Turista denudati o ti multiamo

A Cap d'Agde, in Francia, contravvenzione a chi viola vestito il paradiso nudista A Cap d'Agde, in Francia, contravvenzione a chi viola vestito il paradiso nudista Turista denudati o ti multiamo PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «Denudatevi o vi multiamo». L'insolita ingiunzione viene notificata ai bagnanti che conservino anche un infimo perizoma (topless e tanga inclusi) sulla spiaggia di Cap d'Agde, nell'Hérault. Sette giovani vigilantes - berretto bianco (per farsi riconoscere) e nulla sotto - setacciano la battigia alla ricerca dei contravventori. Li ha ingaggiati il Comune per tutelare la clientela naturista in quella che è ormai da anni un'oasi della tintarella integrale. Ogni stagione almeno 30 mila appassionati vengono ad abbronzarsi in religiosa nudità sulla bianca sabbia di Cap d'Agde. La no, beninteso, i puri & duri, quelli che aborriscono per ideologia qualunque capo di vestiario e sfidano con la pelle d'oca un pomeriggio nuvoloso pur di non capitolare all'infame canotta. Ma accanto, le giovani leve mostrano volentieri una «comprensione» nuova verso il mondo vestito. Sono, spesso, i figli dei naturisti. Per i genitori fu vera conversione. Nel loro caso è abitudine familiare, assai più malleabile. E' forse proprio questo conflitto - generazionale ma non solo che oggi fa scendere in campo a Cap d'Agde i pasdaran del nudismo con le loro bianche berrette. Una polizia interna, cortese ma fermissima, per tornare alla stretta osservanza adamitica e reprimere la dissidenza interna. In attesa magari di uno scisma che separi il nudismo senza compromissioni con il «mondo» da quello edulcorato e revisionista che sembrano conoscere gli Anni 90. Enrico Benedetto civica amministrazione riserva loro in esclusiva alcuni ettari. All'ingresso, ampi cartelli ammoniscono: «Spiaggia per nudisti». Ovvero, «Lasciate ogni indumento o voi che entrate». Oltre a deporre gonna, pantalone e bikini, bisogna pure mollare qualche franco per il biglietto d'entrata: svestirsi costa. Malgrado gli ammonimenti, da qualche settimana le infrazioni alla legge adamitica appaiono in sensibile crescita. E se il nudo fa scandalo tra l'umanità vestita, i vestiti indignano quella nuda. Ipocrisia? Intolleranza? Scarso senso dello humour e del relativismo culturale? Forse. Così mentre il sindaco di Rapallo persegue i bikini per strada come criptonaturisti, il suo collega di Cap d'Agde li mette fuori legge come cripto-antinaturisti. Una bella ambivalenza semantica. Al tradizionale blitz dei vigili - dall'inflessibilità un po' voyeuristica - su spiaggette e scogli che ospitavano coppie adamitiche («Signora, non si vergogna? Si ri¬ vesta e ci segua») subentra la non meno fobica repressione in nome della libertà corporea: «Toglietevi quello slip o vi buttiamo fuori!». I naturisti di Cap d'Agde obiettano, con qualche ragione, che chi non ama svestirsi può accomodarsi 200 metri più in là. Ma sembra che, in effetti, i «provocatori» dalla mutanda e dal reggiseno facile non siano affatto intrusi. Ci può essere chi si avventura nel regno del nudo per curiosità o distrazione senza piegarsi alle regole del luogo. E tuttavia lo scandalo maggiore arriverebbe dalla comunità naturista, dove numerosi adepti transigerebbero ormai sul dogma della nudità totale. L'anno scorso, il «Wall Street Journal» dedicò un servizio in prima pagina a un'altra celebre spiaggia transalpina (non lontana da Bordeaux) che celebra ogni estate bellezze senza veli. Denunciava un fenomeno analogo, cioè la progressiva contaminazione da abbigliamento tra i ranghi naturisti. Rimango¬

Persone citate: Enrico Benedetto

Luoghi citati: Bordeaux, Francia, Parigi, Rapallo