Catturato il boss di Platì di Angelo Conti

Tradito dalle telefonate della moglie per la nascita della figlia Tradito dalle telefonate della moglie per la nascita della figlia Catturato il boss di Pioti Specialista in sequestri Il colonnello Cirese si stropiccia le mani soddisfatto: «Quando arrivai a Torino, due anni fa, domandai chi fosse il latitante più pericoloso della provincia. Mi dissero Pasquale Marando, capo della cosca di Piatì, emigrato e poi sparito nel Canavese». Adesso Pasquale «Ciccio» Marando, 30 anni, nato in Aspromonte, residenza ufficiale a Leinì, domicili numerosi e quasi tutti sconosciuti, sino a quello fatale di Rozzano vicino a Milano, sta in manette nel carcere delle Vallette. L'hanno bloccato i carabinieri del Nucleo Operativo di Torino con una brillante operazione del capitano Fabrizio Polvani, un ufficiale che Torino perderà dopo che i vertici dell'Arma l'hanno destinato ad una compagnia sarda, trasferimento a settembre. Pasquale Marando è un boss vero, da non confondere con capi bastone di periferia e di provincia. «Dopo la morte del padre Antonio e del fratello Luigi, assassinati in una faida - spiegano i carabinieri - è diventato il leader indiscusso della cosca MarandoBarbaro di Piatì. La cosca più sanguinaria dell'Aspromonte, specializzata nei sequestri di persone anche grazie ai molti pastori che conta nelle sue fila». In Piemonte Marando stava occupando lo spazio lasciato da un altro boss della 'ndragheta, Mario Ursini, recentemente arrestato. Il curriculum penale del gio- vane Marando è di notevole spessore: arrestato o denunciato per due omicidi, due sequestri di persona, rapine ed estorsioni. Sospettato di essere coinvolto nei sequestri di Carlo Bongiovanni, prelevato a Torino nel '77 (per questo fatto Marando ha subito una condanna a 12 anni), e di Lorenzo Crosetto, rapito ancora a Torino nel luglio '81 (condannato in primo grado, assolto con formula dubitativa in appello). Il suo nome compare anche nell'inchiesta per gli omicidi di Domenico Musitano (per il quale fu arrestato nell'87 a Volpiano) e di Natale De Maio, 47 anni, sindaco di Piatì, ucciso nell'aprile '85, in circostanze mai comple¬ tamente chiarite. Pasquale Marando, un calabrese decisamente «atipico» per via dei capelli biondi e degli occhi azzurri, era latitante dal '91. Inseguito da un ordine di custodia cautelare della Procura della Repubblica di Reggio Calabria aveva continuato a muoversi fra Torino, Milano, Verona, Reggio Calabria e Piatì. Ufficialmente residente a Leinì, in frazione Tedeschi 67, non frequentava da tempo quella casa. I carabinieri pensano avesse trovato riparo cinque chilometri più lontano, in qualche villa di Volpiano (la cittadina che è soprannominata la Piatì del Nord per la forte immigrazione dal comune aspromon- tano), prima di trasferirsi a Rozzano, dove poteva contare sulla «protezione» di un conterraneo, Pietro Portolesi, 24 anni (arrestato per favoreggiamento). A tradirlo pare sia stata la nascita della terza figlia, quindici giorni fa. Qualche telefonata di troppo alla moglie (che vive a Piatì) ha consentito ai militari di stringere la rete, sino all'arresto, l'altra mattina. Pasquale Marando, bloccato su una Y-10, aveva in tasca documenti fasulli, ma non ha neppure cercato di usarli. «Sono io l'uomo che cercate - ha detto ai carabinieri - ma da me non saprete nient'altro». Angelo Conti Alle sue spalle la cosca più sanguinaria dell'Aspromonte REGIONE CAMBINI <■ (>MAND(M»R0V1NC|A1 GI Pasquale Marando era latitante dal '91 ; si era continuamente spostato dal Nord al Sud Italia