Baudo all'attacco dei giornalisti tivù di Luca Giurato

Baudo all'attacco dei giornalisti tivù Baudo all'attacco dei giornalisti tivù &Ef£¥&££8£83£39S39£& LA GUERRA DEL TALK-SHOW PROMA ER Pippo Baudo i giornalisti del Tgl clie hanno bocciato il progetto di un suo «talk show» nella collocazione destinata allo «Speciale Tgl», «hanno eretto uno steccato antistorico e scorretto. E' caduto il Muro di Berlino e loro ne hanno alzato uno a Saxa Rubra, vengono in mente le vecchie corporazioni». In una intervista pubblicata nel nuovo numero del settimanale Tv Radiocorriere, il celebre presentatore si scaglia in particolare contro i giornalisti radiotelevisivi: «Hanno goduto di un diritto in più, una condizione di privilegio; sono sempre stati una specie di ostia consacrata dell'azienda». Bocciando il suo programma, aggiunge Baudo, «non voglio pensare che si sono voluti mettere al riparo dal rischio che corrono o che avrebbero corso; cioè, la dimostrazione che si può fare del giornalismo come spettacolo e anche come successo. Una difesa cosciente dei loro limiti». Adesso, secondo Pippo Baudo, i giornalisti Rai, «di fronte al nuovo, difendono il loro tabernacolo e hanno assunto una posizione acritica su di un programma che non conoscono». Il popolare entertainer racconta di «aver già dato consigli a Luca Giurato che condurrà la prossima edizione di "Domenica in". Ma, dovrò girare parecchio - sostiene -; perché sono tanti i giornalisti a cimentarsi nel varietà: Cecchi Paone, Puccio Corona e Amedeo Goria, tutti entrati senza patente nell'orticello nostro, quello dello spettacolo». Nell'intervista al Radiocorriere, Baudo afferma anche di non essere ancora stato chiamato dal nuovo presidente del Consiglio di amministrazione della Rai, Claudio Demattè. «In fondo - spiega con un pizzico di ironia - sono solo uno dei 17 mila collaboratori dell'azienda; spero solo un giorno di essere ricevuto per spiegargli le mie idee». Si sente coinvolto dall'ondata di rinnovamento che si sta abbattendo su Viale Mazzini, chiede l'intervistatrice? Baudo risponde: «Mi sta toccando come tutti. Ormai, la Rai è un bestiario: dinosauri, camaleonti, mammuth, lucertole che cambiano pelle. Io non cambio e continuo a penI sarla come prima: quanti an- tifascisti vennero fuori in Italia alla fine del fascismo? C'è tanta paura e pochi hanno il coraggio di parlare, lo fa Minoli e lo faccio io che sono un esterno. Se fossi Demattè darei un'occhiata alla lista dei collaboratori: chi sono, perché c'è gente che riceve lo stipendio a casa, illustri letterati che non si sono mai visti in nessun ufficio, consulenti che non hanno mai fatto niente. Questa è una delle vergogne della Rai». «C'è il rischio - prosegue Baudo - che non mi facciano più lavorare alla Rai. Ma che devo fare, come i moralisti dell'ultima ora?». Secondo il Pippo «nazionale», infine, «Demattè non deve pensare che tutta la Rai è allo sfascio, fatta soltanto da gente che lavora poco e guadagna tanto». E aggiunge: «La parola d'ordine di questo nuovo corso bocconiano è facciamo dimagrire la Rai. Ma se questo avviene perdiamo una parte del riferimento culturale del Paese». «Un futuro tutto di news sarebbe noiosissimo - sostiene Baudo -. Il varietà è il bisogno di sogno che tutti abbiamo. In questo momento di grande crisi è necessaria l'informazione, ma dobbiamo sempre lasciare una finestra sulla fantasia». Pronta la replica dei giornalisti del Tg 1. «Baudo fa finta di non capire e insiste», afferma Giulio Borrelli, del comitato di redazione. «Prima aggiunge Borrelli - tira in ballo il Minculpop (di cui mostra di conoscere poco le origini e la funzione), oggi parla di Muro di Berlino. Quanta presunzione "storica" per nascondere una semplice verità: voleva disporre, a comodo suo, del palinsesto di Raiuno. Questo gli è stato possibile in altre epoche - continua il rappresentante dei giornalisti che lavorano per la prima testata Rai - quando i mandarini imponevano il loro volere. Oggi, che questo è più difficile, recalcitra. Baudo mostra così di essere, tra i tanti animali che cita nella sua ennesima intervista, uno dei meno eleganti». [r. int.] Il presentatore: troppa gente è pagata per far nulla I giornalisti: i mandarini hanno fatto il loro tempo Sopra, Claudio Demattè, a lato Pippo Baudo, sotto Luca Giurato

Luoghi citati: Berlino, Italia