Sigilli alla frazione fantasma

Supermercati DI'PERDI': l'importanza di essere vicini alla gente i carabinieri fanno evacuare Rosone vecchia in valle Orco: «C'è il rischio frana» Sigilli alla frazione fantasma D'estate ci vivono 300 villeggianti abusivi da 37 anni «Ma nessuno ci ha detto che qui non si poteva abitare» Per una quarantina di famiglie è finito ieri mattina all'alba, quando sono arrivati i carabinieri, il sogno di una casa per le vacanze in montagna a quattro passi dal Parco nazionale del Gran Paradiso, comperata o affittata a prezzi concorrenziali. E' finito perché lì, a Rosone vecchia, un pugno di baite in pietra, nel territorio di Locana, non si può abitare: dagli Anni 50 c'è infatti il rischio di una frana che travolga e distrugga tutto. I carabinieri di Locana e di Pont, ordinanza del sindaco Albino Bellino in mano, ieri mattina hanno fatto evacuare tutte le famiglie che hanno trovato a Rosone. Poi una squadra di operai del Comune ha piazzato due robuste sbarre d'acciaio sulla strada d'ingresso. A mezzogiorno il vecchio, centro abitato di Rosone è tornato quel villaggio fantasma che avrebbe dovuto essere da 37 anni, quando le case furono evacuate per la prima volta. Ma a Rosone vecchia, in barba al decreto legge emanato dall'allora Presidente della Repubblica, d'estate ci vivono quasi 300 villeggianti. Pochi sanno, o fanno finta di non sapere, che il paese è stato dichiarato inagibile; chi lo sapeva ha affittato o acquistato la casa a suo rischio e pericolo. Amalia Testa, 71 anni, vedova da quasi venti, fa parte del primo gruppo. La sua casa, due stanze e bagno sul ballatoio, l'aveva acquistata 13 anni fa con i risparmi di una vita di lavoro. «Gli ho dato 10 milioni» spiega mentre con due borsoni carichi di roba lascia la frazione. Si dice indignata, vuole andare da un avvocato. «Ho pagato le tasse di vendida e di acquisto, ho versato 3 milioni ad un'agenzia torinese che l'aveva in conto vendita; ho presentato in questura il foglio antiterrorismo e nessuno mi ha mai detto che qui non potevo stare». In quelle case, senza abitabilità adesso, c'è però l'energia elettrica e l'acqua potabile. Le vecchie baite una volta diroccate hanno tetti nuovi, garage e servizi. Alcune sono diventate villette con ogni genere di comfort. «Noi veniamo qui da 30 anni» dice Domenico Ramazzina, un ex tassista di Torino. «La casa l'aveva comperata mio suocero per 500 mila lire; l'abbiamo sistemata e arredata. Lo scorso anno abbiamo anche rifatto il tetto. Sapevamo della frana, del divieto, ma non è più caduta una pietra, pensavamo che ormai si potesse abitare senza problemi». Se ne è tornato a casa con la sua Ritmo stracolma di roba, mugugnando contro quella che secondo lui è un'ingiustizia. A Torino è rientrato anche Giancarlo Casalini, che da 26 anni andava in ferie lassù. «Due stanze, cantina e bagno a 600 mila lire per tutta la stagione; era un affare» dice. Ieri ha caricato la sua vecchia Uno ed ha fatto un paio di viaggi in città. «E' assurdo. In tutti questi anni non è mai venuto nessuno a dirci che qui non potevamo abitare. La colpa è dei padroni di casa: hanno approfittato della voglia di ferie che oggi hanno tutti». La rabbia della gente delusa di veder finire così miseramente le vacanze appena iniziate è destinata a crescere. Oggi e domani a Rosone arriverà la seconda on¬ data dei villeggianti, quelli che non c'erano quando i carabinieri di Pont e Locana hanno iniziato a bussare di porta in porta. «Mia madre ha 80 anni - racconta Liliana Colomba, una delle tante affittuarie - quando ha visto le uniformi dei carabinieri ha avuto paura e si è messa a piangere». L'ha tranquillizzata il brigadiere Minutolo parlandole a lungo. Anche Amalia Testa se n'è andata quasi piangendo; borse in mano è scesa a Rosone a prendere l'autobus di mezzogiorno ed è rientrata a Torino. Lodovico Poletto Il triste ritorno a Torino dei turisti con le auto stracolme di masserizie E c'è chi farà causa ai padroni di casa Sopra Giancarlo Casalini: anche lui ha dovuto lasciare la casa delle vacanze Sopra Amalia Testa e (a fianco) Liliana Colomba due «evacuate»

Luoghi citati: Locana, Torino