Bugno, ci sei ancora?
Bugno, ci sei ancora? Tour: oggi crono, Gianni cerca un guizzo Bugno, ci sei ancora? A Bordeaux lo sprint diAbdu BORDEAUX DAL NOSTRO INVIATO Abdujaparov l'uzbeko, uscito dalle sofferenze d'alta quota, riduce a goffi, inadeguati antagonisti l'americano Andreu, il danese Sorensen e l'olandese Maasen nello sprint, di Bordeaux. E' il velocissimo tiranno d'un gruppetto fuggito a 57 km dal traguardo e comprendente gli italiani Colagé, Ghirotto, Cassani, Bramati e Zanatta. Di quella fuga il gruppo se n'è infischiato. Aveva un distacco di poco più di 1' a 20 km dall'arrivo, si è presentato con un ritardo di 4'52" alla fine. Che inseguimento. Oggi da Bretigny a Montlhery, cronometro individuale di 48 km. Lo spasso di Indurain. Si battono per il secondo posto a Parigi il colombiano Alvaro Mejia, distacco dalla maglia gialla 4'28", il polacco Zenon Jaskula (a 4'42") e lo svizzero Toni Rominger (a 5'41"). Rominger è il più bravo e sarebbe una vera ingiustizia se non dovesse farcela. E' stato l'unico vero rivale di Miguel, il solo che abbia tentato di smontarlo. Lo ha inguaiato la cronometro a squadre (costatagli anche 1' di penalizzazione per spinte che si sono date i suoi compagni), lo ha perseguitato una formidabile scalogna: cadute, forature. Rominger ha vinto le due tappe alpine, ha conquistato due secondi posti sui Pirenei, ha ripetuto l'attacco sul Tourmalet, gli è andata male, però ha rischiato, si è esposto, merita un riconoscimento. Mejia e Jaskula non hanno avuto peso sulla corsa, sono una coppia di egregi opportunisti, succhiano ruote dalla mattina alla sera. Fosse stata meno maligna la stella di Rominger, non staremmo qui a chiederci se gli sarà possibile scavalcare il divario di l'I3" dal colombiano e di 59" dal polacco. Toni è un cronoman di razza. Forza e coraggio, vedrai che la spunti. Indurain, tanto per cambiare, gronda modestia: «E' difficile, molto difficile, siamo tutti tanto stanchi, abbiamo tutti tanti chilometri nelle gambe». Balle. Il navarro muore dalla voglia di rifilare le ultime chiarificatrici mazzate. Non c'è da chiarire più nulla, ma Indurain va alla costante ricerca del meraviglioso e gli secca, uh come gli secca, sentirsi dire di continuo: che peccato, che strano, mai primo in una tappa di salita. E va bene, non ho vinto una tappa di montagna, ma vi riduco in stracci a cronometro. Uffa, com'è vecchia questa storia. Il ciclismo italiano, messa una toppa al suo sbrindellato Tour con la vittoria di Chiappucci a Pau (non dimentichiamo Cipollini e Roscioli), gradirebbe metterne un'altra oggi con il filo e l'ago di Bugno. Il campione del mondo si è arreso sulle Alpi e ha pedalato da comparsa per il resto della strada. Lo sappiamo: si cerca e non si trova. Sappiamo che gli pesano le responsabilità, che è renitente agli appuntamenti decisivi. Perfetto: oggi le sue responsabilità sono zero, l'appuntamento non è decisivo, può stare tranquillo. Battere Indurain sarebbe troppo, anche se Indurain ha faticato molto più di lui. Arrivargli alle spalle sarebbe un'ottima non impossibile impresa. Su, Bugno, uno sforzino. Chiappucci ha un problema danese, scavalcare per il quinto posto Rjis che gli sta davanti di 2'11". Se consideriamo il risultato della cronometro di Lac de Madine, il problema si presenta di ardua soluzione. Quel giorno Rijs si classificò 12° a 4'20" da Indurain. Il guerriero fu 16° a 5'18". I chilometri erano allora 11 di più. La domanda è questa: diminuiti i chilometri, diminuiscono o aumentano i minuti? «A me basta rendere più terreno il distacco da Indurain - dice Chiappucci - perché sono stufo di farmi massacrare dal navarro». Auguri. Gianni Ranieri Il campione del mondo Gianni Bugno si è arreso sulle Alpi e ha pedalato da comparsa per II resto del Tour ma oggi cerca un parziale riscatto nella crono di 48 km da Bretigny a Montlhery
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