Il croato ha subito confermato le sue doti offensive: per il Torino di Mondonico un cannoniere in più Jarni, il gol nel sangue di Claudio Giacchino

Il croato ha subito confermato le sue doti offensive: per il Torino di Mondonico un cannoniere in più Il croato ha subito confermato le sue doti offensive: per il Torino di Mondonico un cannoniere in più Jenni, il gol nel sangue «Datemi spazio in avanti e vedrete» VIGO DI FASSA DAL NOSTRO INVIATO D'accordo che i gol di luglio, per giunta contro avversari che valgono zero, non contano nulla: però, se non li fai, e in abbondanza, ecco piovere le critiche. Il Torino, venerdì contro i volonterosi dilettanti della Val Fassa, ne ha siglati dodici (a uno): quantità accettabile per evitare rimproveri o sarcasmi. Tre sono stati messi a segno da Robert Jarni, in campo solo nella ripresa, con la squadra numero due: il croato ha giocato da mezza punta. Un ruolo che gli piace moltissimo, sebbene la sua notorietà pallonara sia legata al ruolo di difensoreincursore sulla fascia sinistra. Jarni professa amore per l'attacco, garantisce di avere vocazione di bomber anche se la statistica lo contraddice: passi per le stagioni jugoslave, quando con la maglia dell'Hajduk Spalato siglò 17 reti in tre campionati (non poco per un terzino, anche se il calcio dell'ex Jugoslavia non era trascendentale), però in Italia, con il Bari, il sempre sorridente Robert ha visto assai di rado la porta: in A non la vide mai, in B nel torneo scorso è riuscito a centrarla tre sole volte. Sincerità vorrebbe che il croato esclamasse la giustificazione: «Ma ero nel Bari, una formazione che prima è retrocessa e poi, tra i cadetti, ha vivacchiato nella mediocrità». Jarni sembra cedere a tale impeto sincero, poi, siccome è uomo di buona creanza, si trattiene dal criticare l'ex società che gli ha schiuso le porte dell'Eldorado pallonaro e annuisce: «E' vero, ho fatto pochi gol. Però, vi garantisco, io devo spingermi in avanti, magari solo per fornire assist alle punte. Ben lo sa Zlatko Vujovic, bomber dell'Hajduk dei tempi d'oro. Io sono diventato difensore per necessità, per non ammuffire tra le riserve. Dato che in quella magnifica squadra di Spalato, dal 1986 al '90, c'erano fior di attaccanti, pur di vestire una maglia di titolare m'adattai a giostrare sulla corsia. Visto, poi, l'ottimo rendimento, lì rimasi e occupai quel ruolo pure in Nazionale. Ma, ripeto, io sto bene quando posso incunearmi verso l'area avversaria». L'incursione, in effetti, è la virtù del nuovo straniero granata: affascinò anche la Juventus, bisognosa di un giocatore con queste caratteristiche, «poi non se ne fece nulla perché il Bari non se la sentì di cedere ai bianconeri anche me dopo Platt». Una settimana di Toro ha insegnato qualcosina a Robert, così eccolo pronunciare queste frasi senza quel velo di rimpianto nel quale aveva avvolto !e stesse parole il giorno del raduno. Venticinque anni ad ottobre, appassionato di tennis («Prpic e Ivanisevic sono i miei idoli, il primo è migliore per tecnica»), Jarni s'era portato a Vigo di Fassa due racchette che costano un tesoro: l'ottimista, pensava di usarle. Ahilui, ignorava che una volta finito l'allenamento sotto le grinfie del preparatore atletico Sguazzerò e del vice di Mondonico, Angelo Pereni, non gli sarebbero rimaste la forza e il desiderio di inseguire la pallina. Su Jarni il professor Sguazzerò osservava nei giorni scorsi: «Ha una grande potenza esplosiva, cioè ha un'accelerazione dirompente: però, proprio perché brucia tutto in quest'azione, faticherà sempre nei rientri». Il che significa che da lui non bisogna attendersi molto in copertura. Insomma, l'ex divo di Spala¬ to, ricorda Policano (sperando abbia i nervi più saldi). Mondonico, che ieri è rimasto ancora a Vigo mentre i giocatori sono fuggiti tutti verso un weekend di dolcezze con mogli, fidanzate e amiche (si ritrovano stasera a Malles, Val Venosta) diceva di Jarni: «E' uomo di propulsione: l'ho schierato come mezza punta per sperimentare come se la cavava, ma giocherà con il 3 scorrazzando sulla fascia sinistra. Ha mostrato di possedere un gran tiro: inoltre, in partita, urla molto, per dare consigli tattici ai compagni: è un bene avere un terzo suggeritore in campo». Per i curiosi, i due suggeritori sono Armoni e Fortunato: specie il primo, accidenti quanto parla, grida, impreca. Claudio Giacchino Il nuovo acquisto jarni aveva portato nel ritiro di Vigo di Fassa due splendide racchette da tennis, ma non conosceva ancora i duri metodi di lavoro di Mondonico e dei suoi collaboratori Pereni e Sguazzerò

Luoghi citati: Bari, Italia, Jugoslavia, Spalato, Vigo Di Fassa