Ciampi: «Elezioni nel '94» di Enrico Singer

Da Parigi il primo ministro lancia segnali di stabilità ma sulla manovra economica è scontro tra Lega e pds Da Parigi il primo ministro lancia segnali di stabilità ma sulla manovra economica è scontro tra Lega e pds Ciampi: «Elezioni nel '94» Dalpremier solidarietà a Mancino ROMA. «Credo che il Paese andrà alle elezioni dopo l'approvazione della legge finanziaria per il '94, quindi con l'anno nuovo. Non chiedetemi adesso in quale mese, questo si vedrà». Carlo Azeglio Ciampi lo annuncia da Parigi - dove è volato ieri mattina per un incontro-lampo con il premier francese Edouard Balladur - e chiude così la polemica durata tutta la settimana sulle elezioni in autunno o in primavera. Nel pomeriggio il presidente del Consiglio sarà già a Milano per i funerali delle vittime della bomba di via Palestra. Ma dalla Francia vuole lanciare un segnale di stabilità. Per quanto è possibile, almeno. E le elezioni in primavera, per Ciampi, sono il punto di arrivo di tutta l'opera del governo: la riforma elettorale, prima, la manovra economica poi. Dice Ciampi: «Mi pare ormai che ci sia un'ampia convergenza sulle scadenze. La riforma elettorale può essere votata in Parlamento entro il 6 agosto; il governo presenterà la finanziaria e i provvedimenti collegati ai primi di settembre, dopodiché ci sarà la sessione di bilancio e si dovrà anche risolvere il problema del sistema per il voto degli italiani all'estero». In questo scenario, la data delle elezioni si colloca non prima di marzo. E Ciampi, dopo l'incontro a pranzo con Bossi, può vantare anche l'appoggio della Lega a questa tabella di marcia. E il pds? Anche il partito di Occhetto voterà la finanziaria? «Questo lo deciderà il pds. A me interessava sapere se il governo poteva realizzare l'impegno di preparare una buona finanziaria e mi sembra che c'è la volontà dei partiti di discuterla». Ciampi, insomma, si mostra sicuro di poter concludere la missione che si era fissato al momento di entrare a Palazzo Chigi. E vuole anche gettare acqua sul fuoco delle polemiche esplose sull'operato del ministro dell'Interno, Mancino, all'indomani della notte delle bombe. «Ho inviato una lettera di piena solidarietà» a Mancino, ha detto Ciampi che ha anche tenuto a renderne pubblico un brano: «Nelle ore immediatamente successive ai crimini commessi contro lo Stato, è motivo di intimo conforto sentire una perfetta sintonia con te». Ma se Ciampi punta a ricucire gli strappi e a sottolineare le convergenze, il confronto tra i partiti non si placa. Al contrario. Da una parte la Lega, dall'altra il pds già si scambiano bordate proprio sulla finanziaria. Il pds intravede un trabocchetto nella tregua raggiunta a tavola tra Bossi e Ciampi. Davide Visani, coordinatore della segreteria della Quercia, lo fa capire chiaramente: «Bossi incoraggia Ciampi a varare la finanziaria, magari per votargli contro in modo da prendere in mano la protesta sociale. Di fronte al Paese, il suo non è un gioco pulito». Il timore del pds è evidente: se si andrà a votare dopo la finanziaria - cioè dopo una prevedibile nuova stangata - tutti i partiti che sostengono il governo dovranno fare i conti con la delusione e la rabbia degli elettori. E il partito di Occhetto non vuole che a trame vantaggio sia la Lega. Proprio ieri Miglio ha detto: «Per noi votare adesso o un po' più tardi è lo stesso perché noi continuiamo a crescere mentre gli altri crollano». E Bossi ha confernato che le elezioni ci saranno «al massimo» in primavera e che segneranno «la rinascita del Paese». In altri termini, una nuova vittoria della Lega. I proclami della Lega e i pericoli di una finanziaria «pesante» spaventano anche la nuova de di Martinazzoli che ha paura di pagare un conto salato: «Pds e Lega non credano che saremo soltanto noi a sostenere gli effetti dell'azione del governo», ha detto D'Onofrio. Lo scontro sulla finanziaria è appena cominciato, ma già s'intuisce che i partiti che sostengono Ciampi la vorrebbero «leggera»., senza troppe stangate che si trasformerebbero in armi elettorali. E se il presidente del Consiglio dovesse insistere per far valere soltanto le ragioni della situazione economica? «In caso di necessità le elezioni potrebbero tenersi anche prima della finanziaria», ha avvertito il pds. Enrico Singer Occhetto e Bossi. A destra il presidente del Consiglio Ciampi in compagnia del premier francese Si sono incontrati ieri mattina a Parigi nel corso di un vertice-lampo italo-francese

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