L'incauto ministro si gioca la mano di Giulietto Chiesa
Fuori corso le vecchie banconote, che saranno incamerate dallo Stato e (forse) restituite tra sei mesi DIARIO DI MOSCA L'incauto ministro si gioca la mano MOSCA ECENTEMENTE JuSkokov, il potente ex segretario del Consiglio di Sicurezza, licenziato da Boris Eltsin a maggio, mi diceva che, secondo lui, l'intera élite politica russa è «del tutto transitoria». Certo è che, quando se ne uscirà di scena, avrà problemi di vario genere. Certo di carattere giudiziario, ma probabilmente anche di carattere medico: ortopedico e gastrico in particolare. Ricordo l'ex ministro dell'Economia Andrei Neciaev che l'anno scorso, all'inizio della liberalizzazione dei prezzi, proclamò di essere «pronto a tagliarsi la mano destra se il dollaro andrà oltre i 200 rubli». Ora che il dollaro è ben al di sopra dei mille rubli Neciaev non è più ministro, ma resta da vedere se ha prenotato la protesi per la sua mano destra. Del resto il presidente Eltsin era stato perfino più audace nelle sue promesse di autolesionismo. Quando cominciò la riforma disse con voce tonante che si sarebbe «messo di traverso sui binari» se, per avventura, essa avesse provocato un «calo del tenore di vita della gente». Ora si dà il caso che il Comitato statale che si occupa di statistiche abbia comunicato che più d'un terzo della popolazione russa si trova di gran lunga al di sotto del limite minimo di sussistenza. Ma il Presidente è ancora tutto d'un pezzo. E si capisce: dopo il passaggio del treno neanche una protesi fantascientifica, tipo Robocop, potrebbe ripristinare l'insieme. Meno azzardato fu il presidente della Banca di Stato, Viktor Gherascenko. «Se non si decide di sanare i debiti delle aziende, vuol dire che mi mangio il cappello». Non si può escludere che lo abbia fatto. In tal caso - poiché lo abbiamo visto recentemente in ottima salute all'inaugurazione di un'importante attrezzatura portuale in cui si dice abbia cointeressenze - se ne deduce che ha un ottimo stomaco. Per non parlare del nuovo di zecca presidente della Kalmykia, Kirsan Iliumzhinov. Lui non rischia proprio niente. Aveva promesso ai suoi potenziali elettori 100 dollari a famiglia in caso di elezione. Democraticamente a tutti, senza andare troppo per il a ian I Demi I senzi sottile, a vedere chi lo aveva votato oppure no. L'hanno eletto. E allora? Allora i 100 dollari non li ha. Non darà nemmeno 100 rubli. Ma lui non aveva detto che si sarebbe tagliato una mano, o qualcos'altro. E anche se li desse non ci perderebbe granché, visto che - a quanto pare - la sua banca ha ricevuto svariati miliardi di rubli di crediti dallo Stato che nessuno sa dove sono andati a finire. Per quanto concerne l'ultimo della serie sospendiamo il giudizio fino a settembre, perché la scadenza della promessa è per quella data. E' l'attuale ministro delle Finanze Boris Fiodorov. Stessa scuola di Neciaev. Stesse cravatte regimental, stesse camicie Brooks Brothers, prove inconfutabili della sua profonda competenza e, soprattutto, della sua immarcescibile fedeltà ai valori occidentali. Fiodorov sta trionfando in questi giorni. Il rublo sale, il dollaro scende. Da circa un mese. C'è chi dubita della solidità di questa subitanea ripresa, anche perché, per sostenere la moneta al livello di 1040 per ogni dollaro, la Banca di Stato ha gettato nella fornace della speculazione, in poche settimane, qualcosa di più di un miliardo di dollari. E Fiodorov si è arrabbiato. Uomini di poca fede, come osate dubitare? E ha promesso anche lui: «Sono pronto a pagare 50 mila rubli a testa a tutti gli scettici se il rublo non tiene su questi livelli almeno fino a settembre». Quello che avverrà dopo non si sa. Forse dipenderà dalla quantità di milioni di dollari che verranno impiegati a difenderlo (intendo dire il rublo non meno che Boris Fiodorov). Che sono poi gli stessi (o parenti stretti) che l'Occidente sparagnino centellina in aiuto alla «riforma» russa. Ma come farà il povero Fiodorov a pagare gli scettici? A lui non serviranno né le protesi, né un buon digestivo. Giulietto Chiesa ssa^j
Persone citate: Boris Eltsin, Boris Fiodorov, Eltsin, Fiodorov, Kirsan Iliumzhinov, Viktor Gherascenko
Luoghi citati: Mosca
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