Sventato piano per uccidere giudice
Sventato piano per uccidere giudice Il magistrato Boemi aveva fatto confiscare molti beni degli affiliati alle cosche Sventato piano per uccidere giudice Reggio Calabria, la 'ndrangheta voleva vendicarsi REGGIO CALABRIA. Polizia e carabinieri hanno scoperto un piano della 'ndrangheta per uccidere il giudice Salvatore Boemi, già presidente della corte d'assise e della sezione misure di prevenzione del tribunale di Reggio Calabria, nominato di recente dal Csm procuratore distrettuale aggiunto sempre a Reggio. Il progetto per uccidere Boemi sarebbe da collegare ad una vendetta contro il magistrato in relazione soprattutto al processo cosiddetto «Santa Barbara» contro alcune cosche mafiose della provincia di Reggio Calabria (17 ergastoli) ed ai provvedimenti di sequestro di beni mobili ed immobili di proprietà di affiliati alla 'ndrangheta. Soltanto nell'ultimo anno la sezione presieduta da Boemi ha emesso 102 decreti di sequestro di beni per un valore di quasi mille miliardi, 47 dei quali risol- tisi poi con la confisca. L'attentato contro Boemi sarebbe stato progettato da elementi di cosche mafiose della Locride. Boemi avrebbe dovuto essere ucciso in un attentato da mettere in atto nella zona di Palmi, città in cui il magistrato risiede. Tra l'altro, ci sarebbero stati contatti tra alcune cosche mafiose per ottenere l'avallo di altri gruppi criminosi, ed in particolare di quelli che controllano il territorio in cui avrebbe dovuto essere messo in atto l'attentato contro il Boemi. Del piano si sarebbe venuti a conoscenza attraverso intercettazioni ambientali nel carcere di Palmi, dove sono detenuti i boss più influenti della 'ndrangheta. Del progetto di attentato s'è anche interessato, di recente, il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica di Reggio Calabria, che ha accolto alcune delle richieste di protezione fatte dal magistrato. Gli inquirenti starebbero valutando «con attenzione» una lettera che il 17 luglio scorso Antonio Commisso, accusato di essere affiliato all'omonima cosca mafiosa di Siderno, ha fatto recapitare al magistrato. Antonio Commisso è il fratello di Cosimo Commisso, ritenuto il capo della cosca. Commisso, nella lettera, facendo riferimento ai provvedimenti adottati da Boemi contro di lui e contro elementi della sua famiglia, lamenta una «forma di persecuzione», nei suoi confronti parlando di un «errore che si vorrebbe giustificare facendone un altro per legittimare il primo. Il primo eirore - scrive Commisso - sarebbe perdonabile, anche se non accettabile, mentre nessuno potrebbe o dovrebbe accettare o perdonare il secondo». [Ansai
Luoghi citati: Palmi, Reggio, Reggio Calabria, Siderno
A causa delle condizioni e della qualità di conservazione delle pagine originali, il testo di questo articolo processato con OCR automatico può contenere degli errori.
© La Stampa - Tutti i diritti riservati
- Via Piave al setaccio
- Liquidato Gomulka, domata la sommossa Imminente rimpasto nel governo polacco
- I ministro Biondi: mi ha detto di non aver mai trovato obiezioni sull'ispezione
- Tris di giudici per Berlusconi
- L'Europa ai piedi dell'Italia Sacchi: però non esageriamo
- Gierek, malato, destituito nella notte Stanislaw Kania successore a sorpresa
- L'ITALIA NON CAMBIA
- Il torneo del centenario
- Insorge il popolo dei fax
- Bertela verso il titolo del pallone elastico
- Giovani missini sparano 3 colpi in testa a un padre di otto figli
- Grace Kelly ha pagalo
- Stroncato a 44 anni da overdose a Bra
- Il suo spettacolo sospeso nel più noto locale della Versilia
- L'assistenza sanitaria Ú ora uguale per tutti
- Scomparso il capobanda che era stato scarcerato
- Si scioglie un simpatico duo
- Mani pulite non va al governo
- Il Torino a Lisbona
- La sindrome di Giuda
- Giovani missini sparano 3 colpi in testa a un padre di otto figli
- Grace Kelly ha pagalo
- Stroncato a 44 anni da overdose a Bra
- Il suo spettacolo sospeso nel più noto locale della Versilia
- L'assistenza sanitaria Ú ora uguale per tutti
- Scomparso il capobanda che era stato scarcerato
- Si scioglie un simpatico duo
- Mani pulite non va al governo
- Il Torino a Lisbona
- La sindrome di Giuda
In collaborazione con Accessibilità | Note legali e privacy | Cookie policy