E «Ieri oggi e... domani?» il miglior programma dell'estate di Alessandra Comazzi

r TIVÙ'& TIVÙ' E «Ieri, oggi e... domani?» il miglior programma dell'estate VOGLIAMO dirlo? E diciamolo. Qual è la trasmissione più bella dell'estate? Dopo aver visto la puntata dell'altra sera, non ho più dubbi e mi sbilancio volentieri. E' «Ieri, oggi... e domani?», ancora una volta su Raitre, che continua a offrire i bocconi migliori del piatto televisivo, nonostante stia perdendo le sue star (Biscardi, Santoro: e come farà Santoro a trattare i temi che tratta dovendo interrompersi ogni dieci minuti per la pubblicità? Mah). Se ne parla poco, di questo programma condotto gentilmente e acutamente da Simona Marchini, Enrico Vaime e Gianni Mina: perché siamo in estate e per forza lo vedono in pochi; perché è realizzato con garbo, non si vogliono inventar polemiche. E senza polemiche non si fanno trasmissioni, un po' come «a canzoni non si fan rivoluzioni» (ricordate Guccini?). Ma forse la tendenza, a Dio (e a Demattè) piacendo, cambierà. Siamo molto curiosi di vedere che succederà nei prossimi mesi. Intanto l'ultima puntata di «Ieri, oggi... e domani?» dimo¬ ri uo I ln- I «Ieri stra che, a comportarsi bene, un premio alla fine si ottiene: senza andarselo a cercare, cioè, i tre si sono trovato bello pronto, gratis, un momento di alta tensione, complice Elisabetta Gardini. Livida in volto, muscoli facciali tesi, accento veneto recuperato nella rabbia, la conduttrice si è detta indignata per la scelta di mandare in onda, trattando il tema «tv del dolore», uno spezzone del suo «Caffè italiano». Era il momento in cui una madre e un figlio si ritrovano dopo una vita, la donna ha un malore e lei continua imperterrita il suo gioco col caffè. Che cattivi, quelli di Raitre, a tendere una simile trappola all'ignara Gardini. Poverina, lei certo non sapeva, quando è stata invitata in trasmissione, di che cosa si sarebbe parlato; di sicuro non glielo hanno detto preferendo la clandestinità e la cospirazione catacombale. E se anche la povera vittima avesse conosciuto il tema della puntata, certo non poteva immaginare che i suoi «casi emblematici» rientrassero in argomento, che diamine, tutte le lacrime del «Caffè» erano cattoliche, sante e benedette. Neppure poteva ricordare, povera Gardini, che quando un ospite viene invitato è anche per essere messo sotto accusa: a Vespa, per esempio, avevano fatto vedere quell'edizione del telegiornale in cui annunciò con aria trionfante che Valpreda era colpevole della strage di piazza Fontana. Ma come doveva fare, madonna dei dolori-Gardini, a documentarsi? Come poteva, lei che arriva da Raiuno, seguire un programma di Raitre, noto circuito clandestino? Probabilmente hanno registrato tutto prima, apposta per non farle saper nulla. Che scena. Per fortuna prima Proietti aveva cantato «That's amore» e dopo è arrivato Costanzo, che due o tre cose alla Gardini avrebbe potuto insegnarle. Per non parlare di Athina Cenci con i vecchi ricordi dei Giancattivi, Alessandro Benvenuti e Francesco Nuti. Insomma, questo «Ieri, oggi... e domani?» non è che sfoderi delle ideone, ma si segue con molto gusto. Di questi tempi, è una rarità. Alessandra Comazzi

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