Per i politici pochi fischi ma tanta indifferenza
Per i politici pochi fischi ma tanfo indifferenza Per i politici pochi fischi ma tanfo indifferenza MILANO DALLA REDAZIONE Scalfaro, Ciampi, Napolitano, Spadolini. Tutti, alla fine, vengono fatti passare dalla sacrestia mentre in piazza del Duomo esplode il fischio delle sirene e l'applauso delia folla. Passano le bare, pochi si accorgono che i grandi della Repubblica hanno evitato l'ultimo confronto con le masse. Ma la contestazione, tanto temuta, non c'è stata: qualche fischio mescolato ad un timido applauso quando il presidente Oscar Luigi Scalfaro si sposta da palazzo Marino al Duomo. Nessuna reazione al passaggio di Carlo Azeglio Ciampi mentre, in mattinata, non piace a vigili e familiari delle vittime, in preghiera presso la camera ardente, che Spadolini risponda alle domande dei cronisti a pochi metri dalle bare. Ma, anche qui, nessun incidente. E' una Milano triste ma non rabbiosa, insomma. Scalfaro raccoglie applausi in ospedale, quando visita i feriti dell'atten¬ tato di martedì. Il guardasigilli Giovanni Conso, intanto, incontra Antonio Di Pietro alla camera ardente di palazzo Marino. E tra il giudice e il ministro finisce in un grande abbraccio mentre Mancino e Parisi, giunti direttamente in chiesa, entrano ed escono indisturbati. Là, in Duomo, lo Stato è presente ai massimi livelli: il presidente Scalfaro, Spadolini, Napolitano e Ciampi. Dietro Mancino, Conso, Parisi e il presidente della suprema Corte Franco Casavola. E' una giornata di lutto, non di contestazione. L'unico momento di tensione si verifica quando Umberto Bossi compare sul sagrato del Duomo, alla fine della cerimonia. Davanti a lui ci sono le rappresentanze della Rete, di Rifondazione, gli striscioni dei sindacati. E dalla folla partono bordate di fischi. Nulla di grave, anche perché, pochi metri più in là, il senatur ritrova le truppe del Carroccio, la maggioranza in piazza del Duomo. Bossi è tra i pochi a uscire dal portone principale del Duomo mentre la gente è ancora tutta lì. Fanno lo stesso Nando Dalla Chiesa, sfidante sfortunato alla poltrona di sindaco, e Giampiero Borghini, fino alle elezioni primo cittadino di Milano. Ma le attenzioni della gente di Milano sono tutte per lui, l'Umberto Bossi che, quaranta giorni fa, celebrava in piazza del Duomo il trionfo della Lega alle elezioni comunali. E adesso? «C'è una cosa - sbotta Bossi mentre si allontana dalla piazza - che non mi è andata giù. Non trovo giusto che al funerale si sia presentato il nuovo sindaco di Torino. Sia ben chiaro: chi sfrutta i brogli elettorali per conquistare una poltrona è alleato nello sfascio a chi tira le bombe». Anche stavolta, insomma, Bossi spara grosso. Ed è questa l'unica polemica di una giornata dolente, traversata dai politici con molta discrezione e qualche paura. Bossi non rinuncia alla polemica «Perché è venuto il sindaco di Torino?» Il presidente Scalfaro e Spadolini ieri ai funerali solenni in Duomo
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