Scalfaro-pifferaio per affogare i ladri; «Faccio il tifo per il puma»

L'estate Rai è tutta una «ribollita» AL GIORNALE Scalfaro-pifferaio per affogare i ladri; «Faccio il tifo per il puma» Diritti degli inquisiti e degli italiani derubati Ho riflettuto, come ci ha raccomandato il nostro presidente Scalfaro, sulla morte di Gardini; ecco il succo delle mie riflessioni. Spero ed auspico che il suicidio di Gardini sia di esempio a quei tanti, troppi, ladroni che per arricchirsi hanno depredato tutto un popolo e portato alla rovina tutta una nazione; lo prendano ad esempio e lo imitino i vari Craxi, e De Lorenzo, e Cirino Pomicino, eccetera eccetera eccetera; insieme con loro, tutti i loro protettori, i quali, difendendo così caldamente e così incautamente i disonesti, fanno pensare di avere anche loro qualcosa di sporco da nascondere. Giustizia senza morti, dice Scalfaro; proprio lui, che da pubblico ministero ottenne la condanna a morte di un fascista. Scalfaro difende la dignità degli inquisiti, ma non quella degli italiani derubati che ora devono dissanguarsi per pagare ciò che politici e imprenditori hanno arraffato. Se a Scalfaro stanno a cuore solo i malfattori; allora non è il presidente di tutti gli italiani, ma solo degli inquisiti, dei ladri e dei loro protettori. Il signor Scalfaro prenda il piffero e raccolga dietro di sé tutti i ladri e i loro protettori, come nella fiaba del pifferaio, li porti ad affogarsi in mare. Gli italiani onesti gliene saranno grati. Caterina Greselin, Zola Predosa Aspettando lo squalo «assassino» Vi comunico che faccio il tifo per il puma. Scappato da qualche zoo privato o liberato da qualche amatore (si fa per dire!) di animali esotici, vittima di chi considera gli animali un oggetto per il proprio divertimento, il puma ha conquistato una difficilissima libertà. Probabilmente nato e vissuto in cattività, immesso in un ambiente al quale non è abitua- to, braccato (a spese del contribuente) sui monti di Giaveno, il felino ha dimostrato di essere in grado di cavarsela egregiamente. La pericolosità per la specie umana è ancora tutta da dimostrare. A me fanno più paura tutti quei mitra e quei fucili spianati da guardacaccia, forestale e carabinieri. Di questi tempi è sicuramente più pericoloso circolare per le vie delle città che tra i boschi della Val Sangone. Quando, come ogni estate, immancabilmente, comparirà vicino alle spiagge la pinna di uno squalo partirà la grande caccia (sempre a spese del contribuente). Marina, motovedette e canotti con volontari e coraggiosi salperanno per catturare o uccidere il mostro dei mari! Che le preziose gambe dei pochi turisti tedeschi che ancora apprezzano il Bel Paese non siano sfiorate dai denti dello squalo assassino! La caccia avrà il plauso di tutta la stampa e l'opinione pubblica pronta il giorno dopo a sostenere la campagna di tutela della tigre indiana minacciata di estinzione (tanto al massimo si mangia qualche indù). L'unica vera specie assassina è quella umana che invece di convivere con le altre specie animali crede e pretende di avere su di esse ogni diritto. Sia rispettato lo squalo nel mare, sia lasciato tranquillo il puma sui monti di Giaveno che di paure e violenze ne ha già subite troppe. Roberto Piana, Torino Segretario nazionale Lega abolizione caccia (Lac) Maturità: due scritti e due chiacchiere Ho tre figli che negli ultimi anni hanno affrontato la maturità con buoni risultati. Non ho quindi risentimenti personali se dico che tale esame non è né facile né difficile, ma è senza senso e offende la dignità dei ragazzi. Due scritti e due chiacchiere: in tale esiguità di materia un malinteso, l'emotività, la fortuna stessa possono avere un ruolo determinante, favorendo successi immeritati e al contrario mortificando chi ha sempre lavorato seriamente. La vecchia maturità esigeva molto di più (tanto per cominciare le materie «uscivano» tutte e bisognava studiarle tutte) ma gratificava molto di più i ragazzi validi e studiosi. Quanto a quelli che non sono validi e studiosi, prima di gratificarli bisogna aiutarli a capire che la cultura è un privilegio e poter studiare è una fortuna, non una disgrazia da attenuare e addolcire. Non auspico una scuola rigida e selettiva. Tutt'al contrario sogno una scuola profondamente materna, che (senza invadere le competenze della famiglia) si faccia cura di ogni «figlio» che le viene affidato, spronandolo al lavoro, sostenendolo nelle difficoltà, aiutandolo a diventare persona colta, matura, equilibrata e serena. Anna Balbiano d'Aramengo Torino «Aidid è il nostro Garibaldi» Non è per soffiare sul fuoco che divampa oggi in Somalia, ma cerchiamo di esprimere la nostra posizione come etnia. Eravamo forse i primi ad esprimere il nostro rincrescimento per la morte dei soldati italiani. Non ci pare che ci sia stato un analogo atteggiamento da parte dei responsabili italiani verso gli innocenti somali morti in quella circostanza. Non ci si fraintenda, ma si dice che la tolleranza reciproca è la prima pietra per considerarsi civili. Detto questo possiamo affermare che tutti gli articoli apparsi sui quotidiani italiani ripropongono come una minestra pluririscaldata Ali Mahdi come presidente ad interim della Somalia. Nessun movimento ha eletto questo individuo come presidente ad interim. Nella conferenza di riconciliazione tra i somali ad Addis Abeba egli non rappresentava nessuno se non se stesso. Speriamo che non sia la politica di certi funzionari italiani del dicastero degli Esteri che hanno ignorato anche le direttive dell'ex ministro Emilio Colombo. Forse continuano ad appoggiare i pretoriani del dittatore Siad Barre nonché i corrotti e faccendieri del dittatore come Abdulkadir Zoppo, tutti i collaboratori di Mohamed Abscir, per non dimenticare Ahmed Gileou torturatore ed aguzzino di Siad Barre e attuale collaboratore di Ali Mahdi. Non dimentichiamo che anche Mahdi si è arricchito sotto il regime di Siad Barre. Tutto questo impegno a sostegno di questi individui da parte di certi funzionari del dicastero degli Esteri vuole dire il ripristino del vecchio modello basato sulla dittatura di tipo sudamericano in Somalia? Dopo tanti errori di certi funzionari della Farnesina anche il ministro Andreatta forse cerca di dare consistenza a questa politica errata. Così pure il ministro della Difesa Fabbri. Noi non riusciamo a comprendere quando il ministro Andreatta sostiene che Aidid è l'uomo da eliminare. Vorremmo ricordare al ministro che Aidid è un eroe per i somali come fu Garibaldi per gli italiani. Siamo noi somali a eleggere i nostri rappresentanti a meno che qualcuno a nome dell'Orni e col braccio armato dell'Orni non abbia intenzione di comportarsi come Hitler nella seconda guerra mondiale quando occupò la Francia creando un governo fantoccio. Poi si è visto come finì. Oggi noi chiediamo: un ritiro delle forze straniere dalla Somalia col ripristino immediato della sua sovranità. Una riapertura del dialogo tra i somali interrotto dall'Unosom e l'avvio di un programma di ricostruzione della Somalia concordato per primo con i responsabili dell'Alleanza e di tutti i somali. L'avviamento di un dialogo costruttivo tra l'Alleanza nazionale somala e i governi disposti ad aiutare il popolo somalo come il governo americano e quello italiano in cambio di una pace duratura da parte nostra. Hassan Aden Ahmed Etnia Dighii e Mirine «Difendere i deboli non è riprovevole» Faccio riferimento all'articolo firmato «m. g. b.», apparso sulla Stampa il 22 luglio, e vorrei precisare che: 1) Il sig. Gianni Versace non ha mai sottoscritto nessun manifesto, in quanto non si è occupato di politica. 2) Io sono da sempre socialista. Abbiamo lo stesso cognome, ma siamo due persone ben distinte. 3) Credere nel socialismo, cioè aspirare a una società più giusta, più umana, dove i deboli vengano salvaguardati e difesi, non mi sembra riprovevole. Santo Versace