TOPY CANGURO Sopravvivere senz'acqua

TOPY CANGURO TOPY CANGURO Sopravvivere senz'acqua Abolita perfino la dispersione del sudore CI sono alcuni mammiferi che si sono adattati a meraviglia a climi estremamente aridi: i topy canguro, ad esempio, che si trovano perfettamente a loro agio nelle regioni desertiche. Sono buffi animaletti notturni dagli arti anteriori cortissimi e dalle lunghe zampette posteriori, che per il loro modo di procedere a salti ricordano l'andatura dei canguri. Ma in realtà non sono né topi, né tanto meno canguri. Sono roditori, della famiglia dei dipodidi. Questi tipici abitanti dei deserti hanno risolto brillantemente il problema dell'acqua, riducendone drasticamente il consumo e la perdita. Nella breve stagione delle piogge si fanno una bella provvista di erbe fresche e per il resto dell'anno, pur nutrendosi solo di semi ed erbe secche, riescono a sopravvivere perché non hanno ghiandole sudoripare e soprattutto perché la loro urina è molto concentrata: circa il doppio di quella dei topi e il quadruplo di quella umana. Nessuno sospettava, però, che perfino mammiferi superiori, addirittura primati non umani, potessero vivere nello squallore di un deserto senz'acqua. Nel 1970, in una pubblicazione scientifica, si parlò per la prima volta dei babbuini che vive vano nel deserto del Namib. Bill Hamilton, uno zoologo dell'Università di California a Davis, cercò di condurre una a : i e , , e Sacchetti di plastica rimane la eco-tassa Gli ecologisti si sono mobilitati e hanno riportato una piccola vittoria: la tassa sui sacchetti di plastica non verrà eliminata, come era stato chiesto. L'imposta finora ha fatto entrare nelle casse dello Stato cento miliardi e ha ridotto il consumo di plastica. Nella sola rete di vendita delle Coop, il numero di sacchetti è passato dai 140 milioni dell'88 ai 90 del '92. Mongolismo test del sangue Il dosaggio di tre sostanze nel sangue, eseguito durante il secondo trimestre di gravidanza, può dare importanti indicazioni sulla presenza o meno del mongolismo: nel 58 per cento di casi di donne gravide di bambini mongoloidi, infatti, l'alfafetoproteina è inferiore alla norma del 25 per cento, la gonadotropina coionica è doppia, l'estriolo non coniugato è nettamente inferiore. L'importanza della notizia, pubblicata sul «New England Journal of Medicine», è legata al fatto che si possano fare previsioni attendibili con un semplice esame di sangue anziché con l'amniocentesi, che non è del tutto priva di rischio di aborto. Assorbimento le zone migliori Una pomata a base di cortisone, applicata sulla pelle, viene assorbita in maniera diversa secondo la zona trattata e l'età. Angolo della bocca e scroto: assorbimento massimo; cuoio capelluto, fronte, ascelle, viso: discreto; palmo delle mani, pianta dei piedi, gomiti, ginocchia: minimo. Nei bambini, l'assorbimento è più alto nel viso, più basso negli arti inferiori. Premio Arnaldi per un libro di fisica Nel nome di Edoardo Arnaldi, è stato istituito un premio internazionale per testi di fisica riservati alle scuole medie superiori. I testi in corcorso dovranno pervenire alla Fondazione Arnaldi, via Mazzini 62, 29100 Piacenza, entro il 30 settembre. All'agenzia spaziale 56 miliardi per ricerca Il Consiglio di Amministrazione dell'Agenzia spaziale italiana, accogliendo le proposte del comitato scientifico, ha deciso un finanziamento di 56 miliardi per la ricerca fondamentale. ricerca su queste scimmie, ma la cosa si rivelò più difficile del previsto, perché i babbuini, non avvezzi alla presenza dell'uomo, si nascondevano negli anfratti più inaccessibili del canyon. La curiosità di conoscere più da vicino i babbuini del Namib venne a un ragazzo che ebbe occasione di vederli mentre accompagnava nei suoi viaggi di studio il padre paleontologo. Quel ragazzo era Conrad Brain. Appena laureato in veterinaria, Brain ha potuto realizzare il suo vecchio progetto e insieme al fotografo naturalista Ginger Mauney ha incominciato uno studio sistematico dei babbuini del Namib. Non è stato facile stabilire un rapporto con le diffidentissime scimmie, ma alla fine i due uomini sono riusciti a farsi accettare dal branco. Da allora ogni anno vanno a controllare le condizioni di salute di quei babbuini anomali, per scoprire come facciano a sopportare così a lungo la sete. I babbuini che vivono nelle savane o nelle foreste si abbeverano ogni giorno o al massimo a giorni alterni. Quelli del deserto del Namib stanno normalmente almeno undici giorni senza bere. Nel 1990 rimasero 26 giorni senza un goccio d'acqua. E negli ultimi mesi del 1992 rimasero all'asciutto per ben 116 giorni. Ma la mancanza d'acqua condiziona pesantemente tutto il comportamento sociale dei babbuini. L'habitat del branco si estende per una trentina di chilometri nel canyon profondo che il fiume Kuiseb ha scavato nel cuore del deserto del Namib. L'acqua scorre nel fiume solo per un paio di mesi all'anno, in gennaio e febbraio, dopo la bre- I topy canguro non sono né topi né canguri ma roditori dipodidi vissima stagione delle piogge. Il sole rovente asciuga rapidamente le pozze d'acqua lasciate dal fiume che si dissecca, sicché per circa otto mesi all'anno non rimane una goccia d'acqua nel canyon. In questo periodo le uniche fonti a cui si può attingere sono un lento gocciolìo che sgorga da un crepaccio della parete superiore del canyon, nonché le buche scavate nella sabbia dalle orici gazzella (Oryx gazella) e dalle zebre di montagne (Equus zebra). Ma sono risorse così povere che i babbuini debbono bere uno alla volta e assai spesso si esauriscono prima che la stagione secca volga al termine. L'acqua allora da dove la ricavano? Dal cibo, specialmente dai succosi fichi selvatici, ma anche dalle foglie grasse della Salvadora persica, una pianta che cresce in mezzo alle acacie, dal midollo del tabacco selvatico (Nicotiana glauca) e soprattutto dalla corteccia dell'Acacia albida. E per mantenere in equilibrio il bilancio idrico, riescono a ridurre dal 78 al 53 per cento la perdita d'acqua attraverso le feci. Ma anche andare a cercarsi da mangiare è una fatica fisica. E i babbuini si dedicano a questa attività nelle ore più fresche, vale a dire la mattina e la sera. Invece nelle ore centrali della giornata, quando il sole picchia implacabile, le grandi scimmie cadono in una sorta di letargo ed è singolare la posizione che assumono. Si sdraiano supine sulI la sabbia all'ombra di un albero 0 di una roccia con gli arti distesi per esporre alla brezza le parti prive di peli. Ogni tanto scavano manciate di sabbia dagli strati più profondi e se la gettano addosso. Una specie di doccia rinfrescante. Ma appena arrivano le prime piogge e un flusso d'acqua invade il canyon, i babbuini sembrano impazziti dalla gioia, bevono a garganella, e si gettano perfino in acqua a nuotare, smentendo la credenza che le scimmie abbiano paura dell'acqua. Nonostante tutti questi adattamenti al clima ostile, Brain ritiene che il branco di babbuini del Namib sia sull'orlo dell'estinzione. Lo fa temere l'elevatissima mortalità infantile. Durante i sei anni della sua ricerca sono nati trentasei piccoli, ma ben trenta sono morti nelle prime settimane di vita. Le cause? In primo luogo le zecche della specie Ricicephalus gertrudae che vivono nel sottosuolo e assalgono i babbuini quando riposano all'ombra. Brain ne ha contate quattrocento nel cadavere di un maschio adulto e più di settanta in quello di un baby di una settimana. In secondo luogo 1 frequenti rapimenti di piccoli da parte di femmine senza figli. Le femmine di grado elevato che perdono i figli a causa dell'infestazione da zecche, si rivalgono sulle subordinate rubando loro il piccolo. Ma siccome non hanno più latte, non possono allattare il cucciolo rapito, che è destinato fatalmente a morire. Isabella Lattes CoHmanti

Persone citate: Arnaldi, Bill Hamilton, Conrad Brain, Edoardo Arnaldi, Ginger Mauney, Isabella Lattes, Sacchetti

Luoghi citati: Piacenza