Poveri russi, servitori di due Presidenti

Poveri russi, servitori di due Presidenti DBARiO DI MOSCA Poveri russi, servitori di due Presidenti ASCIAMO stare chi ha ragione: il presidente Eltsin o il Parlamento di Khasbulatov. Troppo complicato e, in fondo, inessenziale. Il fatto è che due governi sono troppi per un solo Paese, anche se è grosso come la Russia. Andato in ferie venerdì scorso, dopo aver sparato una raffica di proiettili politici contro il governo e il presidente, il Parlamento è stato riconvocato d'urgenza da Khasbulatov per sabato prossimo. Per decidere chi comanda a Mosca. Sta succedendo di tutto. Il presidente decreta a getto continuo e il Parlamento legifera il contrario. L'ultimo episodio: Eltsin licenzia il ministro della Sicurezza Nazionale, Viktor Barannikov. Il presidium del Soviet Supremo non lascia passare mezza giornata e lo «ripristina» nell'incarico. Ora la Russia ha due capi della Sicurezza Nazionale. Ci sarebbe da ridere se non fosse che questo ministero è l'erede, in tutti i sensi, del vecchio Kgb. Barannikov, ad ogni buon conto, non va in ufficio. Ha fatto sapere che si trova in «situazione di pre-infarto». Ma pare che sia stato cacciato per evitare infarti a qualche pezzo grosso del governo di Eltsin. Il siluramento è arrivato infatti martedì mattina, quando Barannikov, in buona salute, si apprestava a dire qualcosa sulla corruzione nelle alte sfere. Ponti d'oro per Khasbulatov, che è a corto di appoggi nei «ministeri della forza». Così lo speaker si è trasformato in difensore della «competenza» del ministro. Il «doppio governo» dilaga. Cernomyrdin e Gherascenko, premier e presidente della Banca Centrale, decidono la rivoluzione del rublo. Non è ancora chiaro chi hanno informato e chi no. Eltsin non smentisce ma corregge. Il suo ministro delle Finanze, Boris Fiodorov, strilla che è una decisione «insensata». Nel frattempo Khasbulatov, mostro di astuzia, annulla tutto sperando di conquistare un po' di consenso popolare. Risultato: ora nessu no sa se i vecchi rubli sono ancora validi oppure no. E non è tutto. Il Soviet Su premo ha varato la scorsa set timana un budget statale che prevede un disavanzo due voi te superiore a quello deciso dal I governo. A termini di legge vaI le quanto ha deciso il Parla¬ mento. Il che significa, tra l'altro, che la seconda rata del credito del Fondo Monetario non arriverà. Ma il giovane Fiodorov dichiara duro che l'unico bilancio statale che riconoscerà è il suo. Ma chi ha la borsa (della spesa)? La paralisi è inevitabile. Anche perché il Soviet Supremo gioca pesante e sospende i decreti sulla privatizzazione. Niente paura. Il governo se ne infischia. Nello stesso tempo il Parlamento mette sotto inchiesta il primo vice-premier Shumeiko e il dirigente dell'Agenzia Federale per l'Informazione, Mikhail Poltoranin, entrambi prossimi consiglieri di Eltsin. Ma a che serve? Il Parlamento ha appena deciso di chiudere l'Agenzia di Poltoranin, che Eltsin la riconferma in funzione. E la Costituzione, quella nuova, che fine farà? L'ennesimo decreto di Eltsin, del tutto incomprensibile per altro, «stabilisce» fermamente che il presidente la vorrebbe molto, ma non sa come approvarla. Poco male. Khasbulatov decide che il Parlamento approverà la propria quando gli farà comodo. Intanto vale la vecchia, su cui Eltsin ha giurato con il Vangelo in mano, il che non gl'impedisce di mettersela sotto i piedi un giorno sì e l'altro anche. Il risultato è un disastro turistico. Eltsin ha interrotto le sue vancanze e i deputati dovranno fare altrettanto. Ma tutti si chiedono cosa sta per succedere. La squadra del presidente si sta squagliando. Se Eltsin non sapeva nulla della riforma monetaria che il «suo» governo stava preparando, è inevitabile dedurne che il suo controllo sulla situazione è molto precario. Se lo sapeva, è logico dedurne che sta cercando di trovare nuovi alleati, scaricando i vecchi non più fidati. Barannikov è solo la prima vittima. L'ipotesi di un imminente show-down diventa ogni giorno più forte. E allora sarà difficile giocare a guardie e ladri. Giuliette Chiesa 888 I

Luoghi citati: Mosca, Russia