Nel mirino ristrutturazioni abusive e compravendite di immobili Rosone, si muove la procura

Nel mirino ristrutturazioni abusive e compravendite di immobili Nel mirino ristrutturazioni abusive e compravendite di immobili Rosone, si muove la procura Per l'Enel la frazione non è fantasma La storia di Rosone vecchia che, da frazione fantasma era diventata un villaggio di seconde case per le vacanze, è tutta raccolta in uno spesso faldone da qualche giorno sul tavolo del sostituto procuratore di Ivrea, Paola Rava. I documenti, messi insieme dagli uomini della Guardia forestale che ha sollevato la questione, raccontano gli ultimi 30 anni di storia di questa manciata di case abbandonate per ordine del Presidente della Repubblica nel lontano 1956. Per ora il magistrato non ha ancora ipotizzato reati nei confronti di nessuno. Ma l'inchiesta è aperta: ci sono molti aspetti da chiarire, a cominciare dalle costruzioni e ristrutturazioni abusive e dagli allacciamenti all'Enel. I primi li spiegheranno i proprietari degli immobili, in taluni casi praticamente rifatti. Il secondo problema, invece, si presenta più complesso. Per l'Enel che, al tempo dell'evacuazione aveva disattivato tutte le linee, Rosone vecchia non era una frazione fantasma. Nel giro di pochi anni sono stati installati almeno una trentina di contatori nuovi e sostituiti tutti quelli fuori legge. «Bastava presentare un'autocertificazione che la casa era stata costruita prima del'77 che l'Enel veniva ad attivarci la linea», spiegano proprietari ed affittuari. Una prassi veloce che non ha richiesto nemmeno la presentazione del certificato di abitabilità. In questo modo i rustici, già sistemati, sono diventati perfettamente utilizzabili. «Per molti di noi, affittare o vendere era l'unica possibilità di recuperare, almeno in parte, il danno economico subito durante la prima evacuazione», dicono ancora a Ribordone. Allora, infatti, il governo aveva disposto il rimborso del 67 per cento del costo sostenuto dagli abitanti della frazione per ricostruirsi una casa alcune centinaia di metri più a valle. Chi non poteva dimostrare di avere il 33 per cento mancante non ha ottenuto sovvenzioni. Per qualcuno il danno era stato talmente consistente che, appena possibile, ha cercato di recuperare denaro affitando o vendendo i rustici. «Della questione si ò occupata a più riprese anche l'amministrazione comunale», spiega il sindaco di Locana Albino Bellino. E aggiunge: ((Abbiamo interessato il ministero della Protezione civile, cercato di tutelare gli interessi della gente della valle, ma non abbiamo mai avuto risposte». Nei meandri della burocrazia si è perso anche un progetto della Comunità montana valli Orco e Soana: prevedeva un finanziamento di tre miliardi per far decollare le opere di consolidamento della frana. Il sindaco di Locana Albino Bellino denuncia i ritardi per il finanziamento di tre miliardi che avrebbe permesso di «imbrigliare» il movimento franoso

Persone citate: Albino Bellino, Paola Rava, Rosone

Luoghi citati: Ivrea, Locana, Ribordone