Per via D'Amelio fermato un sospettato

Strage Borsellino Strage Borsellino Per via D'Amelio fermato un sospettalo CALTANISSETTA. Una persona sarebbe stata fermata ieri nell'ambito dell'inchiesta sulla strage del 19 luglio dello scorso anno, in via D'Amelio a Palermo, dove un'autobomba provocò la morte del giudice Paolo Borsellino e di cinque agenti della sua scorta. I particolari dell'operazione saranno resi noti stamattina, in una conferenza stampa, dal procuratore della Repubblica di Caltanissetta, Giovanni Tinebra. Altre due persone sono da mesi in carcere accusate di concorso in strage. Si tratta di Vincenzo Scarantino, 28 anni, e di Pietro Scotto, 43. Il primo era stato arrestato nel settembre dello scorso anno con l'accusa di avere procurato la Fiat 126 che venne utilizzata dagli attentatori per compiere la strage. La squadra mobile di Palermo, diretta allóra da Arnaldo La Barbera, che prosegue le indagini anche sulla strage di Capaci, giunse alla identificazione di Scarantino attraverso alcune intercettazioni telefoniche tra lo stesso e tre suoi amici che avrebbero rubato, su suo incarico, l'utilitaria utilizzata in seguito per l'attentato. Pietro Scotto, tecnico di una società di telecomunicazioni, arrestato il 27 maggio scorso, secondo l'accusa avrebbe consentito l'intercettazione della telefonata con la quale il giudice Borsellino, il 19 luglio dello scorso anno, avvertiva la madre e la sorella che stava andando a casa loro in via D'Amelio. Secondo l'accusa, per compiere le intercettazioni telefoniche, Scotto avrebbe attivato una connessione tra l'armadio della Sip in via D'Amelio e la propria utenza telefonica. [Ansa]

Persone citate: Arnaldo La Barbera, Borsellino, Giovanni Tinebra, Paolo Borsellino, Scarantino, Scotto, Vincenzo Scarantino

Luoghi citati: Caltanissetta, Capaci, Palermo