Il «Parma» spinge all'estero

E Langhirano si sta preparando alla conquista del Sol Levante Il «Parma» spinge all'estero E Langhirano si sta preparando alla conquista del Sol Levante LANGHIRANO DAL NOSTRO INVIATO Prosciutto, prosciutto! Il grido di battaglia sale da Langhirano e si diffonde lungo la valle del Parma, dove sono scaglionati 82 dei 212 stabilimenti che creano uno dei più famosi prosciutti italiani. «Nel territorio del Comune - spiega Vincenzo Dieci, presidente del Consorzio per l'esportazione del prosciutto - viene prodotta la metà di tutto il "Parma" (per il quale, ad ottobre, entrerà in vigore il nuovo regolamento sulla doc, n.d.r.), 750 miliardi l'anno di fatturato su un totale di 1500». Questo grazioso paese ai piedi dell'Appennino (che qualche anno fa ha avuto un posto nella classifica dei Comuni europei a più alto reddito prò capite) non è certo troppo scosso dai venti di crisi che soffiano impetuosi ovunque. Lavoro ce n'è, anche per molti extracomunitari che si sono trasferiti in zona («per chi vuole un impiego c'è - dice don Domenico, il parroco -, semmai quel che scarseggia sono gli alloggi»). Allora perché a Langhirano i tamburi battono l'adunata? «Perché - risponde ancora Dieci - è vero che, per ora, ce la caviamo, ma il mercato nazionale più di tanto non può dare e, se non riusciamo ad avanzare all'estero, i problemi arriveranno in fretta». E il mercato straniero è un osso duro da rodere per un nu golo di produttori che tendono a muoversi all'insegna dell'in dividualismo. «Qui vivono an cora tutti i pregi e i difetti della vecchia mentalità artigiana», commenta il vicesindaco, Adol fo Boschi, che è stato fra gli ar tefici di una «tre giorni» del prosciutto, una kermesse riu scitissima, con ospiti che anda vano dal presidente del Senato Spadolini, ai mostri sacri del «liscio». «Langhirano deve volare al to», ha detto Fabio Fabbri, mi nistro della Difesa, che è di que ste parti. E ha promesso il prò prio impegno per «aiutare il comparto della lavorazione del prosciutto a compiere quel sai to di qualità che gli possa per mettere di uscire con successo, e future prospettive, dal diffici le momento economico». Ma cosa manca a Langhirano per questo colpo d'ala? «Forse la voglia di crescere nella sua cultura, di prodotto e no», ri sponde l'assessore Alessandra Mordacci. «Il problema sono gli investimenti, i costi in salita», ribatte Giuseppe Del Porto, no tissima figura di mediatore. Comunque, ora, con l'impe gno preso da Fabbri e la creazione del Consorzio per l'export le premesse di una nuova stagione per il «Parma» fattoi a Langhirano ci sono. «Sì, è vero - condivido v' cenzo Dieci - ma non possia permetterci di sbagliare. Se n facciamo centro all'estero 0; ne porteremo le conseguenze per anni». Le teste di ponte sono già gettate, soprattutto oltreoceano: Stati Uniti, Canada, Giappone. Proprio quest'ult.mq pare essere il mercato più intel ressante. Conquistare Tokyo è il sogno! di Gigetto Venturini, una spe-: eie di ambasciatore del prò sciutto: «Stanno cominciando ad apprezzarci e sono ottimi clienti», dice. E prosegue: «So riusciamo a sbarcare lì siamo a posto, vede - spiega - andare a vendere prosciutto dove non lo conoscono è come vendere frigoriferi al Polo Nord. Ma dopo averlo assaggiato è difficileche vi rinuncino». Iv. cor.)

Persone citate: Alessandra Mordacci, Fabbri, Fabio Fabbri, Spadolini, Venturini