Riunito il tribunale dei ministri I conti in Svizzera per i debiti del psdi

Riunito il tribunale dei ministri Riunito il tribunale dei ministri 1 conti in Svizzera per i debiti del psdi Finanziamento agevolato da Romita? Oggi sarà sentito Giovanni Goria Per la prima volta a Torino si è riunito il tribunale dei ministri, una speciale sezione che svolge le funzioni del pubblico ministero nei confronti dei ministri. Ieri i giudici Paolo Borgna di Torino, Giovanni Milano, presidente del tribunale di Novara, Edoardo Varese, presidente del tribunale di Saluzzo, hanno sentito i testi per la vicenda in cui è coinvolto Pier Luigi Romita (ex psdi), che all'epoca dei fatti era ministro al Bilancio. Secondo l'inchiesta condotta dal pm Corsi, una società del gruppo Fiat, la Cis (Compagnia italiana strade) avrebbe versato, tra il 1985 e il 1986, 130 milioni sui conti svizzeri di Gianfranco Gatti, funzionario della Rai, all'epoca segretario provinciale del psdi. La mazzetta sarebbe servita a ottenere un finanziamento Fio (Fondo investimenti occupazione) dal ministero del Bilancio, allora retto da Pier Luigi Romita. Per primo è stato sentito l'ex direttore generale della Cis, Vittorio Del Monte (difeso dall'avvocato Zanalda) che ha ripetuto quanto aveva già detto al pm Corsi: «Versai il denaro sui conti svizzeri indicatimi da Gatti: 50 milioni sul conto Pippo, altri 50 su Zippo e gli ultimi 30 sul conto Spica. Disse che preferiva non utilizzare sempre lo stesso conto». Gatti, sentito dopo di lui, avrebbe confermato: «Dopo il versamento, diedi ordine alla banca svizzera di trasferire il denaro in Italia. Ricevetti i soldi da due persone che non conosco e che incontrai in un bar a Milano e a Torino. Spesi il denaro per coprire i debiti della campagna elettorale del psdi». Gatti (difeso dall'avvocato Guaraldo) avrebbe detto di non conoscere i motivi del contributo anche se sapeva che alla Cis interessava ottenere il finanziamento Fio. L'avvocato Nebbiolo Vietti (difeso dall'avvocato Garavoglia e indagato per un'altra vicenda di tangenti), convocato come teste, si è detto completamente estraneo all'utilizzo dei conti svizzeri di Gatti. L'ultimo teste convocato, l'ex amministratore delegato della Impresit Ulrico Bianco, che aveva dato disposizioni per il pagamento della mazzetta, non si è presentato in aula. Oggi il tribunale dei ministri tornerà a riunirsi per esaminare le accuse rivolte a Giovanni Goria quando era titolare dell'Agricoltura dell'industriale vinicolo Camillo Benso. A mettere in moto l'indagine erano state le dichiarazioni di Giuseppina Arfinengo, titolare di un'impresa di autotrasporti astigiana. Durante un processo al tribunale di Asti, la donna aveva raccontato ai giudici di aver saputo che l'industriale Benso aveva ottenuto un finanziamento Cee grazie all'intervento del ministro dell'Agricoltura Goria, che per questo avrebbe intascato una tangente. L'ex ministro Pier Luigi Romita