurazione alla Federcalcio che tutti i debiti sarebbero stati ripianati domani, alla riapertura delle banche. Per questo, il clima era abbastanza sereno e nessuno si attendeva un verdetto negativo. In settimana c'erano stati diversi incontri con l'amministrazione comunale. E ieri sera, il sindaco Enzo Bianco ha detto che «Catania non può pagare le colpe di una gestione sconsiderata» e ha annunciato che entro martedì andrà in Federcalcio. Il primo cittadino ha anche rivolto un appello «affinchè le forze sane prendano in mano le redini dello sport e diano al Catania Calcio un assetto societario all'altezza delle possibilità di una grande città». A Messina, gli ultras hanno assediato l'ingresso della Fiera campionaria che s'inaugurava proprio ieri sera. Il servizio d'ordine e la polizia hanno respinto l'assalto, dopo che i tifosi hanno ottenuto la promessa di un incontro serale con il presidente della Regione, Giuseppe Campione, presente alla cerimonia insieme con il ministro dell'Interno, Nicola Mancino. I tifosi hanno preannunciato che consegneranno striscioni e bandiere al sindaco facente funzioni, Salvatore Rizzo, ma continueranno a manifestare per ottenere giustizia. Anche Salvatore Massimino, padre del presidente del Messina, Giovanni, aveva telefonato alla Lega garantendo personalmente la copertura dei debiti, ma è stato tutto vano. Cori di gioia, invece, a Siracusa e Agrigento dove i tifosi si sono raccolti negli stadi e hanno festeggiato con i rappresentanti delle società lo scampato pericolo. Il presidente del Siracusa, ing. Dario Bramante, ha detto: «Abbiamo fatto quanto potevamo e posso assicurare che non è stato poco. Devo dire che il nostro obiettivo era l'iscrizione; al ripescaggio non ci pensavamo». A Caserta la decisione della Federazione era prevista dopo il fallimento delle trattative pro- mosse dal presidente dell'amministrazione provinciale, Raffaele Raucci, nel tentativo di favorire un accordo fra i sette imprenditori locali che si erano impegnati a costituire una nuova cordata in sostituzione della Casertana calcio dell'ex presidente Enzo Cuccare. Ma un folto gruppo di tifosi rossoblu si è riunito per protesta davanti ai cancelli dello stadio Pinto. A Pesaro pochi rassegnati tifosi si sono ritrovati davanti alla sede, sprangata, nella centrale piazza del Popolo. A Casale l'unico commento è quello del segretario Franco Biandrino che ha ricordato una dichiarazione del presidente Sergio Bocci: «Nessuno si è interessato all'acquisto della società, nessuno si è dimostrato disposto a sostenere i sacrifici che ho fatto io sei anni fa, quando ho rilevato la società», [f. a.]