Il pentapartito voterà bilancio e tasse e si prepara allo scontro con la Lega Brizio non cade e guarda al pds di Beppe Minello

Il pentapartito voterà bilancio e tasse e si prepara allo scontro con la Lega Il pentapartito voterà bilancio e tasse e si prepara allo scontro con la Lega Brizio non cade e guarda al pds Ma la Spagnuolo si ribella. «Trattiamo subito» Risottino, roast-beef, gelato alla viola e Dolcetto di Dogliani: un pasto veloce, ma preparato da uno chef della classe di Bruno Libralon dell'Antica Zecca di Caselle, ha battezzato il rinato pentapartito in Regione. Quanto vivrà non lo sa nessuno. Ma l'ipotesi di sbracare di fronte a pds, verdi e rifondazione che hanno intimato al presidente Brizio e ai suoi assessori una resa senza condizioni ha sortito l'effetto di ricompattare, almeno per ora, i cinque alleati ritrovatisi ieri al Jet Hotel di Caselle. «Andatevene - avevano detto le opposizioni - e vediamo se a Palazzo Lascaris si trovano 31 consiglieri di buona volontà disposti a lavorare insieme su un programma ridotto, ma serio, fino alle elezioni». Invece, i 5 hanno deciso - ma è prevista un'ulteriore riunione lunedì - di andare avanti sulla strada segnata: martedì in Consiglio il pentapartito porterà senza modifiche la manovra di bilancio già concordata con annesse addizionali su gas metano ( + 30 lire il metrocubo) e benzina ( + 30 lire il litro) dal 1° gennaio '94. Fatto questo atto fondamentale per il Piemonte, sollecitato anche dagli industriali piemontesi e dal loro presidente Pichetto, «allora saremo pronti - promette il capogruppo de, Picchioni - per verificare tutte le ipotesi all'orizzonte». «Ci rendiamo conto - spiega Zanoletti, de - che la realtà politica è cambiata» e per questo motivo il pentapartito è disponibile ad aprirsi ad altre forze, so- prattutto al pds con il quale in questi mesi c'è stato più di un abboccamento nella convinzione che i partiti storici debbano allearsi se vogliono arginare le legioni della Lega che oggi, in virtù del voto del '90, è ancora forza marginale a Palazzo Lascaris. Abboccamenti repentinamente troncati a ridosso dell'avviso di garanzia al capogruppo de Picchioni, il più convinto sostenitore dell'alleanza, e per i contrasti che albergano all'interno del pds diviso sulla migliore strategia da adottare. C'è ancora una terza ipotesi: la de teme che il pds si appresti a mesi di guerriglia nei confronti del pentapartito in vista delle probabili elezioni politiche nel '94. Si vedrà. «Oggi - dice Picchioni - abbiamo voluto dimostrare che la maggioranza è compatta e il confronto con il pds, se si farà, partirà non da un posizione di disperazione politica o da ultima spiaggia, ma avendo presente gli scenari delle elezioni regionali del '95 e cioè la probabile avanzata della Lega». Per Brizio, ieri mattina a Caselle, non è stata comunque ima passeggiata. Ma al vecchio e prudente conte di Ciriè («Riunione positiva, ma non conclusiva» ripeteva al termine dell'incontro) è stato sufficiente agitare lo spettro delle sue dimissioni e l'incubo di una crisi al buio per riportare a più miti consigli chi, come il capogruppo socialista Rossa, sembrava turarsi il naso quando elencava i tanti limiti dell'attuale governo. Alla fine sono rimasti due «ribelli». Il capogruppo repubblicano Franco Ferrara e la presidente del Consiglio, la socialista Carla Spagnuolo. Il primo ha ribadito le sue critiche «tecniche» alla manovra economica della giunta, la seconda ha fatto chiaramente capire che con il pds occorre trattare subito: «Si è avviata una fase in cui bisogna occuparsi più delle prospettive e meno della situazione in cui siamo». E' rimasta sola e se n'è andata senza assaggiare le delizie di Libralon. Beppe Minello La socialista Carla Spagnuolo è favorevole a trattare subito con il pds per allargare la maggioranza

Luoghi citati: Ciriè, Dogliani, Piemonte