Ordine del magistrato: gambizzate il professore

Ordine del magistrato; gambizzate il professore Messina, l'uomo aveva chiesto il «favore» a un clan mafioso. Manette dopo la confessione di un pentito Ordine del magistrato; gambizzate il professore Voleva vendicare un suo parente bocciato 4 volte agli esami MESSINA. Ai componenti di un clan mafioso aveva chiesto un favore personale: gambizzare quel docente universitario che agli esami si era permesso di rimandare per quattro volte di seguito un suo parente. A ordinare alla mafia quella singolare punizione, uno dei magistrati più conosciuti a Palazzo di Giustizia di Messina: Giuseppe Recupero, 66 anni, giudice per le indagini preliminari. Il magistrato è stato raggiunto da un ordine di custodia cautelare firmato dai colleghi della procura di Reggio Calabria, titolari delle indagini per «legitima suspicione». Quando ieri mattina le forze di polizia gli hanno notificato l'ordine di arresto, Giuseppe Recupero è stato colto da un attacco al cuore che ha reso necessario il ricovero in ospedale. Oltre a Recupero, destinatari del provvedimento restrittivo sono altre sette persone (tre di loro irreperibili, quattro detenute). Un avviso di garanzia per favoreggiamento è stato emesso anche nei confronti del docente rimasto vittima dell'agguato perché non ha collaborato con i giudici durante le indagini. Nei confronti del magistrato messinese il reato ipotizzato è quello di concorso di lesioni aggravate. A chiamarlo in causa sono alcuni pentiti di mafia che da mesi collaborano con la giustizia. Il gip della procura di Reggio Calabria ha respinto la richiesta del pubblico ministero che, per tutti gli indagati, aveva ipotizzato il reato di associazione per delinquere di stampo mafioso. L'accusa nei confronti del giudice messinese 6 quella di avere ordinato la gambizzazione del professore universitario Antonio Pernice, 62 anni, docente di genetica presso la Facoltà di scienze «Papardo» dell'Università di Messina. Antonio Pernice rimase ferito alle gambe da alcuni colpi di pistola cai. 6,35 sparati da due sconosciuti la mattina del 6 settembre del '90. Aveva appena lasciato la facoltà di Biologia dove insegna, quando alcuni uomini armati gli esplosero contro alcuni colpi d'arma da fuoco. Adesso, grazie ad alcuni pentiti, si scopre che dietro a quella spedizione punitiva, c'era la mano di un clan locale e del giudice Recupero. Per mettere a punto la sua vendetta contro il docente universitario, il giudice Recupero si sarebbe rivolto ad alcune vecchie conoscenze della malavita messinese. Uno di questi è Saro Rizzo, 31 anni, personaggio di rilievo della criminalità locale, attualmente in carcere, scampato a cinque attentati da parte delle cosche mafiose rivali (tanto da meritarsi, negli ambienti mafiosi, l'appellativo di «immortale»). Dopo questa pesante accusa, non è escluso che gli inquirenti predispongano una sorta di monitoraggio dei provvedimenti adottati dal magistrato per capire se ci siano stati trattamenti di favore sospetti nei confronti di alcuni pregiudicati. (n. sa.l Il giudice per le indagini preliminari di Messina, Giuseppe Recupero, arrestato ieri

Persone citate: Antonio Pernice, Giuseppe Recupero, Recupero, Saro Rizzo

Luoghi citati: Messina, Reggio Calabria