Mogadiscio guerriglia con cecchini e imboscate

ESTERO Feriti in un agguato due soldati Usa Mogadiscio, guerriglia con cecchini e imboscate Fucilate anche contro ipachistani Ali Mahdi: nessuna frizione con Roma MOGADISCIO. Dopo una notte trascorsa senza agguati, la prima da molti mesi, a Mogadiscio i cecchini sono nuovamente tornati in azione ieri mattina: due soldati Usa sono stati feriti nelle vicinanze del quartiere di Medina, considerato uno dei più «esposti» della capitale somala e dove venerdì sera si era svolto un massiccio rastrellamento alla ricerca di armi, rivelatosi ancora una volta infruttuoso. I due soldati Usa sono stati feriti intorno a mezzogiorno, quando i cecchini hanno aperto il fuoco contro due veicoli militari. Nella sparatoria, almeno due somali sarebbero stati uccisi, mentre con quelli di ieri i soldati Usa feriti dati Usa feriti dall'inizio della settimana sono saliti a sette. Un'ora dopo, i cecchini sono nuovamente entrati in azione, questa volta contro un posto di blocco pachistano (il «checkpoint 31») lungo il corso 21 ottobre, sempre a Mogadiscio Sud. La sparatoria non sembra aver provocato vittime, né da una parte, né dall'altra, ma nelle i i ,prossime ore i pachistani potrebbero organizzare un rastrellamento nella zona, non lontana da quella dove il 5 giugno 23 soldati di Islamabad erano stati uccisi in un'operazione analoga, che aveva innescato il «mese di fuoco» culminato nel raid del 12 luglio, quando gli elicotteri della «forza di reazione rapida» Usa avevano bombardato il presunto nascondiglio del generale Mohamed Farah Aidid. II susseguirsi di imboscate contro i caschi blu non sembra ostacolare l'intrecciarsi di «contatti» a diversi livelli. Secondo fonti locali, i rappresentanti dei cinque sottoclan del clan Haber-Ghedir (lo stesso cui apparten- gadiscio gono Aidid e il suo rivale Ali Mahdi Mohamed) avrebbero raggiunto un accordo per la costituzione di un «consiglio supremo» di 25 membri, presieduto da Ahmed Raghe, esponente del sottoclan degli Air. La costituzione del consiglio, composto da cinque rappresentanti per ciascun sottoclan, sarebbe stata - secondo le stesse fonti - all'ordine del giorno della riunione che stava svolgendosi il 12 luglio nell'edificio bombardato dai «cobra» Usa, e nel quale si riteneva erroneamente che fosse nascosto Aidid. Oltre a decine di vittime, il bombardamento aveva provocato la temporanea sospensione dei negoziati in corso tra gli Haber-Ghedir, intenzionati a ridar vita a organismi tradizionali di rappresentanza, in alternativa a quelli politici espressi dalla fazione del congresso per l'unità somala (use) guidata da Aidid e dall'alleanza nazionale somala (sna), la coalizione ugualmente diretta dal generale ricercato dai caschi blu. Incontrando alcuni giornalisti, Ali Mahdi ieri ha smentito l'esistenza di «frizioni» con l'Italia, delle quali si era parlato dopo le polemiche seguite al raid del 12 luglio. «Ho sempre detto - ha affermato Mahdi - che il nostro rapporto con l'Italia è ottimo, lo è stato e lo sarà sempre. Se qualche incomprensione c'è stata, verrà chiarita con il dialogo e non con la violenza». Ieri pomeriggio alcune centinaia di abitanti dei quartieri di Shingani e Amarwein hanno celebrato la «festa del mare e del fuoco» sfilando e danzando tra le rovine di Mogadiscio Nord, a due passi dal porto vecchio. [Ansa] Un marine a Mogadiscio

Persone citate: Ahmed Raghe, Aidid, Ali Mahdi, Ali Mahdi Mohamed, Haber, Mohamed Farah