Leopardi, Manzoni e Goethe cantati su basi registrate Ei fu siccome un rap Ecco karaoke-poesia
Leopardi, Manzoni e Goethe cantati su basi registrate Leopardi, Manzoni e Goethe cantati su basi registrate Ei fu siccome un rap Ecco karaoke-poesia MILANO. Arriva nelle discoteche il karaoke della poesia, penultima moda in America, freschissima trovata in Italia, dove i versi di Goethe e Manzoni, Carducci e Leopardi, musicati a tempo di rap, rimpiazzano la «Faccetta nera dance» dell'anno scorso e i «tangentiparty» a base d'insulti ai politici inquisiti con cui i ragazzi si divertivano fino a qualche mese fa (e se già allora c'era poco da ridere, figurarsi adesso). La nuova moda, pertinentemente, è iniziata dal settore dell'abbigliamento, con il boom delle magliette poetiche, le t-shirt con su stampati brandelli delle liriche più conosciute: niente di particolarmente spericolato, cose del genere «Odi et amo», un po' di Baudelaire, citazionismo da baci perugina. Di lì a Fiorello, inventore del karaoke (una pratica, in realtà, da sempre diffusa negli ambienti della canzone, dove il fenomeno si chiama plagio), il passo è stato breve: prendi «La pioggia nel pineto», cantala ispirato, come se fosse un pezzo di Battiato, fai finta che i soliti fumi da video pop siano la nebbia agl'irti colli che piovigginando sale, ed ecco pronto l'hit dell'estate. Un'idea che non poteva lasciare insensibile il mercato dell'intrattenimento di massa. Ed ecco che dai non affollatissimi magazzini della loro memoria scolastica, i nuovi ideologi giovanili riesumano scolastiche reminiscenze e, come il maturando Lorenzo di Corrado Guzzanti, finiscono per ricondurre quasi tutto a Recanati. La donzelletta vien dalla campagna: ballabilissima. L'infinito: magari un lento. Anche il passero solitario cinguetta il rap, a volerlo ascoltare. Oppure, allargandosi: bene ei fu siccome immobile, interessanti le urne dei forti, la cavallina storna sembra fatta apposta per le discoteche, niente male anche gli^ndecasillabi di Petrarca. L'ideale, anche per rimanere fedeli alla carica polemica del rap, sarebbe Dante, ma pare non ci abbiano ancora pensato. I versi più conosciuti sono già stati consegnati a un rapper americano che, presumibilmente ignaro di tanta storia letteraria, procede ora a metterli in musica, e pazienza per la metrica. L'iniziativa è del mensile «King» e del gruppo fiorentino «Colpo di scena», già noto per aver animato le discoteche l'estate scorsa con ilari giochi improntati alle vicende di Tangentopoli e alla figura dei portaborse. E siamo al karaoke letterario. Anche i giovani frequentatori delle discoteche, annunciano i brillanti ideatori, saranno infatti invitati sul palco a declamare le poesie che conoscono o preferiscono su basi rap registrate. C'è giusto il tempo d'una ripassatina, e poi via, a chi la declama più grossa. Il debutto dell'iniziativa è fissato per il 3 agosto al «Coliseum» di Lignano Pineta, in provincia di Udine, e allo «Zodiaco» di Vasto, provincia di Chieti. Poi le serate di «poesiarap» saranno in programma per l'intera estate nelle discoteche di diverse regioni, dove già si balla regolarmente Fiorello Carducci. Ragioni per scandalizzarsi, non ce n'è. E magari neanche per rallegrarsene, poiché non è detto che il passaggio da Fiorello alla libreria sia breve e indolore. La scorsa estate il disc-jockey Roberto Aniceto, autore della versione dance di «Faccetta nera», stupito da tanto clamore suscitato dalla sua iniziativa, diceva: «E' un pezzo carino, i ragazzi lo ballano, tutto qui». Anche «A Zacinto», in fondo, è un pezzo carino, peccato non essersene accorti prima, sui banchi di scuola. Stefania Miretti Fiorello: ha musicato Carducci Leopardi: nelle discoteche si ballerà sui suoi versi
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