Naja assurda in Mozambico: qui facciamo i camerieri

Nqjq assurda in Mozambico; qui facciamo i camerieri MISSIONE ALBATROS «Il comandante sta in una lussuosa villa con la famiglia». L'Esercito: invenzioni, è qualche scontento che si lamenta per il soldo Nqjq assurda in Mozambico; qui facciamo i camerieri Lettera dei caschi blu italiani: i mezzi sono inadeguati, i capi inefficienti Naja assurda in Mozambico. Missione umanitaria? Se in Somalia i nostri commilitoni muoiono, qui stiamo di guardia al bidone in un accampamento che sembra un ghetto e da cui ci è vietato uscire per evitare pericoli inesistenti; non facciamo missioni operative perché i nostri mezzi sono inadeguati e gli ordini senza senso; serviamo gli ufficiali come camerieri mentre quelli passano il tempo a mangiare e ad abbronzarsi; e il nostro comandante si è persino fatto raggiungere dalla famiglia mentre a noi propina ramanzine moraliste. E' questo il senso di una lettera scritta da 17 soldati italiani che partecipano alla missione di pace dell'Onu «Albatros» in Mozambico, pubblicata ieri dall'Indipendente. Un messaggio che i militari hanno spedito «con un nodo alla gola perché ci sentiamo demoralizzati, umiliati e impotenti di fronte all'ingiustizia». Tutte assurdità, hanno subito ribattuto i generali comandanti, secondo i quali le lamentele vengono da pochi elementi scontenti per ritardi del soldo. Ma prima della difesa, ascoltiamo in dettaglio le accuse. I militari tengono a far sape¬ re di non essere, come si dice, dei «lavativi»: sono venuti qui volontari, per fare una cosa utile e, certo, anche «per poter guadagnare un po' di soldi». L'indennità per la missione all'estero è alta, ma loro se la vogliono guadagnare. E invece: «Il gruppo elicotteri qui non fa altro che il trasporto giornaliero del pane e dei comandanti di gruppo». Per portare rifornimenti alla popolazione «l'Onu preferisce usare i Mil-Mi8 russi, perché costano meno di un decimo dei mezzi italiani». Tutto il tempo passa in corvée da camerieri, specialmente durante le frequenti visite di personaggi polici per i quali si organizzano «pranzi megagalattici», e in servizi di guardia ai mezzi di trasporto fermi nell'accampamento. Poi ci sono le «disposizioni assurde e umilianti che arrivano da superiori incapaci e incompetenti»: e i 17 fanno l'esempio del generale Fontana, che vieta le uscite serali e i contatti con la gente del posto (leggi: ragazze) e ammonisce i soldati che devono «redimersi», ma poi si sistema in una villa lussuosa dove si fa raggiungere da moglie e figlia «a spese del contribuente». Si potrebbe continuare ma diamo la parola ai comandanti. Il generale Luigi Manfredi, che guida il IV Corpo d'armata degli Alpini (cui appartiene la maggior parte del contingente) ribatte che «gli ordini sono precisi e l'azione efficace. Nella zona che presidiamo garantiamo sicurezza alla gente e agli approvvigionamenti» . Il generale Fontana fa sapere che la famiglia lo ha raggiunto pagandosi il volo in aereo, fermandosi poi per 10 giorni. «Sì, faccio anche scuola morale ai ragazzi e sconsiglio loro contatti con le donne del luogo»: c'è il pericolo dell'Aids, ma anche di reazioni violente della popolazione. Ma non è la prima volta che si fanno polemiche su Albatros (si pensi alla disputa con l'Onu per le piume sull'elmetto). Forse ne dovremo parlare ancora. [e. st.l I militari italiani impegnati nella missione Albatros

Persone citate: Fontana, Luigi Manfredi

Luoghi citati: Somalia