Dagli Usa critiche al Segretario di Stato: ha incoraggiato cetnici e croati a spartirsi la Bosnia Sarajevo, 4 mila bombe in un giorno

Dagli Usa critiche al Segretario di Stato: ha incoraggiato cetnici e croati a spartirsi la Bosnia Dagli Usa critiche al Segretario di Stato: ha incoraggiato cetnici e croati a spartirsi la Bosnia Sarajevo, 4 mila bombe in un giorno // Consiglio di Sicurezza Onu ai serbi: fermate l'attacco ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite è intervenuto nuovamente sulla Bosnia chiedendo ai serbi la cessazione «immediata» di tutti gli attacchi contro Sarajevo e ricordando che restano aperte «tutte le opzioni», senza «escluderne alcuna». Ma anche in questa occasione è riemersa la spaccatura in seno all'esecutivo del Palazzo di vetro: infatti, l'avvertimento è giunto sotto forma di una «dichiarazione» del presidente di turno del Consiglio di sicurezza, il britannico David Hannay, priva di valore vincolante, e solo dopo ore di discussioni sul testo, che i Paesi non allineati, in particolare quelli musulmani, volevano fosse formulato in termini più decisi. La dichiarazione condanna in particolare l'offensiva serba contro il monte Igman, zona strategica la cui caduta peggiorerebbe l'isolamento di Sarajevo, e il ricorso alle armi per costringere il governo bosniaco a cedere nelle trattative per porre fine al conflitto. Tutte le parti in conflitto sono invitate a riunirsi a Ginevra per negoziare una soluzione «giusta ed equa». Il Consiglio di sicurezza chiede la cessazione immediata di «tutte le violazioni alla legge umanitaria internazionale» e la rimozione degli ostacoli opposti dai serbi alla ripresa dell'erogazione di acqua, gas e elettricità alla capitale bosniaca e degli ostacoli serbi e croati alla distribuzione degli aiuti umanitari alla popolazione. Ai serbi viene chiesto di ritirarsi a una distanza tale da Sarajevo in modo da cessare di essere una minaccia. Il Consiglio non intende dettare i termini per la pace, ma ribadisce «l'inaccettabilità della pulizia etnica, della presa di territorio con la forza o di qualsiasi forma di dissoluzione della Repubblica di Bosnia-Erzegovina». Sarajevo, afferma la dichiarazione, è stata per secoli un «notevole esempio» di società fondata sul pluralismo culturale, etnico e religioso «che deve essere protetto e preservato». La riunione di Ginevra, in origine prevista per ieri, è stata rinviata a domani per il rifiuto del presidente bosniaco Alija Izetbegovic di presentarsi se i serbi non cessano gli attacchi a Sarajevo. Sempre ieri l'Onu ha chiesto alla Nato di rinviare l'operazione aerea a protezione dei caschi blu dislocati nelle sei zone di sicurezza in Bosnia. Lo hanno reso noto fonti dell'Alleanza Atlantica, precisando che in una lettera inviata agli uffici della Nato a Bruxelles, Boutros Boutros Ghali, ha chiesto una proroga fin quando l'Unprofor, la forza di pace dell'Onu in Bosnia, non avrà completato i preparativi necessari. Nella sola giornata di giovedì Sarajevo è stata colpita da 3777 proiettili di artiglieria, dei quali 680 hanno raggiunto il cuore della città. Nei bombardamenti che ieri sono ripresi a ritmi meno sostenuti hanno perso la vita sette civili e altri 49 sono rimasti feriti. Almeno 140 proiettili sono espio- si nelle vicinanze degli acquartieramenti dei caschi blu ucraini di stanza a Sarajevo. Ed infuriano i combattimenti sul monte Igman, nella periferia sud-occidentale della capitale, dove da qualche giorno è in corso una pesante offensiva delle milizie serbe determinate a tagliare l'unica via d'uscita clandestina dalla città attraverso l'aeroporto. Accesi scontri tra serbi e musulmani si sono svolti anche a Brcko, nella Bosnia nord-orientale, dove i serbi cercano di guadagnare terreno per allargare un importante corridoio di collegamento con i territori conquistati ad Ovest. Frattanto dure critiche sono state mosse dall'establishment Usa al Segretario di Stato Warren Christopher per le ultime dichiarazioni sulla Bosnia Erzegovina. Secondo quanto dichiarato al quotidiano «Newsday» da alcuni funzionari del Dipartimento di Stato, le affermazioni di Christopher - che tre giorni fa ha detto che gli Stati Uniti non possono al momento fare di più per salvare Sarajevo se non cercare, senza ricorrere alla forza, di far pervenire in quella ed altre zone assediate gli aiuti necessari - hanno di fatto incoraggiato serbi e croati ad incrementare le loro offensive per spartirsi quanto ancora rimane della Bosnia. Ingrid Badurina STRADA DELLE MUNIZIONI PER I BOSNIACI DI SARAJEVO AL NORD, I SERBI HANNO SFERRATO L'ALTRO IERI UNA SECONDA OFFENSIVA, APPOGGIATA DALL'ARTIGLIERIA, PER TENTARE DI COMPLETARE LA CONQUISTA DI TUTTE LE ALTURE CHE CIRCONDANO

Persone citate: Alija Izetbegovic, Boutros Boutros Ghali, David Hannay, Ingrid Badurina, Warren Christopher