Soudant «attacca» Orff l'orchestra su di giri

Regio: i «Carmina Burana» nel Cortile di Palazzo Reale Regio: i «Carmina Burana» nel Cortile di Palazzo Reale Soudant «attacca» Orff l'orchestra su di giri TORINO. E' difficilissimo trovare spazi all'aperto che non sfigurino la resa acustica di un concerto: ma Torino possiede nel cortile di Palazzo Reale un ambiente praticamente ideale. Né troppo vasto né troppo ristretto, ha il vantaggio, rarissimo in una città moderna, di essere circondato dal silenzio: da una parte i giardini reali, dall'altra le due ali del palazzo, sul davanti la piazzetta, recentemente chiusa al traffico, lo isolano da rumori molesti. Solo qualche aereo che sorvola la zona interferisce ogni tanto col suono della musica, ma senza giungere a distrarre gli ascoltatori. Eccellente è stata dunque l'idea del Teatro Regio di programmare, nello splendido cortile, l'esecuzione dei Carmina Burana di Orff, a conclusione della stagione 1992-93: con l'orchestra e il coro piazzati nell'angolo a sinistra rispetto a chi entra, e le sedie in diagonale, l'acustica è ancora valorizzata, anche per merito di una «conchiglia» di materiale riflettente che chiude il suono sullo sfondo e lo rimanda in avanti, amalgamando le sonorità dell'orchestra e valorizzando quelle dei singoli solisti, vocali e strumentali. L'effetto dei «Carmina Burana» rimane nella nostra memoria come quello d'un lavoro massiccio che si stratifica per grandi sovrapposizioni di ritmi martellanti e di armonie compatte: ma qualche volta si assottiglia in trasparenze cameristiche, specie nei pezzi del soprano solista che non temono di rompere l'unità di stile, uscendo dagli argini geometrici di una musica «oggettiva» per rendere omaggio alla tradizione del Lied romantico, fondato sul lirismo della me¬ lodia vocale e strumentale. Pagine che Alexandrina Pendatchanska ha reso da par suo, con quella purezza di voce e stile che il pubblico del Regio ha avuto modo di apprezzare nella passata stagione lirica. Buona è stata la resa dell'orchestra e del coro diretto da Massimo Peiretti, mentre Giorgio Guiot ha istruito le voci bianche dei «Piccoli Cantori di Torino». Bradley Williams e Anthony Michaels-Moore si sono messi in evidenza nelle parti del tenore e del baritono, mentre il direttore Hubert Soudant ha guidato l'esecu- zione con sicurezza, spingendola in avanti sulle sferzate di un ritmo teso, sempre vivo e pulsante: quel ritmo che scandisce il ritorno ostinato dei disegni tematici, e dà il senso della ruota che gira, la ruota della fortuna che domina nella sua simbologia lo scanzonato epicureismo dei testi medioevali. Il concerto ha avuto un successo calorosissimo, da parte di un pubblico che affollava il cortile di Palazzo reale, mostrando con la sua presenza quanto sia stata gradita questa iniziativa del Regio. [p. gal.] Alexandrina Pendatchanska beniamina del pubblico torinese protagonista del concerto all'aperto di Torino

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