Bettino smentisce anche i «fans» di Fabio Martini
L'ex leader psi deve difendersi dall'attivismo dei Comitati pro-Craxi che avevano annunciato: tornerà in Italia solo a novembre L'ex leader psi deve difendersi dall'attivismo dei Comitati pro-Craxi che avevano annunciato: tornerà in Italia solo a novembre Bettino smentisce anche i «fans» «Mercoledì sarò in Parlamento per difendermi» fe* La Camera esaminerà altre 5 richieste ^di autorizzazione ROMA. Ai suoi tempi d'oro Craxi discuteva con Reagan e Mitterrand, ora è costretto a smentire Maurizio Lullo, il loquacissimo «lider maximo» dei comitati prò Craxi. Due giorni fa l'annuncio di Lullo al mondo: «Bettino andrà all'estero e tornerà a novembre», ma ieri Craxi ha dovuto precisare: «Desidero informare che sono partito per il week end, ma mercoledì intendo chiedere la parola in Parlamento». Craxi non si arrende: mercoledì alla Camera è in programma il secondo round del suo match con i giudici di Milano: dopo il primo round, vinto da Craxi ai punti (4 autorizzazioni su 6 vennero bocciate dalla Camera 3 mesi fa), mercoledì è previsto il voto su altre 5 autorizzazioni a procedere, che riguardano il concorso in affari di tangenti, targate Enel, Ferruzzi, Intermetro, Itinera, Eni, Anas, per un gruzzolo complessivo che ammonta ad oltre 85 miliardi di lire. E così, con tutti i guai che si ritrova, Craxi alla fine si è dovuto smarcare anche dai suoi ultimi amici, gli intrepidi compagni del comitato che non hanno abbandonato il loro Bettino nell'ora più nera. Da quando Craxi è caduto dal trono, Maurizio Lullo, un commercialista di 40 anni con un passato democristiano, ha cambiato il senso alla sua vita: la sta dedicando alla diffusione del verbo craxiano e, se possibile, alla rielezione sul suo Bettino in Parlamento «magari in Campania e in Calabria, dove abbiamo molte adesioni». Fino ad oggi Craxi non ha mai smentito l'intraprendente commercialista e lui, felice, bacchetta i successori di Bettino («Del Turco? Un orcone immobile!»), ma soprattutto ostenta familia¬ rità col leader decaduto. Tre giorni fa, non appena le agenzie di stampa avevano diffuso l'intervista di Craxi - quella dell'immaginario suicidio - Lullo confidava a qualche cronista: «Ma quali propositi suicidi, ora vado da Bettino al Raphael e gli dico di smentire tutto». Chissà se l'attivissimo Lullo ha poi bussato alla suite del Raphael, sta di fatto che la smentita non è arrivata, o meglio è sopraggiunta soltanto il giorno dopo, quando si era consumato l'effetto-armuncio e cioè quando tutti i giornali si erano già interrogati su quel misterioso «tolgo il disturbo» affidato da Craxi al cronista di Panorama. E intanto Lullo, tutto preso dal suo ruolo, è un fiume in piena. Due giorni fa, attraverso 1 agenzia di stampa Agi, ha lanciato un messaggio al suo capo: «Bettino vai subito all'estero, la tua vita è in pericolo». Poi all'Ansa ha confidato: «Craxi sta per lasciare l'Italia per un lungo periodo, partirà stasera per la Tunisia, poi si recherà a Parigi dove dovrebbe restare fino a novembre». Ma nell'ultimo lancio, di nuovo al¬ l'Agi, Lullo fa un terzo annuncio, che stride un po' col tono allarmato di poco prima: «A fine agosto, per dimostrare che è ben presente nella realtà italiana ed è consapevole della crescita dei suoi stimatori, Bettino sarà, assieme a me, il testimone al matrimonio di Raffaelle Scardicchio, responsabile giovanile dei comitati prò Craxi e di Simona Masanotti», che neanche a dirlo è componente della segreteria nazionale dei «Nocs» craxiani. Naturalmente gli sposi promettono di chiamare loro figlio Bettino, a dimostrazione - chiosa l'incredibile Lullo - che «Craxi è il capo della grande famiglia degli italiani». In attesa dell'ennesima giornata di passione, mercoledì nell'aula di Montecitorio, ieri Craxi ha stigmatizzato alcuni giornali: «Alle accuse nei miei confronti titoli a tutta pagina, ed editoriali; alle smentite poche righe o nulla. Una deliberata, odiosa violazione dei diritti di informazione». Fabio Martini Bettino Craxi
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