Elezioni in bilico a Torino
Il Tar ha accolto parzialmente il ricorso della Lega dopo il 6 giugno Il Tar ha accolto parzialmente il ricorso della Lega dopo il 6 giugno Elezioni in bilico a Torino Si rifà lo spoglio per300 mila schede TORINO. Resta sospeso il giudizio sulle elezioni amministrative di Torino. Lo spoglio del 6 giugno è da ripetere, almeno in parte. Lo hanno deciso i giudici del Tribunale amministrativo regionale, ammettendo il ricorso della Lega Nord contro l'esito del primo turno delle elezioni comunali, che aveva premiato Novelli e Castellani ed escluso dal ballottaggio il candidato del Carroccio Domenico Cornino. Sarà un superperito, il presidente del Coreco Oreste Calliano, ad occuparsi del nuovo conteggio. Prenderà in esame 770 seggi su 1684, per un totale di circa 300 mila schede. Dovrà ricalcolare tutti i voti, le bianche e le nulle. Operazioni che in parte potrà delegare a collaboratori, ma che avverranno sempre in presenza dogli avvocati di parte. Entro fine anno consegnerà ai giudici la sua relazione. Il 27 gennaio 1994, alle 9,30, seconda udienza. E questa volta il Tar dirà se i risultati del 6 giugno sono da considerarsi validi e, quindi, se Valentino Castellani è legittimamente il sindaco di Torino. Sentenza che non necessariamente chiuderà la partita: gli sconfitti potranno sempre ricorrere al Consiglio di Stato. La Lega ha accolto con grande soddisfazione il risultato di ieri: «Ha vinto il buon senso», dice l'avvocato Matteo Brigandì, che insieme con il collega Gallenca ha arringato i giudici per quasi due ore. E' bene ricordare, tuttavia, che il Tar non si è espresso nel merito, limitandosi a dichiarare ammissibile (e non manifestamente infondato) il ricorso. Analogo destino hanno subito le istanze presentate dalla Rete e dal missino Boetti Villanis. Boetti Villanis ha pure sostenuto che l'automatica elezione in Saja, ro^sa. dei candidati sindaci sconfitti è incostituzionale. Su questo punto, come su un secondo, ricorso della Lega Nord, il Tar deciderà''nell'udienza di gennaio. I giudici (Gabbricci presidente, Lipari e Volpe referendari) potevano seguire tre strade: bocciare il ricorso, disporre un'istruttoria, accogliere le doglianze della Lega e annullare il risultato del ballottaggio. Hanno scelto quella di mezzo. Decisione sofferta però: la camera di consiglio, chiusa alle 12,30, si è riaperta soltanto quattro ore dopo. Come abbiamo visto, l'ordinanza non prevede che il professor Calliano e i suoi collaboratori riesaminino tutte le schede elettorali. Il Tar ha indirizzato la sua attenzione sui seggi a suo tempo presi in esame dalla Lega e citati nei primi quattro allegati del ricorso. Sugli altri non ci sarà alcun controllo. Anche così, tuttavia, i periti dovranno controllare una montagna di carta. Inizieranno non prima del 16 settembre, avvertendo gli avvocati di parte con almeno cinque giorni di anticipo. Il dibattito è stato lungo. In aula l'avvocato Santilli rappresen- tava tre consiglieri di maggioranza (pds, Verdi e Alleanza per Torino) che risulterebbero i primi esclusi nel caso in cui Castellani fosse escluso dal ballotaggio, mentre l'avvocato Stein curava l'interesse dello Stato «che innanzi tutto è di avere una rispondenza tra la volontà espressa dal popolo e gli eletti». Brigandì e Gallenca hanno lungamente insistito sui «macroscopici errori rilevati dallo stesso ufficio elettorale centrale, ma solo in parte corretti». In un seggio le preferenze furono addirittura segnate a caso, per cui Castellani non ne ebbe nessuna, Cornino ima, il candidato del movimento sociale oltre 300. La domanda fondamentale è: gli errori (o i brogli come continua a sostenere Bossi) furono tali da far retrocedere Cornino al ter¬ zo posto, staccato di oltre 4000 voti? «E' una congettura, fondata su ipotesi meramente probabilistiche. Un po' come se una squadra volesse giocare i tempi supplementari dopo aver perso la partita», sostiene l'avvocato Santilli. Replica Brigandì: «Questo non è un discorso di probabilità. L'interesse pubblico è che si faccia chiarezza e che il sindaco risulti eletto senza ombre». Intanto Castellani e la giunta possono proseguire il loro lavoro. Domani è previsto il Consiglio convocato da Farassino, mercoledì e giovedì si svolgerà quello voluto dal sindaco. Ma questa è un'altra storia di cavilli, carta da bollo e polemica politica. E con i veri o presunti errori del 6 giugno ha ben poco a che fare. Giampiero Pavido A sinistra Valentino Castellani sindaco di Torino Qui accanto Domenico Cornino
A causa delle condizioni e della qualità di conservazione delle pagine originali, il testo di questo articolo processato con OCR automatico può contenere degli errori.
© La Stampa - Tutti i diritti riservati
- Liquidato Gomulka, domata la sommossa Imminente rimpasto nel governo polacco
- SCOPERTO UN DECIMO PIANETA NEL SISTEMA SOLARE
- Tris di giudici per Berlusconi
- I ministro Biondi: mi ha detto di non aver mai trovato obiezioni sull'ispezione
- Il torneo del centenario
- L'Europa ai piedi dell'Italia Sacchi: però non esageriamo
- Gierek, malato, destituito nella notte Stanislaw Kania successore a sorpresa
- L'ITALIA NON CAMBIA
- Insorge il popolo dei fax
- Bertela verso il titolo del pallone elastico
- Giovani missini sparano 3 colpi in testa a un padre di otto figli
- Grace Kelly ha pagalo
- Stroncato a 44 anni da overdose a Bra
- Il suo spettacolo sospeso nel più noto locale della Versilia
- L'assistenza sanitaria Ú ora uguale per tutti
- Scomparso il capobanda che era stato scarcerato
- Mani pulite non va al governo
- Si scioglie un simpatico duo
- Il Torino a Lisbona
- La sindrome di Giuda
- Giovani missini sparano 3 colpi in testa a un padre di otto figli
- Grace Kelly ha pagalo
- Stroncato a 44 anni da overdose a Bra
- Il suo spettacolo sospeso nel più noto locale della Versilia
- L'assistenza sanitaria Ú ora uguale per tutti
- Scomparso il capobanda che era stato scarcerato
- Mani pulite non va al governo
- Si scioglie un simpatico duo
- Il Torino a Lisbona
- La sindrome di Giuda
In collaborazione con Accessibilità | Note legali e privacy | Cookie policy