«Banche subito ai privati» di Francesco Bullo
Il pil sul banco degli imputati «Banche subito ai privati» Barucci preme, Bruxelles anche «Presto gli incentivi per le azioni» ROMA. Il governo è deciso a puntare sulle privatizzazioni e il ministro Barucci lo ha ripetuto ieri senza mezzi teimini. Una prima risposta favorevole è venuta subito dalle commissioni competenti della Camera che hanno dato parere favorevole al documento di Palazzo Chigi. Ed un altro «impulso» ad accelerare su guesta strada è venuto da Bruxelles, non senza burrasca. Privatizzare sì, ma come? Risponde Barucci, intervenendo al Senato: «Mediante un azionariato diffuso di Imi, Comit e Credit, strumenti che costituiranno un meccanismo essenziale per le successive operazioni» (si tenterà, secondo il sottosegretario Coloni, di realizzare l'operazione entro 12 mesi). «Per fronteggiare il rischio finanziario del sistema produttivo - ha aggiunto - il governo ha assunto un'iniziativa legislativa che servirà a spingere il risparmio verso il mercato dei capitali di rischio, e si augura che tale iniziativa sia sollecitamente approvata dal Parlamento. Realizzare quest'obiettivo vuol dire evitare il ricorso a nuove patrimonializzazioni». Sempre ieri, parlando alla commissione Bilancio del Senato, Barucci ha ampliato il discorso, affermando che il gettito derivante dalle privatizzazioni «sarà sicuramente consistente, tenendo anche conto dei risultati pregevoli che si stanno conseguendo proprio in questi giorni, che riguarderanno, se non altro, Imi ed Ina». Ed è tornato a sollecitare la rapida approvazione del ddl sugli incentivi agli investimenti in Borsa, sottolineando nuovamente che il provvedimento servirà anche «a fronteggiare i rischi finanziari del sistema produttivo e ad evitare il ricorso a nuove patrimonializzazioni». Ma proprio sul «via libera» al disegno di legge per le agevolazioni a Piazza Affari c'è stata l'immediata risposta di Lanfranco Turci (pds). «Per me - ha commentato - è una bugia totale. Per quello che ne so il provvedimento è stato fermato dal ministro delle Finanze: su questo tema manca il coordinamento, non ci sono valutazioni omogenee». Il disegno di legge è fermo da tempo in commissione Finanza della Camera che, per il via libera in sede legislativa, attende il parere della commissione Bilancio sulla copertura. Quest'ultima, per esprimersi, ha chiesto che il governo dia assicurazioni sugli aspetti finanziari ma il ministero delle Finanze non è convinto che sia possibile compensare gli sgravi con le maggiori entrate dovute all'introduzione della cedolare secca. Conclusione: Barucci sollecita il Parlamento, questo attende la relazione tecnica dal governo, che non arriva in attesa di un chiarimento fra Finanze e Tesoro. Non sono solo queste le divergenze. Le commissioni della Camera hanno dato sì il «placet» al documento governativo, ma a maggioranza: si sono dissociati i deputati della Lega e di Rifondazione comunista che hanno abbandonato i lavori per poi dichiarare che «il governo in sostanza sta espropriando il Parlamento» della discussione sul tema. «Il dibattito di poche ore in commissione ed in aula - hanno aggiunto - serve solo a coprire la decisione di svendere il patrimonio pubblico». Oggi comunque i capigruppo delle tre commissioni torneranno ad incontrarsi «per discutere - ha detto Marianetti - un ordine del giorno che si spera possa avere la massima convergenza e che verrà presentato domani in àula». Di privatizzazioni italiane si è parlato anche a Bruxelles, dove il ministro Andreatta ha incontrato Van Miert (commissario alla concorrenza) per discutere il caso Uva. E i due hanno preso tempo. Sotto accusa c'è il problema della garanzia illimitata che lo Stato italiano, in quanto azionista unico, assicura alle banche creditrici delle società indebitate. In ballo ci sono tutte le società in difficoltà neh universo pubblico, Efim in testa, sul quale già pende una procedura d'infrazione da parte della commissione Cee. Per le controllate dell'Ili si tratta di chiarire la posizione dell'Uva, di Iritecna, di Fincantieri e di Fiumare. Per le altre, non esiste la stessa difficoltà perché parte del loro azionariato è privato. La commissione, nella sua riunione settimanale, vuole arrivare ad un pronunciamento sul caso delle privatizzazioni italiane che faccia giurisprudenza per quelle future. E la conclusione sembra essere: lo Stato italiano non può avere il 100% delle aziende, venda almeno una quota ai privati. Un invito o una minaccia? Francesco Bullo
Persone citate: Andreatta, Barucci, Lanfranco Turci, Marianetti, Van Miert
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