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«Ho subito una grande ingiustizia» Dopo la scarcerazione le accuse ai giudici: ero tornato spontaneamente «Ho subito una grande ingiustizia» Aragozzini: nessuna ragione per tenermi in carcere ROMA. «Credo di aver subito una grande ingiustizia»: così, il giorno dopo la scarcerazione, Adriano Aragozzini giudica il suo arresto effettuato nell'ambito dell'inchiesta sulle presunte tangenti legate al Festival di Sanremo. «Per arrestare una persona - spiega l'ordinamento giuridico italiano prevede tre condizioni: pericolo di fuga, reiterazione del reato e inquinamento delle prove. Per quanto riguarda la mia possibile fuga, io, anche sapendo dell'inchiesta in corso e delle voci che correvano su un mio possibile arresto, tre giorni prima del provvedimento di custodia cautelare, sono ritornato dagli Stati Uniti dove mi ero recato per i concerti a New York di Renzo Arbore e Luciano Pavarotti». «La reiterazione del reato prosegue Aragozzini - per me era impossibile perché ormai il' Festival è organizzato dalla Rai. E, oltre tutto, già da maggio ho dato le dimissioni da tutte le cariche che ricoprivo nella società Oai». Quanto alla possibilità di inquinamento delle prove «era un sospetto assurdo poiché tutto quello di cui ero accusato, e cioè di essermi procurato del denaro "in nero" dalla so¬ cietà, lo avevo già dichiarato alla Guardia di finanza e avevo presentato domanda di condono tombale un anno fa, con le integrazioni a termine di legge e comunque molto prima de) mio arresto. Non esisteva alcun pericolo di inquinamento delle prove anche perché la magistratura di Sanremo possedeva tutta la documentazione bancaria personale e della società». Aragozzini infine ringrazia «i suoi avvocati e in particolare Gino Paoli, Renzo Arbore e Domenico Modugno, (che nei giorni scorsi erano intervenuti pubblicamente a suo sostegno) e l'ambiente musicale». A proposito delle posizioni espresse da Teddy Reno, che ancora ieri ha criticato Domenico Modugno per aver appoggiato Aragozzini, l'ex patron del Festival ha commentato: «Teddy Reno? Non so chi sia». [Ansa] Adriano Aragozzini