Parigi brucia, lo Sme rischia il crollo di Stefano Lepri
Nelle prossime ore dovrebbe riunirsi il Comitato monetario Cee, non si esclude una svalutatone Nelle prossime ore dovrebbe riunirsi il Comitato monetario Cee, non si esclude una svalutatone Parigi brucia, lo Sme rischia il crollo Speculazione scatenata su franco francese e peseta ROMA. Il sistema monetario europeo è già sconfitto nelle menti degli operatori economici. Ieri, in una giornata che per intensità degli scambi di valute sta alla pari del frenetico settembre '92, Borse e mercati finanziari hanno scommesso sulle conseguenze positive che potrebbero derivare da una sua rottura; o, almeno, dalle svalutazioni di molte monete che ne fanno parte. Si intravedono tassi più bassi per tutta l'Europa, e una meno faticosa uscita dalla recessione. Solo la Borsa di Francoforte si preoccupa, perché la Germania perderebbe ancora di competitività. Tutto può succedere, in questo fine settimana. Qualche cosa dovrà essere fatto, dopo che ieri il franco francese ha superato per due volte il limite di oscillazione Sme verso il marco tedesco (3,4305), e con peseta spagnola, corona danese, franco belga pure in difficoltà. Solo il Belgio ha alzato i tassi, portando quello «di intervento» dall'8,5% al 9,5%. E' quasi certo che sia in corso una convocazione dell'organo abilitato a decidere, il comitato monetario della Cee: forse per oggi. Non c'era conferma ufficiale fino a ieri sera, ma poco importa, perché è consuetudine smentire fino all'ultimo momento. «La soluzione dipende da Francia e Germania» ha detto il nuovo ministro dell'Economia spagnolo, Pedro Solbes, molto attivo ieri nei contatti con i colleghi della Cee. Si esclude solo l'ipotesi massima: «Il franco francese non uscirà dallo Sme» dichiara il primo ministro belga Jean-Luc Dehaene, come presidente di turno della Comunità. Se il franco francese uscisse, sarebbe la fine dello Sme, e con esso inevitabilmente del trattato di Maastricht e del generoso sogno di un'unione monetaria dell'Europa entro il secolo. Esclusa questa, restano le altre ipotesi. Una le assomiglierebbe parecchio, la temporanea sospensione dello Sme. Un'altra sarebbe un compromesso: si renderebbe lo Sme più elastico, allargando i margini di oscillazione tra le valute, oggi fissati al 2,25%. Così, allargando i bersagli, le scommesse degli specula- tori diventerebbero più difficili; il traguardo dell'unione monetaria, pur non scomparendo, si allontanerebbe. L'ipotesi più ovvia, però la più umiliante per Parigi e forse nemmeno risolutiva, sarebbe una svalutazione del franco francese. Mascherarla come rivalutazione del marco e del fiorino olandese non aiuterebbe molto. Qualunque cosa succeda, i mercati sembrano puntare su un ribasso dei tassi. Prosegue l'acquisto di lire (è migliorata a 928,09 la quotazione di ieri sul marco) e di titoli di Stato italiani, a testimonianza che questa previsione di ribasso investe anche l'Italia. Le nostre autorità monetarie sembrano più caute. La Banca d'Italia ieri ha favorito un leggero rialzo dei tassi di mercato. Nel governo c'è chi teme una svalutazione del franco francese, che (iiminuirebbe il vantaggio competitivo acquisito dalle merci italiane dopo l'uscita dallo Sme. Dunque la Francia svaluterà? A un certo punto della mattinata sembrava che la Banca di Francia avesse interrotto gli interventi a sostegno; poi li ha ripresi. «Ho soltanto una cosa da dire ha risposto ieri sera il primo ministro Edouard Balladur -: nessuno potrà imporre nulla alla Francia». Oltre alle ragioni di prestigio, si teme che una svalutazione non risolva gran che: una volta rotto l'aggancio ai marco, dopo poco potrebbero crearsi aspettative dì un nuovo slittamento. Però la Borsa di Parigi sembra prevedere la svalutazione, e preferirla, con un secondo forte rialzo consecutivo ( + 2,45%). La partita si sta giocando tutta tra Francia e Germania. Fino a che punto la Bundesbank è disposta a perseguire la difesa del franco, che promette di essere ingentissima? Comprare franchi a profusione in cambio di marchi, aumenta incontrollabilmente la massa monetaria tedesca, cioè proprio quell'indicatore sul quale la Bundesbank continua a calibrare tutte le sue scelte. «Il franco sarà appoggiato, ce la farà; la peseta forse uscirà dallo Sme» prevede la NatWest Securities. «Il franco e la corona danese saranno svalutati del 5-10%» prevede al contrario la Salomon Brothers. Poco dopo essersi incontrato con Balladur, Carlo Azeglio Ciampi non ha potuto che confermare la posizione italiana sullo Sme. La lira non potrà rientrare senza un «mutamento» di questo sistema che «troppo spesso entra in tensione». Lo Sme «non è morto» dice il presidente del Consiglio italiano, ma non funzionerà bene finché le parità tra le valute non saranno «decise collegialmente e difese collegialmente». Stefano Lepri FRANCHI PER MARCO 3,40- 3.41H 3,42- 3,4305 3,4425/7/93
Persone citate: Balladur, Carlo Azeglio Ciampi, Dehaene, Edouard Balladur, Pedro Solbes
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